ADDITIVI ALIMENTARI, UN SERIO RISCHIO PER LA NOSTRA SALUTE?
25 February 2017
di Carolina Polo
Dalle marmellate 'della nonna' ai ravioli caserecci, dalle succose mele rosse grosse e tonde alla più improbabile, quanto di antica tradizione, aranciata, ovunque il nostro organismo si imbatte negli additivi. Essi sono presenti sulle etichette di ogni prodotto sotto particolari codici, difficilmente decriptabili senza una specifica conoscenza di chimica. E, proprio per questo, i produttori di alimenti giocano sulla comune ignoranza dell'acquirente. Essi vengo aggiunti ai cibi per svariati motivi. Tra i più comuni possiamo individuare: la conservazione del cibo per un tempo maggiore rispetto al suo decorso naturale, oppure il conferimento di un aspetto o un gusto più invitante ai prodotti. Discordanti sono le opinioni riguardo queste sostanze definite 'alimentari'. Tutti gli additivi infatti, devono essere indicati sull'etichetta del rispettivo prodotto. Per legge però, i produttori non sono vincolati ad indicarli nel caso in cui siano già contenuti nel prodotto finito, e quindi non aggiunti direttamente da lui. Le norme europee inoltre, dichiarano che gli additivi debbano subire un processo di valutazione della sicurezza prima di essere autorizzati all'uso alimentare. La valutazione viene effettuata dall'Agenzia per la Sicurezza Alimentare (EFSA), e a livello internazionale dal Comitato congiunto di esperti sugli additivi alimentari (JECFA - Joint Expert Committee on Food Additives), dell'Organizzazione per l'Alimentazione e l'Agricoltura (FAO) e dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS). Solitamente le problematiche riscontrate a seguito dell’assunzione di additivi alimentari si sono manifestate attraverso allergie e disfunzioni tiroidee. Circa il 5% dell’aumento stesso di intolleranze e fenomeni allergogeni, è stato riconosciuto, proviene proprio dall’influenza che questi prodotti chimici hanno sul nostro corpo.
I nitrati e nitriti di sodio e potassio, contenuti frequentemente nelle carni e nei salumi invece, causano scompensi a livello endocrino. I solfiti, presenti in crostacei, vino, frutta secca e candita e funghi secchi, possono causare asma e orticaria. I fosfati di budini, gelati, latte concentrato, prosciutto cotto, possono determinare osteoporosi. Nei casi peggiori, gli additivi possono modificare nettamente gli apparati, sino a raggiungere stadi tumorali. Queste componenti circondano ormai la nostra vita quotidiana, determinano gli alimenti che assumeremo nella nostra dieta e quindi le produzioni alimentari durante il corso dell’anno, in tutto il Mondo. Certamente, come spiegato, il loro apporto è, si positivo per l’economia ed il benessere del mercato, molto meno per la nostra salute. Una pandemia di terrore e rifiuto sarebbe forse eccessiva, ma sicuramente, un’alimentazione più controllata, attenta e ben propensa al consumo di prodotti biologici (controllati e certificati) gioverebbe senza dubbio a migliorare, non solo il nostro benessere, ma anche ricostituire una maggiore consapevolezza del rispetto delle stagionalità, del consumo di sussistenza e del vivere lento.
Curiosità: Secondo una ricerca dell'Università Politecnica della Catalogna e dell'Università di Barcellona, la cipolla può essere impiegata per ottenere un conservante alimentare naturale, in alternativa ai prodotti simili realizzati artificialmente. Tutto merito dei flavonoidi di questo bulbo.
Il significato delle sigle "E" riportate in etichetta indica la presenza di additivi chimici approvati dall'Unione Europea, ovvero:
- Antiossidanti: prolungano la durata degli alimenti. Esempio: la vitamina C, chiamata anche acido ascorbico o E300.
- Coloranti: usati per sostituire il colore naturale o per dare un colore adatto. Esempio: il caramello (E150a), presente spesso anche nell'aceto balsamico.
- Emulsionanti, stabilizzanti, addensanti e gelificanti: le lecitine (E322), per esempio, favoriscono la miscela di ingredienti, come l'olio e l'acqua. Una sostanza gelificante usata comunemente (marmellate) è la pectina (E440).
- Esaltatori di sapidità: esaltano il sapore di alimenti salati e dolci. Esempio: il glutammato monosodico (E621), spesso aggiunto a minestre, salse, salsicce.
- Conservanti: impediscono la deterioramento degli alimenti. Esempi: l'anidride solforosa (E220) per impedire a muffe e batteri di formarsi sulla frutta secca; i nitriti e i nitrati (E249-E252) per carni e salumi.
- Dolcificanti: usati al posto dello zucchero in bibite, yogurt e gomma da masticare. Esempi: aspartame (E951), saccarina (E954) e acesulfame-K (E950).
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