Jack London, scrittore avventuroso1876-1916

Memoria per Jack London, scrittore avventuroso

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Jack London, scrittore avventuroso1876-1916

di Vittorio Esperia

Jack London - nome completo John Griffith Chaney London, scrittore e giornalista statunitense è noto per romanzi quali: Il richiamo della foresta, Martin Eden, Zanna Bianca, Il tallone di ferro. Nella sua esistenza fa lavori e professioni differenti, conciliando così anche i suoi interessi personali: strillone di giornali, il pescatore clandestino di ostriche, il lavandaio, il cacciatore di foche, il corrispondente di guerra (guerra russo-giapponese), l'agente di assicurazioni, il pugile, il coltivatore, il cercatore d'oro, prima di realizzarsi, dopo innumerevoli tentativi, come scrittore di successo. Nasce a San Francisco in California nel 1876, figlio illegittimo (secondo Clarice Stasz e altri biografi) di un astrologo ambulante irlandese, William Henry Chaney, e di Flora Wellman figlia di un ricco inventore dell'Ohio. Il padre non si prende cura di lui, anche perché, otto mesi dopo la sua nascita, la madre si risposa con John London, contadino vedovo con due figli. Jack viene cresciuto dalla madre e dal padre adottivo. Terminata la scuola elementare nel 1889, London passa da un lavoro all'altro frequentando compagnie assai poco raccomandabili, come ladri e contrabbandieri. Dopo numerose esperienze lavorative, torna a Oakland per frequentare la Oakland High School, dove dà vita al giornale scolastico, The Aegis. Nel 1894 sposa la causa socialista e, dopo aver preso parte a una marcia per disoccupati a Washington, inizia a vagabondare per il Paese. Il diario di quegli anni diventa, poi, il romanzo itinerante The Road, cui si ispirarono anche scrittori come Jack Kerouac e, in parte, lo stesso Hemingway. Si iscrive alla Berkeley University, dopo che ha concluso gli studi secondari, finanziandosi con lavori di pulizia e scrivendo racconti ispirati a Kipling e Stevenson. A Berkeley svolge una viva ma confusa attività politica - propugnando la lotta di classe, la rivoluzione, essendo però anche attratto da Darwin e dall'evoluzionismo, aderisce alle teorie relative alla sopravvivenza del più forte sul più debole proprie del darwinismo sociale, il quale ritiene che il concetto di lotta per la vita e la morte debba essere la regola delle comunità umane. Nell'estate del 1897 lascia l'università per problemi finanziari e parte per il Klondike (confine tra Alaska e Canada) dove sono stati scoperti ricchi giacimenti d'oro. A Dawson City, centro della "Corsa all'oro", incappa in avventure e disavventure d'ogni tipo, spesso tragiche e crudeli, che saranno fonti ispiratrici di molti suoi scritti. Torna a San Francisco, nel 1898, con un misero sacchetto d'oro, per cui si dà totalmente alla ricerca di un editore per i suoi scritti. La fama - che lo rende uno tra i più pagati e più prolifici (più di 50 volumi al suo attivo) - come giornalista e scrittore, pur non continua, arriva tra la fine del secolo e il 1916. Il suo romanzo più noto, "Il richiamo della foresta" (1903), 6 milioni e mezzo di copie solo in inglese, gli rende però poco in termini monetari. Nel 1904 va in Corea, dove segue come corrispondente la guerra russo-giapponese. Due anni dopo si fa costruire uno yacht per effettuare, in sette anni, il giro del Mondo, cosa che però non farà mai. Fra il 1907 e il 1909 viaggia e soggiorna nei Mari del Sud e in Australia e nel frattempo dà alle stampe "Il tallone di ferro", romanzo fantapolitico che immagina la presa del potere, negli Stati Uniti, da parte di una piccola oligarchia dittatoriale, con situazioni che sembrano anticipare la nascita dei regimi fascisti europei. Nel 1909 esce il lungamente preparato "Martin Eden", una sorta di libera autobiografia in terza persona, che ottiene grande successo di pubblico. L'anno dopo compera il Beauty Ranch, a Glen Ellen, Sonoma County, California, dove muore nel 1916 a soli 40 anni, probabilmente per un'overdose di antidolorifici. Uno studio realizzato negli Stati Uniti da medici della Divisione di Nefrologia e Ipertensione della facoltà di Medicina della University of North Carolina - partendo dal fatto che lo scrittore, in una fotografia, presenta sul viso i segni di una dermatite da mercurio, metallo utilizzato nella terapia della sifilide - ha sostenuto che è verosimile che questa malattia venerea possa essere stata la causa della morte di Jack London, o in alternativa, la causa dei dolori cronici di cui soffriva, al punto da costringerlo ad assumere molti antidolorifici. La tossicità del mercurio avrebbe, poi, accelerato il decorso fatale, anziché rallentarlo. London è uno degli autori statunitense più tradotti all'estero; fra l'altro le sue opere di denuncia sociale sono state utilizzate a scopo propagandistico e hanno incontrato fortuna nei paesi del blocco sovietico, ma per contro la celebrazione della forza da lui esaltata fece sì che fosse uno degli autori più diffusi anche nelle biblioteche nell'Italia fascista del ventennio. Letto e vagliato oggi, obiettivamente, London può essere, forse, considerato un entusiasta paladino del progresso e insieme un fervente ambientalista ante litteram. La sua prosa rimane una delle più forti, potenti e suggestive della narrativa statunitense.

John Griffith Chaney London, in arte Jack London, San Francisco 12 Gennaio 1876 – Glen Ellen 22 Novembre 1916

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