Plasticità e sarcasmo. Scene ordinarie e sinistre presenze. È un mondo alternativo, risultato di qualche sogno lucido o di una tetra fantasia, quello che prende forma negli spazi di The Flat – Massimo Carasi. In Noises from the Closet ogni opera compone un tassello di una visione allucinata e ironica; se Michael Bevilacqua ritrae ossessivamente una figura misteriosa e androgina fuoriuscire dalle acque, Derek Mainella crea spazialità macabre dalle quali emergono volti beffardi, ma spesso illusori. Allo stesso tempo, Andrea Carpita mostra una quotidianità quasi immobile, che oscilla tra serietà ed umorismo, come per la serie When I met Yayoi in a broken umbrella (2021). Le sculture di Ally Rosenberg, invece, oppongono la loro conturbante spudoratezza ai paesaggi sinuosi delle tavole di Adrian Hobbs, mentre le vignette della Warner Bros. ricamate con estrema abilità da Peter Frederiksen smorzano l’atmosfera disorientante, concedendo un ultimo e provocatorio sorriso. Questo e non solo nella collettiva “Noises from the Closet”, allestita a The Flat a cura di Massimo Carasi.
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