Il patriarcato esiste? Certo, ma non è una domanda: è un rintocco, un eco che attraversa il tempo e lo spazio, un serpente che si morde la coda.
Lo abbiamo visto. Lo abbiamo vissuto. Lo viviamo ancora, ogni giorno, anche quando ci illudiamo che le cose siano cambiate. Federica Pellegrini, una delle più grandi atlete italiane di sempre, lo dice chiaramente: <<il patriarcato è un sistema che minimizza, che riduce, che sminuisce>>. Anche una donna che ha riscritto la storia dello sport viene trattata come una parentesi, un’eccezione, un fenomeno transitorio.
<<I maschi l’hanno sempre sminuita>>, racconta. E in questa frase, semplice ma potente, c'è la diagnosi di un problema che è culturale prima ancora che personale. Quante Federiche ci sono là fuori? Quante donne eccellenti, appassionate, coraggiose, si trovano a fare i conti con un mondo che le vede ma non le ascolta?
Il patriarcato è il regno dell’equivoco: si presenta come ordine naturale, ma è una costruzione sociale; si camuffa da sistema di valori, ma è solo una gabbia. Non ha bisogno di gridare per essere efficace: il patriarcato è un sussurro che ti convince che non vali abbastanza, che devi lavorare di più per dimostrare qualcosa che agli altri è concesso senza sforzo.
Nietzsche parlava dell’eterno ritorno, del ciclo infinito delle cose. Ed è vero che certi meccanismi sembrano inestirpabili, come radici antiche che si perdono nelle profondità della storia. Ma qui non si tratta di fatalismo: si tratta di ribellione. Il patriarcato non è inevitabile; è una prigione le cui sbarre possiamo spezzare. Non sarà facile, ma è possibile.
Federica Pellegrini è un simbolo. Non perché sia perfetta – nessuno lo è – ma perché ha scelto di parlare, di dire ad alta voce ciò che molte pensano. Ha dimostrato che il successo, da solo, non basta: ci vuole anche coraggio. Il coraggio di mettere in discussione il sistema, di sfidarlo, di chiedere conto. E questo coraggio è contagioso.
Cosa possiamo fare, allora, di fronte a questa realtà? Possiamo aprire gli occhi. Possiamo ascoltare. Possiamo fare domande, anche quelle più scomode. Possiamo smettere di accettare il “è sempre stato così” come risposta sufficiente. Possiamo, soprattutto, cambiare.
E così torniamo alla domanda iniziale: il patriarcatoesiste? Sì, ma non è eterno. Come il serpente di Nietzsche, morde la sua coda. Ma noi possiamo spezzare quel cerchio. Possiamo fare in modo che, un giorno, questa domanda sembri solo un vecchio ricordo di un passato superato.
di Giorgia Pellegrini
Foto https://petsmundoanimal.com/diferencas-de-cobras-serpentes-e-viboras-conheca-as-caracteristicas/
Video https://youtu.be/7MaPtK8RAyA?si=V2K80byalxq2dZCa
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