I media non sanno parlare con le donne
I media non sanno parlare con le donne
di Roberto Dall'Acqua
È datata 20 aprile 2016, ormai nove mesi fa ma, malauguratamente, questa lettera è sempre attuale dato che, un giorno no è uno sì, una donna viene uccisa. Molto spesso dal fidanzato, compagno o marito; nella quasi totalità dei casi di nazionalità italiana sono gli aggressori. È corretto pubblicare la foto delle donne, specialmente se giovani e carine magari riprese in costume da bagno, come accade per lo più? La foto, invece, degli assassini di sesso maschile - che difficilmente sono relegati all'ergastolo e, dopo vent'anni di condanna, a dieci anni dalla pena sono già liberi - perché non viene così spesso pubblicata come dicono le statistiche di www.inquantodonna.it?
Pestare le donne: la "lezione" de La Nuova Sardegna LETTERA APERTA AL DIRETTORE DELLA NUOVA SARDEGNA
Gentile Direttore,
vogliamo invitarla a rileggere l’articolo pubblicato sul suo sito il 20 aprile dal titolo “Lei lo sveglia troppo presto e lui la riempie di botte”, a firma lu.so. , per riflettere con noi sul tono dello scritto e su alcuni passaggi che ne fanno un testo grave, violento, misogino e scorretto, irrispettoso nei confronti della donna picchiata e dunque di noi tutte e tutti.
Rileggendolo, infatti, le salterà agli occhi che gravi e gravissimi episodi di violenza vengono trattati dal punto di vista di chi commette il reato, sovvertendo le basilari regole di informazione e trasformando quello che dovrebbe essere un articolo giornalistico in un comunicato stampa redatto dal colpevole o da un maldestro difensore.
Fatti di gravità assoluta come “non ha nemmeno bussato, ha scavalcato il cancello” e “dopo averle dato una lezione” vengono rivestiti di un’ emotività quasi condivisibile da altri svegliati la mattina alle 9 dalla telefonata della fidanzata, invece che essere identificati ed annotati come reati penali quali sono. Al delinquente viene anche lasciata l’ultima parola, una battuta gradassa che conclude (in)degnamente il pezzo.
Noi chiediamo e pretendiamo che chi si occupa di informazione inizi a chiamare le cose con il proprio nome e che si smetta di sminuire qualsiasi forma di sopruso se commessa da ex, fidanzati, mariti o aspiranti amanti respinti, e La invitiamo a rivedere l’articolo in questione. Siamo sicuri che di fronte agli episodi di violenza contro le donne lei non intenda avallare l’idea che, come suggerisce l’articolo, occorra “pestarne una per educarne cento”.
In attesa di un Suo riscontro,
Emanuela Valente, blogger
Alessandra Di Pietro, giornalista
Cinzia Romano, giornalista
Paola Tavella, giornalista
Valentina Maran, blogger
Gaja Cenciarelli, scrittrice e traduttrice
Mario Benvenuto, docente e designer
Ricciocorno Schiattoso, blogger
Vittoria Camboni Candeloro, referente Movimento per l’Infanzia
Giorgio Caramanna, ricercatore
Ylenia Politano, giornalista
Slavina, scrittrice e regista
Maria Luisa Canna, infermiera
Ettore Siniscalchi, giornalista
Graziella Rocca
Silvana Renoldi, impiegata
Alessia Guidetti
Nataniela Piccoli
Andrea Mazzeo, spec. psichiatria
Viviana Pizzi, giornalista e blogger
Irene Cappai
Giulia Penzo
Irene Cappai, infermiera pediatrica
Milena Palladini
Laura Cutaia, ricercatrice
Alberto Nigra
Giovanna Ferrari, mamma di Giulia uccisa dal marito
Massimo Lizzi, blogger
Francesca Sanzo, blogger
Ilia Sassu, insegnante
Licia Palmentieri, blogger
Elisa D’Ospina, modella e scrittrice
Cristina Obber, scrittrice
Roberto Fontana
Barbara Garavaglia
Silvia Simoncini, impiegata amministrativa
Valentina Pappacena, presidente Valore Donna
Paola Mazzei
Antonella Panetta
Teresa Ciabatti, scrittrice
Monica Ricci Sargentini, giornalista
Francesca Di Muzio, avvocata presidente Centro Antiviolenza Donne
Manuel Blasi, impiegato femminista
Gian Piera Mavuli
Andrea Tomasini, giornalista
Gisella Paccoi, giornalista
Enrica Rinaldo, insegnante
Lorenzo Ballerini, fratello di Beatrice
Agnese Malatesta
Alessandra Pucci
Giovanna Casagrande
Eliana Pireddu
Loryan Corona, artista blogger
Leonardo Coen
Lucia Esther Maruzzelli, giornalista
Giovanna Ledda, pensionata
Monica Lanfranco, giornalista e formatrice sui temi della differenza di genere
Licia Capparella, guida
Paola Vallatta, giornalista
Luisanna Ciuti
Isabella Scoglio, agente di polizia
Carmen Anolfo
Debora Attanasio
Giovanna Piana, assistente sociale
Paola Zamboni
Rosanna Credendino, avvocato
Anna Floris, studentessa
Katia Salvaderi
Maria Grazia Demurtas, docente di filosofia
Margherita Pedde
Patrizia Vilardo
Gabriella Contini Gugliolo
Caterina Mion
Grazia Manca
Loredana Chessa, impiegata
Elena Tropeano
Laura Eduati, giornalista
Alba Deledda, medico veterinario
Annamaria Barbato Ricci, giornalista e opinionista
Maurizio Moschi
Michela Picardi, dottoressa
Rita Proto, giornalista
Francesca Biccone
Speranza Asproni
Esmeralda Ughi
Maria Paola Curreli
Anna Pacifico,dottoressa in filosofia e autrice
Caterina Sinibaldi,director of European Studies and Modern Languages Programme Manchester University
Adriana Gloria Marigo, poetessa
Dona Amati, poeta editora ed organizzatrice culturale
Micaela Polselli
Paola Enrica Puggioni, ginecologa
Mariangela Casadei
Maria Grazia Cagnina, cittadina italiana
Rosa Perso
Laura Bottinelli
Maria Verderame, blogger di Un Altro Genere di Comunicazione
Giulia Castelnovo, dottoressa di ricerca in Storia delle donne e dell’identità storica
Barbara Lisci, sociologa
PER CHI VUOLE SOTTOSCRIVERE LA LETTERA: inquantodonna@gmail.com
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