Fioly Bocca - “Quando la montagna era nostra”5/5/2022

Memoria per Fioly Bocca - “Quando la montagna era nostra”

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Fioly Bocca - “Quando la montagna era nostra”5/5/2022

di Roberto Dall’Acqua

- Da dove nasce il tuo amore per la scrittura? Com’è stata questa scoperta?
Scrivo da che ho memoria e, fino a un certo punto della mia vita, l’ho fatto solo per me stessa; scrivere è il mio principale strumento di autoanalisi e di interpretazione di ciò che mi circonda.

Poi, dopo che sono diventata mamma del mio primo figlio, ho aperto un blog dedicato alla maternità (www.bbodo.it): quella è stata la prima volta che ho scritto anche per potenziali lettori. Poco tempo dopo è arrivato “Ovunque tu sarai”, il mio primo romanzo pubblicato da Giunti Editore.

- Descrivi il tuo ultimo lavoro.                           “Quando la montagna era nostra”, pubblicato da Garzanti, è la storia di Lena, una donna di mezza età che torna al paese natio per assistere la madre e scopre che la vita ha da offrirle un ribaltamento di prospettiva inaspettato. Inoltre, è un libro che ha per protagonista la montagna - i suoi spazi, i silenzi, la natura poco contaminata dall\\\\\\\'uomo ma anche la piccola comunità montana che fa da sfondo alla vicenda – e le paure che ci accompagnano, e con le quali siamo tutti costretti a fare i conti.

- La città dove vivi è per te fonte d’ispirazione? Oppure dove vorresti vivere?
Io vivo tra le colline del Monferrato, in campagna, con la mia famiglia e molti animali. Quando posso, trascorro del tempo in Vallarsa, Trentino, luogo in cui è ambientato anche il mio ultimo romanzo. Amo questi posti, immersi nel verde, scanditi dal ritmo delle stagioni, e sono per me fonte di grande ispirazione.

- Il tuo ricordo, personale o professionale, più emozionante.
So che non sarò per nulla originale: i momenti più emozionanti che ho vissuto sono quelli legati alla nascita dei miei figli. Faticosi, sia sul piano fisico che su quello psicologico, ma certamente carichi di un’intensità difficilmente eguagliabile.

- Alejandro Jodorowski afferma: <<Il tempo asciuga il superfluo e conserva l’essenziale. Che ne pensi?>>
Credo che sia così. Il tempo funziona da setaccio: domani vedremo con maggiore lucidità quello che davvero aveva (o non aveva) importanza oggi. 

Ciò che brilla dopo che la memoria ha fatto il proprio lavoro di scrematura, ciò che non scompare insieme alla sabbia dei giorni, racchiude il senso più profondo delle nostre esperienze.

- Come vedi il tuo futuro? Obiettivi personali e professionali
In questo momento non vedo con grande chiarezza – complice anche la confusione generale in cui siamo immersi tutti, in questi ultimi mesi e anni. Ho qualche progetto, ancora non ben delineato. Ci lavoro con tenacia e una qualche curiosità, coltivando la speranza che possa venirne qualcosa di buono.

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