Giorgio Albertazzi, una vita per il palco1923-2016
di Vito Tricarico
<<Vengono a vedermi in tanti a teatro, forse perché pensano che potrebbe essere l’ultima volta ormai>>. Era ironia la sua, quella di Giorgio Albertazzi, quando nel corso della scorsa stagione teatrale così commentava i suoi successi di pubblico in giro per l’Italia, quando ancora era in grado di catturare l’attenzione con le sue opere, con la sua arte attiva. Un’energia vitale che a lungo è riuscita a tenere a bada i suoi pur incombenti problemi cardiaci, che però non hanno impedito a quello stesso cuore di esserci per la gente, di battere sul palco, di vivere storie di vita estranee con quella grande dose di sentimento, sagacia, furba intelligenza che lo hanno reso grande, riconoscibile. Un artista puro Giorgio Albertazzi, che ha goduto della passione della recitazione fino all’alba del suo fin di vita; un uomo ancora capace di far parlare di sé nonostante i 92 anni alle spalle in cui mai è sceso a compromessi, sempre coerente nelle proprie idee ma, soprattutto, nella capacità di esprimerle, facendosi ascoltare con la forza della sola abilità interpretativa. Un attore che tanto ha dato all’improvvisazione e che molto ha recitato in giro tra palchi e piazze, nel chiuso del piccolo schermo televisivo o immerso tra la gente a contatto diretto con i loro occhi, ma che mai ha usato tecniche di finzione fuori dai suoi luoghi di espressione, nella vita reale. Giorgio Albertazzi era e resta un dominatore del teatro, un habitat naturale dove predare parole, fatti, espressioni da rendere plasmabili, per chiarirle alle orecchie di quanti, interessati, di null’altro erano in attesa se non dei suoi colpi da maestro. Era, ma in realtà lo è ancora e lo sarà a lungo, perché è francamente inutile pattugliare vigili alla ricerca di un erede – come sempre accade con personalità dal simile calibro; un erede di Giorgio Albertazzi semplicemente non c’è. E non ci sarà, perché la vera potenza di un artista che si è fatto largo solo a suon di talento, costanza e professionalità sta nel suo essere unico, distinguibile, difficilmente imitabile.
Giorgio Albertazzi, Fiesole 20 Agosto 1923 – Roccastrada 28 Maggio 2016
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