MARCELLO DUDOVICH IN MOSTRA A CHIASSO
14 January 2020
di Giovanni Schiavo
Istrionico, innovatore, provocatore e grande comunicatore, il triestino Marcello Dudovich (1878-1962), figura cardine della cartellonistica moderna, ha sempre avuto fin da giovane una particolare passione per la fotografia. Amava stare davanti all’obiettivo prestandosi come modello, sicuro del proprio fascino e della propria raffinata bellezza, ma nutriva anche una particolare curiosità per la tecnica fotografica e per le sue applicazioni. Diplomato alla Scuola per capi d’arte di Trieste e perfezionatosi come cromista presso le Officine grafiche Ricordi di Milano, Dudovich si rende ben presto conto, come prima di lui aveva fatto il suo maestro e concittadino Leopoldo Metlicovitz (1868-1944), di quanto uno scatto potesse essere punto di riferimento e materiale preparatorio per le successive elaborazioni grafiche.
Una consapevolezza che giunge a piena maturazione quando l’artista, chiamato verso la fine del 1910 dall’editore tedesco Albert Langen, approda a Monaco di Baviera per diventare illustratore della rivista satirica “Simplicissimus”. Da quel momento la sua creatività non potrà più fare a meno di trarre ispirazione anche dalle immagini realizzate con la macchina fotografica. E così, tenendo sott’occhio la documentazione visiva, di volta in volta prodotta, sviluppa le proprie opere grafiche spesso imperniate sull’universo femminile.
Tra le sue muse, oltre ad anonime ragazze, ci sono attrici, cantanti, soubrette famose come, tra le altre, Nella Regini, Maria Melato e Gea della Garisenda. Un dilettante con la fotocamera ma dotato di un innato senso estetico, che andava alla ricerca non dell’inquadratura perfetta ma di un gesto, di un atteggiamento, di un movimento in grado di suscitare in lui quell’input utile per tracciare un percorso ideativo dalla foto al bozzetto, al manifesto. Un itinerario costante ora indagato nella mostra Marcello Dudovich (1878-1962). Fotografia tra arte e passione (Chiasso, M.A.X. Museo, fino al 16 febbraio, www.centroculturalechiasso.ch), a cura di Roberto Curci e Nicoletta Ossanna Cavadini , che presenta tra le trecento opere, duecento fotografie vintage inedite, molte delle quali denotano la particolare perizia acqui- sita negli anni dall’eclettico cartellonista, messa al servizio anche del mondo del cinema.
La mostra è in partenariato con il Museo Villa Bernasconi di Cernobbio, presso la quale sono esposti 8 manifesti in contemporanea al M.A.X. Museo.
E’ inoltre realizzata in progetto integrato con il Museo Storico e il Parco del Castello di Miramare di Trieste, che ospiterà le opere nella primavera 2020.
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News » ESPOSIZIONI E MOSTRE di Miriam Bergonzini | Tuesday 14 January 2020
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