La follia di Medea27/8/2019

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La follia di Medea27/8/2019

di Ilaria Cerioli
 
Immagine tratta dall'archivio di Alessandra Kalisz
 
Perché vivendo in coppia ci dimentichiamo la grazia del gesto quotidiano? Perdiamo in poesia. Le nostre azioni diventano una successione di intenti privi di coraggio e spesso di significato. Riproduciamo schemi già visti: esattamente come ci ha insegnato nonna e mamma.  
Qualcuna di noi però, forse più folle o più avventata, quella grazia non la vuole barattare per una tranquillità fatta di silenzi continui, rancori repressi e sensi di colpa. O semplicemente di gesti sempre uguali per non disturbare.
Così trova la bellezza nella verità. Rompe gli schemi e sente il bisogno di rivelarsi. Svela l’inconscio con chi pensa sia l'uomo perfetto. Il compagno, il fratello, l'amico, l'uomo che ha scelto. Il problema è proprio questo: lei non sa che davanti ha solo un uomo. Se la donna più coraggiosa si spoglia delle sue virtù codificate e rivendica di Essere, difende la grazia e la bellezza, l'altro rivendica la Giustizia, l'onore, il Codice.
E così Laio, Edipo, Giasone, Agamennone continuano a essere tragiche maschere sul palcoscenico della vita, mentre Cassandra muore, Medea fugge, Antigone combatte inutilmente.
 
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