IN RICORDO DI BARBARA

05 May 2018

di Anita Rizzetto

Stasera mio marito ha il turno di notte. Ogni volta mio figlio è felice perché significa che dorme con me. Ci siamo sistemati bene, con le lenzuola fino al collo e una calda coperta. Abbiamo un letto a dimensione umana, tanto è inutile perché lui sta attaccato a me. Gli ho chiesto se è comodo. Lui mi ha risposto"io sto benissimo perché sono con te mamma". Come un pugno nello stomaco ho pensato alla guerriera Barbara e al suo piccolo Alessandro che da questa sera non ha più la sua adorata mamma. Le lacrime agli occhi pungevano così forti e il dolore spingeva così prepotentemente che la parte rettiliana e più intima di me avrebbe voluto urlare a mio figlio “Lo sai che oggi è morta una mia amica e suo figlio che è più piccolo di un anno non potrà più abbracciare lei così come fai tu me?” La parte conscia non ha permesso nemmeno che il pensiero finisse. Mi sono venute in mente mille post di Barbara, la sua chiacchiera con la cadenza bergamasca e la ooooo lunga. Ho ricordato quando tre anni fa su Fb si era taggata all'Humanitas Gavazzeni di Bergamo scrivendo “Ti prego ti prego fa che non sia così”. Invece era così. Della chattata che ci siamo fatti qualche giorno dopo, “l'epatologo dice che ci sono delle macchie al fegato, potrebbe essere liposi o metastasi”. Io ti ho mentito Barbara e mi sono sempre sentita in colpa. Una pietosa bugia che tu non mi hai mai rinfacciato. Non potevo dirti tramite messenger che per me erano metastasi perché avevi 3 noduli in un seno e 2 in un altro seno. Un tumore al seno su base ormonale e che sei una donna giovane e quindi da tumore primario a tumore secondario nel tuo caso, la tempistica è stata probabilmente molto breve. Mi sento ancora in colpa Barbara per quella bugia. Tu non mi hai detto;“Sai avevi torto per quelle macchie sul fegato”. Forse hai capito che ho preferito che uno specialista trovasse il modo di spiegarti che quelle macchie erano il male ma che ci sono tanti trattamenti e modi di affrontarli. Hai inventato i #100happydays e sei arrivate diverse volte ai 100 happydays, più di 10 volte. Ogni giorno una foto dei tuoi bimbi, una foto di te e come trovavi da ridere e modo di farci sorridere. Una serenità invidiabile Barbara, tu stessa dicevi che dalla scoperta della tua malattia, la tua vita è stata vissuta in modo più pieno e più completo. La tua bellissima Giulia un giorno in cucina è scoppiata a piangere dicendo “di aver paura che tu morissi” e tu con il tuo ottimismo e la tua serenità hai trovato le parole giuste per rassicurarla. Il tuo sguardo si illuminava quando parlavi dei tuoi figli. Nella primavera del 2015 con il mio sono andata a Leolandia, il parco giochi vicino a Bergamo, mi hai detto “La prossima volta che ci vai, veniamo anche noi con Ale e Giulia”. Ti ho detto un entusiasta “Sì” sapendo che in quell'agosto mi sarei trasferita in Inghilterra e chissà se ci sarei tornata a Leolandia. Quando mi sono trasferita, mi hai detto “ti invidio”. Quello che mi ha sempre colpito di te, Barbara, è la tua determinazione a mantenere il sorriso e uno spirito positivo sempre. A qualsiasi costo. A cercare i momenti felici in ogni occasione. La tua estrema lucidità, la piena consapevolezza che non avresti visto i tuoi figli adulti, pienamente consapevole del tuo futuro e assolutamente determinata a non sprecare assolutamente un solo momento. Ogni tuo attimo è stato per i figli. Sapevi che avevi il dovere di curarti, per stare con loro il più possibile. Tu ti stavi preparando a trasferirti a Dubai con la tua attività, ed è proprio mentre stavi preparando tutto per il trasferimento che in un albergo di Dubai (per te la più bella città del mondo) che hai sentito un nodulo al seno. Hai rinunciato a Dubai e hai comprato una bellissima casa in Italia, chiedendo altro tempo, cercando di spostare il tempo un po' più in là. Tutte le festività però Dubai era un appuntamento fisso. Pochi giorni fa hai pubblicato i tuoi valori epatici, non è stata fatta la chemio prevista perché il fegato stava cedendo. I medici non sapevano che fare. "Scusate se non ho pubblicato il mio “#happyday”, ma ho bisogno di metabolizzare anche io". Mi si è gelato il sangue. Hai scritto altri tre post, in uno, la foto di te bambina. Eri in compagnia dei tuoi cari e hai dedicato un pensiero a tua madre. Hai scritto,"Cosa prova lei? Cosa provano tutti?". Cosa provavi tu Barbara? Abbiamo cominciato a scriverci tra noi amiche, altre volte era stata dura e l'avevi superata. Ma questa volta ? Cercavamo chi era più vicino a te per sapere come stavi veramente. Il tuo penultimo post, con la tua foto impietosa, i tuoi occhi ingialliti ed esausti e sempre sereni "mi sentivo umiliata ... mentre Fil mi lavava i capelli, invece ho capito che era "#soloamoreimmenso". Io ti ho guardato e il pensiero di te fisso. Ti ho sognata e mi sono svegliata nel cuore della notte. Continuando a visualizzare la tua bacheca per trovare aggiornamenti fino a che ho letto la conferma di questo.

Continuando a visualizzare la tua bacheca per trovare aggiornamenti fino a che ho letto la conferma di quello che nel mio cuore già sapevo. Non mi sembra ancora possibile. Siamo qui, amiche tue che ci scriviamo in privato che non va giù quello che ti è successo. Stiamo male e la fase dell'incredulità è passata la fase del dolore e anche della rabbia. Sono arrabbiata con tutti. Perché non è giusto, perché non è possibile. Ti chiedevi “Cosa proviamo noi?” Rabbia, dolore, incredulità un profondo sgomento e io ho finito le lacrime. Stiamo male. Malissimo Barbara. Ognuna di noi, avrebbe dato 10 anni della nostra vita per darli a te. Mi manchi.
Il tuo profilo FB è già diventato per tua volontà “In memoria di Barbara”. Sono attonita e triste e so che avresti detto “Ma stai male per me???!! Ma va ooo “ con la tua ooo lunga …

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News » Il racconto della Domenica - Sede: Nazionale | Saturday 05 May 2018