Saggistica per immagini - La manomissione delle Parole - I Parte22/11/2019
Saggistica per immagini - La manomissione delle Parole - I Parte22/11/2019
Si può leggere un libro, si può leggere un quadro. Ultimamente mi piace coglierne più l'afflato che la forma, ne sono profondamente sedotta. Ed allora affiorano alla mia mente collegamenti strani. Un inedito divertimento che provo ad assecondare.
di Gaia Dallera Ferrario
Testi tratti da: Gianrico Carofiglio - La manomissione delle Parole
G. Zagrebelesky, giurista italiano e giudice costituzionale, ha detto che il numero di parole conosciute e usate è direttamente proporzionale al grado di sviluppo della democrazia e dell'uguaglianza delle possibilità.
Dove vi sono poche parole vi è poca democrazia; più sono le parole che si conoscono, più ricca è la discussione politica e, con essa, la vita democratica.
Un ulteriore segnale del grado di sviluppo di una democrazia e, in generale, della qualità della vita pubblica si può desumere dalla qualità delle parole: dal loro stato di salute, da quello che riescono a significare.
D'altronde la ripetizione continua, ossessiva, è uno degli stilemi principali di una lingua totalitaria.
Democrazia e libertà
Libertà che guida il popolo, Eugène Delacroix, 1830
Amore
Antiquity (Daughters of Leucippus), Jeff Koons, 2010/2012
Parlare di partito dell'amore è da imbroglioni... L'amore come l'odio non consente argomentazione, il dubbio critico, la mediazione, che sono figure essenziali per una buona politica. Produce un consenso basato sugli istinti, non sulla ragione.
Il potere costruito su basi emotive è il contrario della democrazia, che si fonda invece sulla discussione critica, sulla ricezione di istanze molteplici: è un potere che regredisce alla logica primitiva dell'amico - nemico.
E l'amore sarà altresì corrotto da tali definizioni, un amore a mandato e non esente dalla propria scadenza.
Vergogna
Michelangelo, Cacciata dal paradiso terrestre, 1510
La vergogna - parola e sentimento - ricorre con sorprendente frequenza nelle opere di Shakespeare: ben 344 volte.
La vergogna è un sentimento sia individuale che sociale e, la tendenza di oggi, e che non ci sia più. Anzi la vergogna sembra investire direttamente se stessa: è vergognoso vergognarsi perché è lo stigma dell'insuccesso, del fallimento, o semplicemente della frustrazione. Ma solo chi conosce vergogna possiede la capacità di applicare il suo contrario: onore, dignità. Essere capaci di provare vergogna significa conoscere un fondamentale meccanismo di difesa della salute morale.