Gina Marcantonini - “Fiabe sonnacchiose”15/7/2021

Memoria per Gina Marcantonini - “Fiabe sonnacchiose”

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Gina Marcantonini - “Fiabe sonnacchiose”15/7/2021

di Vittorio Esperia

Gina Marcantonini, classe ’74, è una scrittrice romana che, cresciuta in una fattoria, ha sviluppato negli anni una fervida fantasia. Diventata mamma questa capacità l'ha aiutata ad intrattenere i suoi figli e, un bel giorno, si è detta “perché non proviamo a mettere nero su bianco?”. È nata così la raccolta “Fiabe sonnacchiose", un fantastico viaggio alla scoperta di mondi nuovi in compagnia di animali gentili e divertenti, gatti solitari e un simpatico fantasmino che anima la lettura dei più piccoli trasportandoli dentro un meraviglioso castello incantato.

- Cosa l’ha spinta ad intraprendere la carriera di scrittrice?
Sono tante le dinamiche, le coincidenze e i piccoli fatti che mi hanno fatto decidere di mettermi in gioco pubblicamente nel campo della scrittura, ma probabilmente, quella più importante è stata il rendermi conto che le mie storie hanno un cuore.

- Ha delle abitudini particolari durante la scrittura?
Tradurre ciò che il mio spirito sente non è semplice, così ho imparato a lasciar viaggiare la fantasia liberamente fino a trovare in modo autonomo il suo focus. A volte mi capita di rimanere diversi minuti con le mani sulla tastiera e lo sguardo fisso sullo schermo, senza riuscire a scrivere una sola lettera. In quei momenti mi lascio andare, sogno ad occhi apertiritrovandomi in mondi meravigliosi, poi descrivo semplicemente ciò che vedo.

- Che messaggio ha voluto lanciare con il suo libro?
Uno dei valori che ho sempre tenuto molto ad insegnare ai miei figli è che la diversità è un talento e non un difetto. È questo il messaggio principale che spesso inserisco nelle mie favole: bisogna imparare a leggere tra le righe della vita, a saper guardare oltre le apparenze e a vedere tutto il bello che si cela nel mondo; solo così si può vivere nel sogno di una vita meravigliosa.

- Quando scrive un nuovo libro ha già tutta la storia in mente o la elabora strada facendo?Dipende da come mi arriva la storia. Spesso l’intuizione di un nuovo racconto mi arriva in sogno. La sera mi addormento pensando ad un argomento che mi piacerebbe inserire tra le righe e all’improvviso, aqualsiasi ora, può arrivarmi l’idea. Quando succede, mi sveglio, la appunto su un quadernino e torno a dormire.
Altre volte, invece, come scritto sopra, entro in uno stato di sogno a occhi aperti che mi porta a fare viaggi meravigliosi nel cosmo della fantasia. In quei casi mi basta trovare il centro della storia per poi appuntarla.

- Come ha scoperto la sua passione per la scrittura? Come l’ha coltivata?
Ho iniziato a scrivere a undici anni, quando, avendo una timidezza che mi bloccava le normali relazioni con i miei compagni di gioco, ho iniziato a scambiare lunghe lettere con la mia migliore amica di allora, scoprendo che mi faceva star bene. Quasi subito ho iniziato ad appuntare piccoli pensieri, desideri, paure e gioie, trovando gusto per le rime. Per questo ho scritto in quel periodo tante brevissime poesiole, rimaste appuntate su fogli sparsi e poi raccolte in un quadernino.
Col tempo ho capito di poter usare favole e storie per trasmettere ai miei figli i valori di una società sana, con l’esempio invece che con l’imposizione. All’inizio le ripetevamo solo oralmente, ma quando hanno capito che poteva essere un gioco divertente, hanno iniziato ad aggiungere particolari facendo crescere le storie insieme a noi, finché un giorno le abbiamo appuntatesu un quaderno a quadretti. Da allora sono aumentate di numero, loro sono cresciuti e a me sono rimaste tante dolci pagine intrise di ricordi e sentimenti, che mi hanno dato la spinta a continuare fino a decidere di farle leggere a un pubblico maggiore.
 
- Dove trova l’ispirazione per i suoi libri?
Essendo cresciuta in una piccola fattoria, da bimba introversa che viveva in un mondo suo, quale ero, la maggior parte delle storie che racconto arriva ancora da quei ricordi, spesso mescolati con altri degli ultimi anni e la consapevolezza acquisita con l’età.

- Come è cambiata la sua vita scrivendo?
Scrivendo da così tanti anni, in realtà non è cambiata. L’unica cosa che si sta modificando è la costanza con cui lo faccio, perché, se prima era una passione da intervallare alle altre, ovviamente ora riveste una priorità che occupa giornalmente i miei pensieri.

- Ci parli del suo romanzo.
Il mio libro è una raccolta di favole dove la natura fa da sfondo a personaggi, in qualche modo ribelli, sfrontati e liberi, che vanno oltre se stessi e le apparenze, contribuendo a dare il giusto esempio.

- Quali sono i suoi sogni nel cassetto?
Il mio sogno più grande è quello di riuscire a trasmettere ciò in cui credo attraverso la parole scritta, quindi si, sogno di vendere tanti libri, ma soprattutto sogno che vengano letti e capiti da tanti bambini che sono il futuro di questa umanità, per poi usarli per migliorarla.
 
- Progetti futuri?
Sulla scrivania c’è la pubblicazione di un altro racconto con una piccola casa editrice napoletana, ma spero entro la fine dell’anno di far uscire anche il secondo libro di fiabe con la Blitos e di firmare il contratto con una delle case editrici con cui mi sta mettendo in contatto la Brassotti Agency.
A parte questo, sto scrivendo una collana di racconti in forma epistolare e finendo di scrivere il secondo libro della mia prima trilogia. Inoltre ho iniziato a scrivere i primi raccontini per una collana di libri per bimbi fino a 5 anni, dove Super Napo, il cagnolino della famiglia per cui lavoro, racconta le sue avventure.
 
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