La Legge 104 si rinnova dopo 33 anni

28 October 2025

Dal 2026, una riforma epocale per le persone con disabilità e i loro caregiver

Dopo oltre tre decenni di applicazione, la storica Legge 104 del 1992, pilastro delle tutele per le persone con disabilità e per i loro familiari, si prepara a un profondo rinnovamento. Con l’approvazione della Legge 106 del 18 luglio 2025, pubblicata in Gazzetta Ufficiale il 25 luglio ed entrata in vigore il 9 agosto, l’Italia avvia una stagione di riforme che mira a ridisegnare il modello di welfare familiare e ad allinearlo alle nuove esigenze sociali, demografiche e lavorative del Paese.

Il cambiamento entrerà concretamente in vigore dal 1° gennaio 2026, portando con sé un pacchetto di novità che spaziano dall’ampliamento dei permessi retribuiti all’introduzione di nuovi congedi straordinari, fino all’estensione delle tutele ai lavoratori autonomi e all’istituzione di un fondo permanente per i caregiver familiari.

Un contesto che cambia: i numeri del welfare familiare

Secondo i dati Istat, in Italia si contano oltre 7 milioni di caregiver familiari, il 72% dei quali sono donne. Solo il 32,5% delle persone con disabilità risulta oggi occupato, un dato che riflette la difficoltà di conciliare lavoro e cura, soprattutto in assenza di una rete di sostegno strutturata.

In questo scenario, la riforma della 104 rappresenta non solo un aggiornamento normativo, ma una necessità sistemica: riconoscere il valore sociale del caregiving e adattare le tutele a un mondo del lavoro sempre più fluido, in cui cresce la quota di lavoratori autonomi e atipici.

Più tempo e flessibilità per chi cura e per chi si cura

Il primo intervento significativo riguarda l’ampliamento dei permessi retribuiti. Dal 2026, i lavoratori affetti da patologie oncologiche, croniche o invalidanti avranno diritto a dieci ore aggiuntive all’anno oltre ai tradizionali tre giorni mensili previsti dalla normativa vigente.

La stessa estensione varrà per i genitori di figli con invalidità pari o superiore al 74%, con la possibilità di utilizzare le ore extra per visite, esami o trattamenti terapeutici.
Un passo avanti importante verso la conciliazione tra impegni professionali e percorsi di cura complessi, applicabile tanto al settore pubblico quanto a quello privato, con copertura contributiva garantita.

Il nuovo congedo biennale: un diritto da costruire

Tra le innovazioni più discusse figura il congedo straordinario fino a 24 mesi per lavoratori con disabilità grave o malattie invalidanti.
Il periodo, fruibile anche in modo frazionato, garantisce la conservazione del posto di lavoro e la priorità nell’accesso allo smart working al momento del rientro. Tuttavia, la misura presenta una criticità sostanziale: l’assenza di retribuzione.

Durante il congedo non maturano ferie né tredicesima, e non viene erogato trattamento di fine rapporto, sebbene i mesi siano validi ai fini assicurativi.
Secondo diversi analisti, questa scelta rischia di tradursi in un diritto teorico ma non effettivo, accessibile solo a chi dispone di risorse economiche sufficienti per sostenere due anni di assenza non retribuita.

Legge 104, arriva la 106: più ore e congedo fino a 24 mesi

Un’apertura storica: tutele anche per i lavoratori autonomi

La Legge 106 introduce un principio di portata storica: l’estensione della 104 anche ai lavoratori autonomi e alle partite IVA.
I professionisti affetti da malattie gravi potranno sospendere la propria attività fino a 300 giorni senza perdere la posizione previdenziale.

Si tratta di una svolta attesa da anni: fino a oggi, chi lavorava in forma indipendente e si ammalava gravemente rischiava di dover chiudere l’attività e di restare privo di qualsiasi forma di tutela.
Con questa misura, il legislatore riconosce finalmente la realtà del lavoro contemporaneo, sempre più frammentato e ibrido, e amplia l’orizzonte della protezione sociale oltre i confini del lavoro dipendente.

Le misure fiscali: detrazioni senza limiti di età e il fondo caregiver

Dal punto di vista economico, la Legge di Bilancio 2025 ha introdotto un ampliamento delle detrazioni fiscali per figli con disabilità, eliminando i limiti di età e confermando la deduzione di 950 euro annui anche per i figli adulti o non autosufficienti.
Un segnale di attenzione verso le famiglie che vivono condizioni di cura permanenti, non legate solo all’età dei beneficiari.

Parallelamente, la Manovra 2026 istituisce un Fondo per i caregiver familiari: 1,15 milioni di euro nel 2026 e 207 milioni annui dal 2027.
Le risorse serviranno a finanziare interventi legislativi per la definizione giuridica della figura del caregiver e per il riconoscimento del valore economico e sociale della cura non professionale.

Come ha dichiarato la ministra per le Disabilità Alessandra Locatelli, “il 2026 sarà un anno di transizione verso una normativa organica sull’assistenza domiciliare: il riconoscimento dei caregiver è il primo passo verso un welfare davvero inclusivo”.

Le voci del dibattito: tra speranza e scetticismo

Non sono mancate le reazioni.
Le associazioni Cittadinanzattiva e Carer hanno definito il fondo 2026 “irrisorio rispetto ai bisogni reali”, denunciando la mancanza di una legge quadro nazionale sui caregiver.
La CGIL ha riconosciuto la riforma come “un segnale positivo”, ma ha criticato la mancata retribuzione del congedo biennale e l’incertezza sulle procedure Inps.

Secondo i dati dell’istituto previdenziale, nel 2023 le richieste di permessi 104 sono aumentate del 18% per i lavoratori disabili e del 14% per i familiari, segno di una domanda crescente di tutele che il sistema attuale fatica a sostenere.

Verso un nuovo paradigma del welfare

La riforma della Legge 104 segna un passaggio cruciale nella storia del welfare italiano.
Dopo 33 anni, lo Stato riconosce la necessità di riequilibrare la relazione tra lavoro, salute e cura, affrontando le sfide demografiche e sociali di un Paese che invecchia e che cambia.

Resta da vedere se le risorse stanziate e le misure introdotte basteranno a trasformare i principi in diritti effettivamente esigibili.
Ma una cosa è certa: con la Legge 106 del 2025, l’Italia apre un nuovo capitolo nel rapporto tra cittadino e assistenza, spostando il baricentro dal semplice sostegno economico a un modello di inclusione e dignità per tutte le persone fragili e per chi le accompagna ogni giorno, spesso in silenzio.

di Giorgia Pellegrini

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