Ornamenti e corpo - I gioielli di Cinzia De Luca

02 February 2022

di René Vinçon

Tutti abbiamo potuto osservare come il lavorio del tempo ceselli nel modellato degli ornamenti un’ultima trina. Questo è facilmente osservabile nelle vecchie sculture ornamentali dei capitelli erosi dall’usura, e che sviluppano ancora, dentro e attraverso le loro alterazioni tra il liscio e il rugoso, una ricchezza supplementare alle volute e agl’intrecci.

E’ in gioco un paradosso che pone in luce la dialettica profonda dell’ornamento, e il lavoro di Cinzia De Luca mette in pratica questa dialettica fondamentale.

Si è sempre visto l’ornamento, sia dai detrattori come dagli ammiratori, come un’aggiunta, un’accumulazione che viene a sovrapporsi. Ciò va da se, ma questo non è che un aspetto dell’ornamento. L'ornamento risponde anche all'esaurimento delle forme, è l'esperienza di un limite della forma sull'orlo della sua cancellazione, in un ultimo sfavillio. L’ornamento occupa il vuoto, così come perfora il pieno, di spazio in spazio ritma di cavità i pieni e connette di calligrafici fili i bordi estremi dei vuoti e dei pieni.

Esiste quindi, per dirlo in un registro astratto, una dialettica del denso e dello sparso. Il limite  dell'uno è l'inizio dell'altro, e questo senza fine. Per quanto ricca e abbondante sia un’ornamentazione, essa è ordita di riserve e, sempre nella sua stessa profusione, qualcosa rimane incompiuto. L'incavo, il vuoto, la fessura, queste sono le riserve che permangono al fondo e, in quanto fondi, come un’eccedenza sempre disponibile ad ancora altre variazioni. Il lavoro della varietà nell'ornamento si riserba sempre qualcosa in meno, per aggiungerne ancora di più. Questo prezioso lavoro ha bisogno di distrazione, di una piccola sospensione, di una leggera dissipazione, in termini musicali di un silenzio che trattiene il respiro e dà vigore.

Indubbiamente lo scultore sa per esperienza quanto il modellato debba al modo in cui le dita stirano i volumi, cancellano una protuberanza e mettono in rilievo un incavo, un intervallo, un vuoto come nell'arte più esplicita del merletto dove la riserva è essenziale a tutti i punti intricati che adornano e orlano all'infinito la trama traforata e giocosa.

Così coloro che pensavano di sbarazzarsi del problema dell'ornamento cancellandolo, si sono ben illusi, perché non hanno fatto, attraverso l'ostentazione del vuoto e del liscio, che aprire maggiormente lo spazio alla futura profusione dell'ornamentostesso.

Al riso e al linguaggio che si dice sia proprio dell'uomo, bisogna aggiungere l'ornamento. E questo non sarebbe del tutto giusto perché gli ornamenti sono ovunque nel vivente. L'ornamento è la firma della diversità degli esseri viventi. Tuttavia, questo impulsoper l'ornamentale all'alba immemoriale dell'umanità - appena qualche traccia o qualche tratto sparso sulle rotondità della ceramica - afferma dall'emergere degli esseri umani questobisogno che viene a far vacillare la stretta utilità. Ornamento e parata dei viventi si dispiegano sontuosamente negli animali e ciò non fa eccezione nell'uomo per il quale l'ornamento, da sempre, da quando qualcosa è stato foggiato oscuramente con le sue mani, siè unito al corpo, sposato con la carne. Richiama la nudità originale che è il suo supporto principale. Se la civiltà vuole che si possanoportare ornamenti sugli abiti, l'ornamento segretamentesuggerisce, cerca, aderisce al corpo. È una sorta di ricordo sugl’involucri di tessuto che ci ricoprono.

La mostra che sarà visibile fino al 25 febbraio alla libreria Novecento di Palermo.

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News » DEVIAZIONI ARTISTICHE di Vittorio Esperia - Sede: Nazionale | Wednesday 02 February 2022