di Mariangela Mombelli
Tina Anselmi si è spenta all’età di 89 anni nella sua casa di Castelfranco Veneto. E’ stata la prima donna ad aver ricoperto la carica di ministro della Repubblica nel 1976 al dicastero del Lavoro e della Previdenza sociale nel governo allora presieduto da Giulio Andreotti. L’immagine di lei, cattolica, che entra al ministero rappresenta un momento significativo per l’emancipazione femminile. Dopo questa esperienza sarà ministra della Sanità nei successivi governi Andreotti quarto e quinto, legando il suo nome a importanti riforme come quella della sanità del 1978 che ha visto la nascita del Sistema Sanitario Nazionale. Sul suo tavolo di ministra arrivarono per la firma leggi importanti quali la 180 sulla chiusura dei manicomi e la 194 sull’interruzione volontaria di gravidanza. Più volte ebbe modo di raccontare, evocando un conflitto personale, che non fu cosa leggera per lei, cattolica, apporre la firma di ministro alla legge 194, ma non venne per questo meno al suo dovere istituzionale e per quello che poté, nel breve periodo in cui rimase ancora ministro, si adoperò perché quella legge non fosse disattesa. Alla sua attenzione ai problemi della famiglia e della donna dobbiamo anche la legge sulle pari opportunità del 1977. Nel 1981 l’allora presidente della Camera Nilde Iotti punta sull’integrità morale di Tina Anselmi, sulla sua fermezza e determinazione, per affidarle l’incarico di presiedere la Commissione parlamentare d’inchiesta sulla loggia massonica P2. Il risultato dell’inchiesta fu l’accertamento del coinvolgimento di esponenti della loggia massonica P2 in molte delle trame oscure del nostro Paese, <<motivo di pericolo per la compiuta realizzazione del sistema democratico>>, come scrisse poi Tina Anselmi nella sua relazione. Non a caso, per questo suo incarico, ella è stata a lungo e pesantemente criticata e bersagliata con minacce e intimidazioni. Dimenticata dalla politica ufficiale in anticipo su tanti colleghi maschi, Tina Anselmi è stata più volte candidata a Presidente dalla Repubblica fuori dai palazzi della politica. Il lungo impegno politico di Tina Anselmi ha radici nella Resistenza a cui partecipò col nome di battaglia “Gabriella” dapprima come staffetta della brigata Cesare Battisti di Gino Sartor per poi passare al Comando regionale veneto del Corpo volontari della libertà. La decisione di partecipare alla lotta partigiana nella sua Castelfranco maturò in lei dopo l’eccidio di Bassano del Grappa del settembre 1944: con le sue compagne di scuola, Tina fu portata sul viale del paese a vedere i corpi di 31 antifascisti impiccati agli alberi. Una visione orribile, che fece scattare in lei la voglia di unirsi alla lotta di Liberazione: lo stesso desiderio di vita e di libertà animò tutta la sua successiva esperienza politica che visse con autentica passione.
Tina Anselmi, Castelfranco Veneto 25 Marzo 1927 – Castelfranco Veneto 31 Ottobre 2016
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