Augusto Daolio, icona di libertà1947-1992
di Mariangela Mombelli
Il 7 ottobre 1992 moriva Augusto Daolio, cofondatore insieme con Beppe Carletti dei “Nomadi”, uno dei complessi italiani più longevi, la cui produzione musicale continua ancora oggi ininterrottamente dal 1963. I testi di numerose canzoni da lui scritti, la sua voce inconfondibile, il suo modo di stare sul palco durante i concerti, hanno fatto di Augusto la bandiera e l’anima dei Nomadi, leader carismatico che ha segnato l’epoca di tanti giovani degli anni sessanta e settanta, che affidavano alle sue canzoni la voglia di libertà, il bisogno di superare i condizionamenti sociali, familiari, scolastici, la ribellione e insieme l’ansia di ricerca propri di quegli anni formidabili, come li ha definiti Mario Capanna nel titolo di un suo libro (“Formidabili quegli anni” - Garzanti, 1988). Ricordare Augusto, però, soltanto come voce dei Nomadi è estremamente riduttivo: la ricchezza della sua personalità e la sua infinita creatività si sono riversatenella scultura e nella pittura con risultati per nulla disprezzabili. I suoi quadri, come le sue canzoni, raccontano del suo amore per la natura, del suo senso della vita guardata sempre dalla parte dei più deboli, della sua capacità di arrivare nel profondo dell’animo umano per sondarne i sentimenti, i desideri, le speranze. Anche per me, ragazzina negli anni Settanta, le canzoni dei Nomadi sono state la colonna sonora della mia vita e Augusto, più di ogni altro cantautore dell’epoca, ha rappresentato una meravigliosa icona di libertà. Anch’io ho rincorso i loro concerti, macinando chilometri non solo e non tanto per andarli ad ascoltare, ma per provare ogni volta l’emozione di sentirmi parte di un mondo che stava cambiando. La morte di Augusto, avvenuta a soli 45 anni e a pochi mesi di distanza da quella di Dante Pergreffi, bassista del gruppo morto nel maggio dello stesso anno in un incidente stradale, ha rappresentato un duro colpo per i Nomadi, che sono ripartiti proprio con l’uscita di un album dal vivo - “Ma che film la vita” – che raccoglie proprio gli ultimi live fatti con la voce di Augusto. Sul libretto interno al disco si può leggere la dedica fatta dai Nomadi al compagno e amico scomparso ed è con queste parole che voglio ricordarlo <<È difficile, sai, pensarti così lontano da quella volontà solo terrena di credere che il tutto sia spazio, tempo, materia. Sono queste le cose che fanno della vita un gran carcere e l'evasione più dolce rimarrà sempre la tua… Ciao, grande Augusto, Maestro di vita, compagno di mille viaggi, l'averti saputo amico ci farà scontare pene meno amare…>>.
Augusto Daolio, Novellara 18 Febbraio 1947 – Novellara 7 Ottobre 1992
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