Se la Famiglia è Troppo Larga8/10/2019

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Se la Famiglia è Troppo Larga8/10/2019

di Avv. R. Patrizia Tripodi

L’ultimo ventennio ha visto proliferare la cosiddetta Famiglia Allargata e cioè quel nuovo nucleo che viene a costituirsi tra chi, dopo il fallimento del proprio rapporto, in presenza di figli, ha ritrovato un nuovo compagno/a con qualcuno che nel suo trascorso ha anch’egli vissuto l’esperienza della Separazione, del Divorzio e della filiazione. Che si parli di nuova istituzione non significa che nel passato la società non abbia conosciuto tale fenomeno ma il modo in cui esso si manifestava aveva caratteri concretamente differenti da quelli attuali. In  origine il termine familia era l’insieme di schiavi e servi, viventi sotto lo stesso tetto. La storia passata e presente è piena di personaggi che pur  mantenendo in vita un rapporto apparentemente consolidato, in presenza di figli, dava vita a diverse relazioni da alcune delle quali sortivano nuove nascite. La differenza era nell’evitare la convivenza e nello scegliere di mantenere segrete le nuove presenze. È sufficiente una piccola ricerca per rendersi conto che, come sempre, la modernità non ha inventato nulla e che tutto ciò che accade è già accaduto. Da nord a sud l’Europa è ricca di esempi di sovrani e Papi con figli “naturali”, così chiamati poiché nati da coppie non sposate. Le riforme al Diritto di Famiglia degli ultimi anni hanno eliminato l’orrenda distinzione tra figli legittimi e figli naturali, distinguendoli in figli nati in costanza di matrimonio e figli nati fuori dal matrimonio. Già! Perché le parole hanno la loro importanza e vanno adeguate ai tempi e alle mutate sensibilità.Definire un figlio come illegittimo equivale ad esporlo al pubblico ludibrio come accadeva alla adultera Hester de “La lettera Scarlatta”, libro di Nathaniel Hawthorne, in cui una moglie lasciata sola per anni  dal marito concepisce una figlia con un Reverendo e viene condannata all’esposizione su un patibolo, vestendo sul petto una “A” scarlatta cucita sull’abito. Parlare di figlio naturale è un obbrobrio sociale; sarebbe come affermare che esistono figli naturali e innaturali… Così  oggi, dopo le riforme non si parla più di figli legittimi o naturali ma di nati nel matrimonio o fuori dal matrimonio e anche questo è un segno di civiltà. I nuovi nuclei che si compongono ed in cui sono presenti bambini, comportano problematiche diverse. Dal punto di vista giuridico la seconda famiglia vale quanto la prima, sia riguardo alle questioni della coppia, sia riguardo ai figli di ognuno o a quelli nati dalla nuova coppia. Quando due persone iniziano una nuova relazione dopo il rispettivo matrimonio fallito, la prima cosa che si tende a fare molto spesso è avere un altro figlio con il/la nuovo/a compagna/o di vita. E fin qui non ci sarebbe nulla da sottolineare se non fosse che però non tutte le persone hanno la stessa sensibilità e non tutti possono andare d’accordo e rispettarsi, a prescindere dalle situazioni. Intanto è necessaria l’attenzione al rapporto che ogni membro della nuova coppia ha con i figli dell’altro; la capacità di costruire un rapporto sereno e scevro da gelosie con il figlio dell’ex; la necessità di considerare i figli di entrambi alla stessa stregua senza vedere quelli non propri come figli di serie “B” sui quali imporsi, bensì considerando la situazione dal loro punto di vista; l’entrare a far parte della loro vita con delicatezza e rispettando il ruolo del genitore ex del proprio compagno/compagna, non sentirlo come un rivale da dipingere come una figura negativa criticando i suoi insegnamenti e le sue decisioni rispetto ai minori. A chi non piacerebbe che la propria allargata famiglia non somigliasse a quella comicamente dipinta da Melville Shavelson nel 1968 in “Appuntamento sotto il letto” con protagonisti il grande Henry Fonda e la simpaticissima Lucille Ball, peraltro tratto da una storia vera tra Eileen Brandmeyere Frank Beardsley  che ricoprì gli onori delle cronache in quegli anni per la singolarità del caso, decisamente plurale.., riguardante lei, vedova con 7 figli in attesa dell’ottavo e lui, vedovo con 10 figli. Nel film, dopo un primo periodo caratterizzato da gelosie e tentativi di dividere la coppia da parte dei ragazzi che si accordano per ottenere il loro obiettivo, si assiste ad un lieto e riconciliante finale. È però improbabile che si verifichi questo felice epilogo. Intanto qui entrambi erano vedovi quindi uno degli elementi più “disturbanti”, l’ex, non era più presente in nessuno dei due nuclei. In secondo luogo, i ragazzi, con poche difficoltà riescono ad andare d’accordo tra loro senza problemi insormontabili. L’ingresso del nuovo “genitore” non procura conflitti insuperabili e con una certa semplicità viene prima sopportato e poi accettato. L’elemento più importante: i due si sposano e danno vita ad una nuova famiglia. Quello che però accade quasi sempre dopo la separazione è che sicerchi di recuperare quello a cui, essendosi dedicati alla precedente famiglia, si è stati costretti o si è scelto di rinunciare. Manca la consapevolezza iniziale che ciò che non si è fatto a 20 o 30 anni nonlo si può recuperare a 40 o 50, se non con un certo senso del patetico.Tra le cose da fare, al primo posto, molti separati pongono ilrecuperare un nutrito numero di relazioni occasionali che, fintanto non procurano sofferenza a nessuno, nulla quaestio. Purtroppo però tanti genitori tornati single, se troppo presi dall’ansia del recupero, non badano a non coinvolgere i loro figli. Pertanto questi ultimi si trovano a veder sfilare davanti ai loro occhi una moltitudine di estranei che partecipano alla loro vita e dal quale vengono considerati solo come una presenza ingombrante. Nei casi più fortunati presenze estemporanee che con maggiore sensibilità, a volte anche troppa, iniziano da subito a comportarsi come genitori dell’ultima ora, attentissimi a sottolineare l’erroneità delle eventuali scelte e comportamenti del genitore non presente e contemporaneamente la correttezza dei propri. Se i figli dell’altro sono molto piccoli si instilla in loro la confusiontra le varie figure,tanto che capita che chiedano se questa persona nuova sia un secondo papà o mamma, e qui la varietà delle risposte che possono ricevere non rappresentano nemmeno il peggiore dei pericoli. Eh sì! Perché il vero rischio sta nell’improvvisa sparizione della compagna/o che poco dopo viene sostituito dall’ennesima nuova fidanzata. La casistica può essere infinita e comportare nei bambini una serie di problematiche di non facile soluzione che non spariranno insieme all’allontanamento di questi genitori che si potrebbero associare ad una sorta di parvenù della genitorialità, che arrivano e si pongono presuntuosamente come genitori migliori dell’ex del proprio nuovo compagno/a, lasciando però di fatto i bambini privi delle giuste attenzioni. Poi ci sono coloro che dopo la separazione instaurano relazioni stabili, che mantengono un rapporto apparentemente civile con l’ex che a sua volta ha ricostituito una nuova coppia. Spesso i protagonisti descrivono la loro situazione come idilliaca ponendo l’accento sulla capacità avuta nel costituireun nuovo grande nucleo in cui regna la pace e l’armonia; dove ognuno, comodamente nel proprio ruolo, sa rispettare il ruolo degli altri, senza il minimo sentore di tensioni e dove regna una paradisiaca felicità. A voler essere estremamente ottimisti di casi così, non si nega l’esistenza, ma credo che la storia ne conti ben pochi. In tutti gli altri casi, se si è molto fortunati, si vive nella famiglia allargata come in una sorta di sdoppiamento tale da mantenere una facciata di equilibrio, accettazione, rispetto e rapporti contenuti. Se però si va a fondo ci si accorge che il leitmotiv di queste famiglie è uno solo: l’ipocrisia. I due ex costretti alla frequentazione dalla presenza di figli, fingono che il conflitto tra loro non ci sia mai stato (e non si capisce come mai si siano separati). I figli con più o meno sforzo si sono adattati alla separazione dei genitori; i nuovi compagni pur diventando a volte nuovi riferimentiper i figli dell’altro, mal sopportano il continuo contatto tra il proprio compagno/a e l’ex; i figli dei separati vedono presto arrivare un nuovo fratello o sorella dalla nuova relazione dei propri genitori che accolgono con qualche difficoltà, per lo più inespressa. E tutti insieme vivono una costante finzione che si appalesa in tutta la sua assurdità, durante le vacanze e le celebrazioni familiari che vengono trascorse tutti insieme falsamente ove si sentono obbligati ad esprimere grande affiatamento. Non di rado ho ascoltato gli sfoghi e le sofferenze di ragazzi inseriti, loro malgrado, in simili contesti. Ad onor del vero non va molto meglio nella famiglia che qui chiameremo “stretta”, composta da padre, madre, figli. Non è raro che la coppia decida di non separarsi nonostante la fine del rapporto, a volte per comodità, piuttosto che per interesse economico e sempre fingendo che lo si faccia per i figli (come se questi non si accorgessero di cosa accade). La triste constatazione è che l’ipocrisia regna ovunque sovrana. In questo sconfortante scenario resta però l’appiglio di quelle coppie con figli che pur piene di problemi continuano a provare sentimenti reciproci ed insieme si adoperano,magari senza nascondere le difficoltà ma cercando di affrontarle e risolverle con l’appoggio e la partecipazione degli altri membri,avendo davvero l’interesse dei figli come priorità, per far funzionare questa variegata istituzione che chiamiamo Famiglia.

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