Chiara Tempesta: editore saggio ed eclettico
07 July 2019
di Roberto Dall’Acqua
- Chi è Chiara Tempesta? Presentati ai lettori di www.ilgiornaledelricordo.it?
Chiara Tempesta in realtà non esiste: c’è una Chiara Cazzato e una Tempesta. La prima è ciò che ero, la seconda come sono ormai conosciuta da molti e, forse, come mi vedo io.
- Descrivi la tua casa editrice: libri, collane e iniziative.
La mia casa editrice nasce nel gennaio 2011 con l’unico obiettivo di pubblicare saggistica e libri critici sulle religioni, col tempo gli orizzonti si sono ampliati ed è nato il desiderio di affrontare varie tematiche anche attraverso altri tipi di testo, così sono nate le collane di narrativa, fotografia, musica e di illustrati per bambini (che adesso non c’è più).
- Se il tuo nome fosse sulla stampa di tutto il mondo come ti comporteresti? Cosa ti piace di questo e come ti rapporti con i social? Li usi?
Se il mio nome fosse sulla stampa di tutto il mondo ne sarei felice, significherebbe avere tanta visibilità, che oggi ancora fatico ad avere. Uso molto i social o, per definire meglio ciò che faccio, gioco molto con i social. La mia idea di lavoro è che ci si debba anche divertire e si debba far capire che per scherzare bisogna essere seri. Potrebbe sembrare un ossimoro, una contraddizione in sé, ma credo che veicolare i contenuti di un libro, a volte anche molto seri, si debba usare la leggerezza. La cultura è molto importante, oggi sembra quasi ci si debba giustificare se la si possiede e, tante volte, quando si parla di saggistica, di argomenti complessi si è portati a pensare che ci si annoierà senz’altro. Io non sono d’accordo. Fare cultura è divertente, aiuta a guardare le cose da tante prospettive diverse e fa scoprire realtà che altrimenti resterebbero sconosciute.
- Il tuo ricordo, personale o professionale, più emozionante.
Non sono legata a un ricordo in particolare, vivo in un turbinio continuo di emozioni, positive e negative. Difficilmente mi sono soffermata su qualcosa per capire cosa potesse suscitare in me. Sicuramente in questi anni ci sono stati molti addii dolorosi, di persone con cui ho lavorato e di pezzi della mia vita e le emozioni sono state forti, ma la vita va avanti e io ho ancora un lungo percorso da tracciare.
- Alejandro Jodorowski afferma: <<Il tempo asciuga il superfluo e conserva l’essenziale>>. Che ne pensi?
Sono d’accordo con lui ma, essendo una persona semplice e sicuramente di minore spessore intellettuale, ho usato sempre un altro modo per esprimere questo concetto e cioè che bisogna tagliare i rami secchi, ché sono di peso e non fanno crescere bene. Mantenere il superfluo, anche in nome di un ricordo, a volte può essere rio e la vita è veramente troppo breve. Poi ammetto a me stessa che non sempre sia semplice o automatico liberarsi dall’inutile, ma ci si prova.
- Quando un cane abbaia a un ombra mille cani ne fanno una realtà? Che ne pensi? Esiste nel tuo ambiente questo modo di vedere?
Lo stiamo vivendo oggi. Abbiamo “cani” che abbaiano e tanti altri cani che ci credono, trascinati dall’onda delle emozioni e dalla paura del buio, quello che si espande nel momento in cui vengono a mancare gli strumenti per razionalizzare la realtà e vederla così com’è realmente, e forse spinti anche dalla pigrizia mentale di verificare personalmente che dietro quell’ombra non ci sia una minaccia, preferendo che qualcuno decida per loro e accodandosi a ciò che gli altri cani fanno. Il mio ambiente forse subisce ancora poco questo modo di essere, non che ne sia immune, ma l’avere a che fare con parole scritte forse aiuta a non fermarsi. Poi ogni tanto anche nel mondo dell’editoria si creano polveroni sul nulla, ma a volte mi sono chiesta se non è anche un modo per spezzare la noia.
- Obiettivi di Chiara Tempesta; professionali e propositi personali futuri?
Ovviamente la mia speranza futura è far avere la visibilità che meritano ai libri pubblicati da Tempesta. Mi piacerebbe passeggiare e vedere qualcuno seduto su una panchina che legge un “mio” libro. Personalmente invece vorrei la serenità, perché non l’ho mai avuta e con gli anni che passano inizio a sentirne l’esigenza e poi vorrei vedere crescere mio figlio nel migliori dei modi, dargli tutti gli strumenti necessari per far sì che diventi un uomo colto, indipendente e soprattutto libero.
News » Il racconto della Domenica | Sunday 07 July 2019
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