Dopo aver atteso due anni, finalmente il 3 agosto partiamo per il tanto sognato safari nello Zambia. Nessuna aspettativa è rimasta delusa e ho potuto capire cosa sia vivere totalmente immersi nella natura selvaggia, esserne avvolti e coinvolti, sentirsene parte in modo così profondo che, tornata a casa, ne senti la mancanza.
La natura, il paesaggio sono modellati dalla vita e dalle abitudini degli animali, basti pensare alle strane forme che assumono i tronchi dei giganteschi baobab in seguito allo scorticamento che subiscono da parte degli elefanti. Grazie alla presenza di numerosi parchi nazionali, gli animali crescono e si moltiplicano indisturbati: impala e babbuini ovunque, ma anche i giganteschi e poco socievoli elefanti, gli ippopotami che ci sbirciano dall’acqua come sottomarini con i loro periscopi. E ancora spaventosi coccodrilli, giraffe che fanno capolino dalla cima degli alberi, animali dagli strani nomi come puku, kudu, facoceri, iene, licaoni e i più temuti, ma anche più affascinanti, leoni e leopardi che non ti degnano di uno sguardo.
Ti lasciano senza fiato anche le bellissime cascate Mosi-oa-Tunya (fumo che tuona) note come cascate Vittoria, di cui si sente il rumore “tuonante” e sono in parte nascoste dalla nebbiolina che sale verso l’alto creando un arcobaleno immenso. E che dire delle guide locali, disponibili, gentili e molto preparate che riescono sempre a soddisfare ogni tua curiosità? Dei tramonti dagli infiniti colori e dell'alba alle sei mattina che ti trasmette una immensa tranquillità?
Non c'è niente in questo posto stupendo che non ti entri nel cuore se ti lasci rapire, se ti abbandoni e per qualche giorno scordi tutto il superfluo. E appena tornati, già pensi a quando poter ripartire.
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