di Roberto Dall'Acqua
Abbiamo intervistato Clara Bocchino, attrice versatile e intelligente.
- Clara come nasce la tua scelta di diventare attrice?
Racconto sempre con piacere che faccio questo lavoro perché ho avuto la fortuna di incontrare una maestra alle scuole elementari formidabile, Nunzia, che riusciva a farci realizzare dei veri e propri spettacoli: facevamo le prove con una certa serietà ed io sentivo che ero proprio felice. Crescendo la vita mi ha fatto dimenticare che da piccola dicevo, infatti, che volevo fare l'attrice da grande fino a quando per delle coincidenze assurde sono incappata nel mio primo laboratorio di teatro, Asylum Anteatro. Impegnativo e sorprendente, lungo tre anni. Non appena misi piede lì dentro sentii chiaramente dentro di me che era quello il posto in cui volevo trovarmi e che non me ne sarei mai andata.
- Il tuo ricordo, personale o professionale, più emozionante.
Ne approfitto e ne ricordo due a questo punto, anche se devo ammettere che sono molto difficili da scegliere. Ma senza pensarci troppo, ecco le prime immagini che mi vengono in mente: il ricordo personale più emozionante è un bagno in una cascata naturale in Costiera amalfitana, ebbi la sensazione di essere in completo accordo con la natura e con il mondo; quello professionale è legato all'emozione sul finale di uno spettacolo a cui tengo molto, Interiors di Matthew Lenton, avevo una grande responsabilità e sentivo forte il carico di tutta la storia.
- Alejandro Jodorowsky afferma: <<Il tempo asciuga il superfluo e conserva l’essenziale. Che ne pensi?>>.
Penso che sia totalmente vero. È così. A volte mi chiedo se sia così importante perché sul momento, quando è la vita che vivi, non ci pensi a questo dettaglio, fai caso solo a quello che ti succede e a quello che senti nel presente. Sarebbe importante avere qualcuno accanto che nel momento giusto e nel modo giusto te lo ricordi, senza un tono genericamente consolatorio. È pressoché impossibile, mi rendo conto, ma confido nel fatto che possano esistere rapporti relazionali del genere. A volte l'arte, attraverso una musica o uno spettacolo ad esempio, ha il potere di rendere reale e quasi concreto questo concetto tanto da farti credere che sia davvero possibile questa grande cura conservatrice del tempo.
- Come vedi il tuo futuro? Obiettivi personali e professionali.
Il mio futuro personale non riesco a figurarmelo nel dettaglio, almeno in questo momento della mia vita e in questo momento storico così strano oltre che delicato. Certamente vedo un viaggio lungo fuori dall'Italia. Inoltre così complesso in questo campo lavorativo distinguere totalmente la vita personale da quella professionale. Tempo fa ad una intervista risposi che desideravo per il mio futuro realizzare tanti progetti interessanti con la mia compagnia, Putéca Celidònia, e fortunatamente questo è avvenuto con tanta gioia e tanto sudore. Ad oggi, lasciando da parte i miei desideri che stavolta custodisco segretamente, dal punto di vista professionale vedo di sicuro il mio lavoro come l'espressione sempre più chiara e forte della mia personalità. Vedo questo nel mio futuro, un futuro ad alta definizione.
Crediti foto
1- Ph. Flavia Tartaglia
2- Ph. Tiziana Mastropasqua
3- Ph. Federica Martucci
4- Foto di scena
https://www.youtube.com/watch?v=pcrl0inrHDE
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