Saggistica per immagini - La manomissione delle Parole - I Parte22/11/2019

Memoria per Saggistica per immagini - La manomissione delle Parole - I Parte

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Saggistica per immagini - La manomissione delle Parole - I Parte22/11/2019

Si può leggere un libro, si può leggere un quadro. Ultimamente mi piace coglierne più l'afflato che la forma, ne sono profondamente sedotta. Ed allora affiorano alla mia mente collegamenti strani. Un inedito divertimento che provo ad assecondare.

di Gaia Dallera Ferrario

Testi tratti da: Gianrico Carofiglio - La manomissione delle Parole

In principio era il verbo, il logos. L'incipit del Vangelo di Giovanni è un luogo obbligato per chiunque intenda riflettere sul potere della parola.
La parola ha in sè, nella sua radice, un potere vastissimo: essa crea e definisce la nostra rappresentazione del mondo, e dunque il nostro mondo, così come siamo capaci di conoscerlo.
G. Zagrebelesky, giurista italiano e giudice costituzionale, ha detto che il numero di parole conosciute e usate è direttamente proporzionale al grado di sviluppo della democrazia e dell'uguaglianza delle possibilità.
Dove vi sono poche parole vi è poca democrazia; più sono le parole che si conoscono, più ricca è la discussione politica e, con essa, la vita democratica.
Un ulteriore segnale del grado di sviluppo di una democrazia e, in generale, della qualità della vita pubblica si può desumere dalla qualità delle parole: dal loro stato di salute, da quello che riescono a significare.
D'altronde la ripetizione continua, ossessiva, è uno degli stilemi principali di una lingua totalitaria.

Democrazia e libertà

Libertà che guida il popolo, Eugène Delacroix, 1830

Nel V secolo a.C. Tucidide descrive la guerra civile di Corcira e annota:
"Cambiarono a piacimento il significato consueto delle parole in rapporto ai fatti. L'audacia sconsiderata fu ritenuta coraggiosa lealtà verso i compagni, il prudente indugio viltà sotto una bella apparenza, la moderazione schermo della codardia, e l'intelligenza di fronte alla complessità del reale inerzia di fronte ad ogni stimolo: l'impeto frenetico fu attribuito a carattere virile, il riflettere con attenzione fu visto come un sottile pretesto per tirarsi indietro. Provvedere in anticipo a tali maneggi significava apparire disgregatore della propria eteria, e terrorizzato dagli avversari." 
 
Perché vi sia libertà è necessario che tutti siano sottoposti alle leggi e che le leggi siano più potenti degli uomini. Se invece in uno stato c'è un uomo più forte delle leggi, non esiste la libertà dei cittadini. Libertà e liberismo non sono sinonimi: mettere insieme i due concetti confondendoli, significa inquinare parole e verità, nonchè gli argomenti del dibattito politico e civile.

Amore 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Antiquity (Daughters of Leucippus), Jeff Koons, 2010/2012

Parlare di partito dell'amore è da imbroglioni... L'amore come l'odio non consente argomentazione, il dubbio critico, la mediazione, che sono figure essenziali per una buona politica. Produce un consenso basato sugli istinti, non sulla ragione.

Il potere costruito su basi emotive è il contrario della democrazia, che si fonda invece sulla discussione critica, sulla ricezione di istanze molteplici: è un potere che regredisce alla logica primitiva dell'amico - nemico.

E l'amore sarà altresì corrotto da tali definizioni, un amore a mandato e non esente dalla propria scadenza.

Vergogna


Michelangelo, Cacciata dal paradiso terrestre, 1510

La vergogna - parola e sentimento - ricorre con sorprendente frequenza nelle opere di Shakespeare: ben 344 volte.

La vergogna è determinata dalla percezione, o dalla paura, della violazione, dinanzi a se stessi e agli altri, di una norma, di un principio etico, di un ordine del mondo.
E dunque possiede anche una dimensione estetica, ha a che fare con la bellezza.
La vergogna è un sentimento sia individuale che sociale e, la tendenza di oggi, e che non ci sia più. Anzi la vergogna sembra investire direttamente se stessa: è vergognoso vergognarsi perché è lo stigma dell'insuccesso, del fallimento, o semplicemente della frustrazione. Ma solo chi conosce vergogna possiede la capacità di applicare il suo contrario: onore, dignità. Essere capaci di provare vergogna significa conoscere un fondamentale meccanismo di difesa della salute morale.
A differenza della colpa, migliora se stessi, ci da la possibilità di rifondarci.
 

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Il Giornale del Ricordo

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