BEDE - “VISTA MARE” SULLA LIBERTÀ

29 April 2021

di Elisa Serrani

Bede, giovane e brillante rapper, fenomeno social tra i giovanissimi, dopo aver collezionato una lunga serie di release di successo, torna a raccontarsi in “Vista Mare” (Telegraph Road Studio), il suo nuovo singolo.

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La ricerca della libertà, supportata dall’urgenza espressiva di dare sfogo alla condizione in cui si ritrovano molti adolescenti, è stata la chiave che ha portato alla stesura del brano, un elegante monito in musica e barre che descrive egregiamente la sensazione di oppressione causata dalla società dell’apparire, una società effimera e frivola, che continua ad anteporre l’estetica, l’individualismo e l’egocentrismo, all’essenza collettiva ed al bene comune.

«Mi sento lontano da loro, questi non vivono e fanno le foto», «Cosa ti ritrovi in mano, a parte qualche fallimento che dimentichi presto con un regalo?»; un susseguirsi di dichiarazioni, di denunce sociali, che evidenziano la sensibilità artistica del giovane cantautore reggino di base a Roma, da sempre affine alle tematiche delicate e complesse che gravitano attorno l’universo dei più fragili, per dar loro voce, speranza e rilievo.

Gli incastri di Bede trovano la perfetta combinazione visivo-sonora attraverso il videoclip ufficiale - diretto da Sebastian Morabito e presentato in anteprima nazionale sul MEI - e la produzione, fresca e minimalista - curata dal fidato producer Giuseppe Cirino - che lasciano spazio all’intensità del testo, maturo e consapevole, nato con l’intento di far riflettere, di riportare in primo piano l’autodeterminazione, senza il bisogno di competere con gli altri, ma facendo leva su se stessi e su quei pensieri, quei progetti e quelle inclinazioni che scaturiscono naturalmente, senza imposizione alcuna, dalla nostra anima - «Il destino lo preparo in silenzio» -.

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Attraverso un azzeccato parallelismo tra musica e vita, “Vista Mare” ci ricorda che quando «termina un periodo ne inizia uno più bello», e che «quando la strofa finisce» - qui intesa come un periodo buio e cupo del percorso di ciascuno di noi, «inizia il ritornello».


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