Cinzia Brugnola - Attrice magica

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Cinzia Brugnola - Attrice magica

di Roberto Dall'Acqua

Cinzia Brugnola è attrice, performer e formatrice, lavora in teatro, cinema e televisione. Friulana d’origine e milanese d’adozione. 

- Come diventa attrice Cinzia Brugnola?

Cinzia Brugnola diventa attrice quasi per caso. Grazie al mio ex ex fidanzato che aveva notato in me delle qualità che ancora non avevo scoperto. Mi ha incoraggiata ad iscrivermi ad un corso di teatro e da lì è scoccata la scintilla: mi sono letteralmente innamorata del mondo del teatro. All'inizio, non avevo alcuna ambizione professionale, semplicemente volevo fare teatro perché mi divertiva tantissimo. Per la prima volta, avevo trovato delle persone "fuori di testa" come me, e poi nel teatro c'è quella magia che ho sempre cercato sin da bambina. In realtà, avevo già iniziato a fare teatro di strada e giocoleria molto prima di frequentare un corso di teatro. Giocavo con il diabolo e le catene infuocate, insomma, facevo cose un po' folli! Vivevo in un camper e se i social fossero stati disponibili 20 anni fa, avrei sicuramente intrapreso la carriera di youtuber.

- Raccontaci le tue esperienze.

Ma poi quel corso serale di teatro è diventato l'anno dopo un corso professionale e due anni dopo il mio debutto come protagonista ne "La sposa francese", per la regia di Mauro Piombo.
Ho proseguito la mia formazione presso il Pontedera Teatro, frequentando un corso di Alta Formazione nel teatro d'innovazione: è stata un'esperienza stupenda e intensa. Immagina dodici attori che, per sei mesi, si occupano solo di studiare con i migliori professionisti del settore, come Roberto Latini, Raffaella Giordano e Cesar Brie. Alla fine del corso, abbiamo intrapreso una tournée di un mese con altre compagnie, in quanto il progetto era interregionale e coinvolgeva la Toscana, la Valle d'Aosta, la Puglia e la Campania. Abbiamo avuto tutto ciò di cui avevamo bisogno: alloggio e cibo, e dovevamo solo dedicarci al teatro, vivendo in una sorta di Grande Fratello del teatro insieme ad altri undici attori. È stata un'esperienza intensa ed indimenticabile.
Un'altra esperienza con un maestro che porto nel cuore è stata con Carlo Boso, esperto di Commedia dell'Arte. Con lui ho scoperto l'amore per l'arte teatrale in senso profondo e autentico. Un vero maestro con la M maiuscola, che ha un amore viscerale per il teatro e un'energia inesauribile. Ho avuto anche la fortuna di lavorare con lui in diverse produzioni, tra cui “Arlecchino servitore di due padroni” e "Ottomarzo".
Per raccontare tutte le mie esperienze servirebbe un libro intero, poiché sono una di quelle bestioline irrefrenabili che si buttano in mille progetti e si cimentano in molteplici attività. La recitazione sul palcoscenico è la mia prima grande passione, nella quale ho interpretato ruoli brillanti ma anche molto drammatici. Confesso di avere la lacrima facile, tanto che una volta una spettatrice, vedendomi piangere in scena, esclamò a gran voce "Ma sono lacrime vere!".
Negli ultimi anni ho scoperto il cabaret e ho iniziato a scrivere stand-up comedy, una vera sfida che mi ha permesso di esplorare nuove forme di espressione artistica.
Ho lavorato in televisione in ruoli drammatici, come ad esempio in "Amore Criminale", ma anche in ruoli comici, come in "Il Vegetale" di Rovazzi. Nel cinema, ho recitato sia in ruoli drammatici, come in "The Lack", sia in ruoli comici.
Attualmente sto collaborando anche con QVC, dove la mia passione per la cucina sana e salutare mi ha portato a essere ospite in qualità di cuoca. Il bello della mia professione è proprio questo: incontrare tante professionalità diverse, fare esperienze uniche, calarsi nei panni di personaggi diversi e poter essere mille persone senza quasi spostarsi da casa.


- L’atto del recitare può fermare il tempo?

La recitazione può creare un'esperienza potente e coinvolgente che sembra bloccare il tempo.
Gli attori, quando si connettono profondamente con i loro personaggi e li interpretano in modo autentico e coinvolgente, sono in grado di creare un'esperienza straordinaria che sembra estendersi ben al di là della durata effettiva della performance. Inoltre, la recitazione può influenzare anche la percezione del tempo dello spettatore. Quando siamo immersi in uno spettacolo teatrale o cinematografico, la nostra attenzione è completamente assorbita dall'azione sul palcoscenico o sullo schermo, permettendoci di concentrarci solo sul presente e di dimenticare i nostri problemi quotidiani. Questo crea un senso di "blocco" del tempo e di totale coinvolgimento nell'esperienza. Come in un libro che ci rapisce completamente e ci fa perdere la cognizione del tempo, la recitazione può trasmettere la medesima sensazione di immersività e coinvolgimento.
Quindi la recitazione può influire sulla percezione del tempo sia degli attori che degli spettatori, creando un'esperienza che sembra sfidare la realtà temporale. Tuttavia, tutto dipende dall'abilità degli attori e dalla capacità dello spettatore di entrare in sintonia con la performance. Quando questi elementi si uniscono in perfetta armonia, il tempo sembra fermarsi, creando una sensazione di magia e incanto che sembra durare per sempre.
- Il tuo ricordo , personale professionale, più emozionante
Uno dei momenti più emozionanti della mia carriera è stato quando sono entrata negli studi di Cinecittà per girare una scena del film "The Lack": camminare su quel terreno storico è stato indimenticabile. E sapere che anche Fellini era passato lì non ha prezzo!
Un altro momento indimenticabile è stato quando ho recitato per un mese intero a Parigi, a Bobigny, presso il teatro MC93, nello spettacolo "IMITATIONOFDEATH".
E poi, sicuramente, aver avuto la possibilità di calcare il palcoscenico del Piccolo Teatro sempre con i Ricci/Forte è stato un sogno che si è realizzato. Credo che per ogni attore sia un privilegio poter recitare in uno dei teatri più importanti e prestigiosi d'Europa.
- La quarta parete esiste? Tu riesci ad abbatterla?
Personalmente, ritengo che la quarta parete non esista, poiché il dialogo con il pubblico è sempre aperto. In altre parole, credo che sia fondamentale toccare il cuore delle persone: come attori, la nostra missione è proprio quella di raggiungere il pubblico, altrimenti potremmo recitare da soli nella nostra camera da letto. Per fare ciò, è necessario in qualche modo rompere quella barriera immaginaria che separa noi attori dal pubblico e creare un dialogo a tre: io, il mio testo, il mio collega, il palcoscenico e te, lo spettatore. Devo ammettere che la Stand Up Comedy e il Cabaret mi hanno insegnato molto da questo punto di vista: quando devi far ridere, non ci sono scorciatoie e se il pubblico non ride, hai fallito. Ho sbagliato tante volte che ho imparato sulla mia pelle quanto sia importante raggiungere il pubblico in modo autentico e sincero. Naturalmente, è un lavoro che non finisce mai: per questo motivo, il teatro è considerato un'arte "viva", come dicono i francesi, il "Théâtre Vivant". In caso contrario, sarebbe cinema, video o televisione... ma anche in questi mezzi bisogna saper raggiungere il pubblico e rompere la quarta parete in qualche modo.


- Sogni da realizzare?

Desideri da realizzare? Ce ne sono molti! Sono certamente orgogliosa della mia carriera, ma sento che non basta mai. Ho l'ambizione di realizzare un altro film, di fare una ricca tournée con i miei spettacoli, di recitare in una fiction. Il mondo del cinema mi affascina molto e, quando ho lavorato in "Amore Criminale" o in "The Lack", mi sono trovata molto a mio agio davanti alla telecamera, anche se lo conosco meno del palcoscenico, ma lo desidero con grande forza.

Ma i sogni devono diventare anche progetti, non è vero? E sicuramente nel teatro, la mia collaborazione forte e duratura con Silvia Beillard e Alta Luce Teatro, nel ruolo di Elizabeth Annable, avrà modo di crescere e farci crescere.
Infatti, tra poco debutteremo con la nuova produzione "Di Morte e Altre Idiozie". Non vedo l'ora e vi aspetto ad Alta Luce Teatro il 14 e 15 aprile. Si parlerà di morte in maniera completamente sarcastica e dissacrante, per far capire quanto sia importante dare valore ad ogni singolo istante della nostra vita.
Molto spesso cerchiamo di realizzare i sogni senza apprezzare quelli che abbiamo già realizzato (non per niente il mio primo testo si chiamava "Sogni Liquidi", che ancora oggi porto in scena con successo). E come dico in "Sogni Liquidi", mi auto-cito: "La vita è troppo breve per realizzare i sogni degli altri!!!"

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