DAVID BOWIE, MOSTRA A EBOLI

14 January 2017

Testo e foto di Raffaella Bonora Iannece

Nacque sotto il segno del Capricorno, l’8 gennaio 1947 e ci ha lasciati 69 anni più tardi, due giorni dopo aver brindato per il suo compleanno, il 10 gennaio del 2016, lui, l’artista più poliedrico del secolo: David Bowie. Capelli biondi, una sensualità fotogenica, colui che ha rinnegato il passato per il futuro. Le parole più belle per ricordarlo le ha spese, sicuramente, Tony Visconti “Ha sempre fatto quello che voleva e voleva farlo a modo suo, e voleva farlo al meglio.

 

La sua morte non è stata diversa dalla sua vita: un’opera d’arte”. La sua vita, infatti, è stata costellata da successi, musicali e non solo, una vita piena, fatta di trasgressioni, di idee geniali e folli. Principe curioso, Bowie era l’emblema della libertà assoluta nell’arte contemporanea e, attraverso la sua musica, ha liberato anche noi, dalle nostre paure, dalle pareti vincolanti della società (We can be Heroes, just for one day). Poliedrico, camaleontico, domina la musica rock per cinque decenni ma non si accontenta, un artista come lui non può semplicemente rientrare in un genere musicale, lui non può essere un cliché, neanche per sbaglio, nemmeno per caso, neppure per sentito dire, e così inventa un suo genere: il Glam rock. David Bowie era troppo per essere una semplice persona: “Certe volte non mi sento una persona. Non sono che un insieme di idee di altra gente” diceva di se’ stesso, e infatti ricordiamo i suoi estrosi alter-ego, Ziggy Stardust, Halloween Jack, White Duke sono solo alcuni. Il suo genio e il suo anticonformismo hanno ispirato una mostra artistica al MOA (Museum of Operation Avalanche), ad Eboli.

La mostra collettiva, che si svolgerà dal 10 al 20 gennaio, in memoria della sua scomparsa, intitolata “Prometto che non sarò mai noioso”, vedrà esposte opere eterogenee, quadri, sculture, fotografie, visual art, realizzate da artisti del territorio, dedicate alle varie canzoni del Duca Bianco. Per l’evento si ringraziano, oltre al MOA, il MO’Art, Monochrome art, Sophis, Mandarino nudo&crudo, il comune di Eboli. Ogni pennellata, ogni colpo d’occhio, ogni tinta o materiale vogliono ricordare la creatività di Bowie, che ha sempre miscelato varie forme d’arte, con le sue sconfinate doti inventive. “Per me la musica è il colore, non il dipinto. La mia musica mi permette di dipingere me stesso". Al MOA, così, artisti, nonché suoi fans, hanno cercato di dipingere il genio bizzarro che tanto abbiamo amato e ammirato.

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