Lavatrici belle e un po' perverse: quale differenza tra un dildo e una Bosch?7/3/2019

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Lavatrici belle e un po' perverse: quale differenza tra un dildo e una Bosch?7/3/2019

di Ilaria Cerioli

Ammetto di essere rimasta senza parole quando, grazie alla segnalazione di un amico, ho scoperto l’esistenza di un articolo del famoso psichiatra Vittorino Andreoli intitolato

"La psicologia di una lavatrice". Perché tanto stupore? La ragione sta nel curioso abbinamento tra il benemerito elettrodomestico, capace di migliorare realmente la vita di tante donne (ho ancora nelle orecchie i racconti di mia nonna, che era solita raccontarmi di quando il bucato si faceva usando la cenere e l’olio di gomito, sacrificando la pelle delle mani al Dio dei ghiacci; un po’ come le povere lavandaie descritte da Zola nell’Assomoir), e il processo di costruzione dell’identità di genere femminile.

Per farla corta, secondo Andreoli la lavatrice è un potente simbolo di femminilità; anzi, l’insigne psichiatra arriva a paragonare la fisiologia femminile alla forma dell’elettrodomestico. Perché solo persone in malafede potrebbero rifiutare l’evidente simmetria tra il cestello dei panni e l’utero della donna, e allo stesso modo solamente gli ingenui non s’accorgerebbero del rapporto tra l’acqua che deterge e il liquido amniotico rigeneratore di vita. Seguendo il ragionamento anche il portello tondo ha una corrispondenza, perché da qualche parte l’organo maschile – che appare curiosamente associato ai panni sporchi, da mondare dai peccati attraverso l’immersione in uno nuovo – deve pure entrare! Non contento di avere formulato l’ardita metafora, il famoso psichiatra rincara la dose, affermando sicuro che, per tutti i motivi sopra ricordati, le donne non possono rimanere sottilmente e piacevolmente turbate ogni qual volta si ritrovano a tu per tu con una lavatrice. Ammetto d’essere perplessa. Finora non aveva mai pensato alla mia lavanderia come a un luogo di proibiti piaceri. E neppure aveva mai pensato che “fare il bucato” corrispondesse ad un fine e appagante rituale erotico.

Quindi l’immaginazione galoppa, al punto da vedermi davanti agli occhi le immagini di un possibile spot pubblicitario dell’Indesit o della Whirpool: non più casalinghe affaticate, alle prese con cesti di panni maleodoranti, ma donne in abbigliamento succinto e pieno di pizzi, impegnate ad accarezzare l’elettrodomestico come se avessero in mano il proprio dildo. Insomma, una di quelle pubblicità che la RAI si guarderebbe bene dal mettere in onda, se non in orario notturno. Poi, ripensando ad Andreoli, mi viene in mente che la prospettiva non sarebbe poi così male; almeno le signore indispettite dallo stato comatoso del consorte, specie alla domenica, in orario partite di calcio, saprebbero come impiegare, in modo divertente ed appagante, il proprio prezioso tempo! Insomma, se così fosse la lavatrice potrebbe davvero divenire il simbolo di una nuova rivoluzione sessuale. Nella realtà dei fatti l’articolo di Andreoli mi pare piuttosto un modesto contributo, che s’inserisce però all’interno di un processo molto più imponente e preoccupante, che vorrebbe convincere le donne della “naturalità” del ricercare appagamento per i propri desideri sempre e solo all’interno della dimensione familiare e domestica. Anche per questo motivo stride il suo appello alle principali industrie del settore, affinché progettino modelli che tengano conto delle esigenze femminili durante l’atto della masturbazione. Se voleva essere una frase ironica manca totalmente il bersaglio, molto meglio sarebbe stato allora appellarsi – e chi s’intende un po’ di bondage ha già capito a cosa mi riferisco – alle case produttrici di mollette per il bucato! Esiste però un modo per farci beffe del progetto reazionario in atto, care amiche; ed è quello di precipitarci in lavanderia – quella del vicino di casa carino, oppure quella a gettoni sotto casa – e, tra un giro di manopola e qualche ciclo con centrifuga, liberare la nostra sensualità al ritmo di You can leave your hat on. Vuoi non mettere poi un prelavaggio? Un preliminare da urlo assicurato.

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