Dedicato a... Sebastiano Tusa1952-2019

Memoria per Dedicato a... Sebastiano Tusa

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Dedicato a... Sebastiano Tusa1952-2019

Testo di Adriana Saja

Foto di copertina tratta da www.siciliaogginotizie.it

Video tratto da www.lasicilia.it

Il ricordo più antico ma vividissimo che ho di lui, risale ai nostri 17 anni, davanti alla Questura di Palermo, dove casualmente ci incontrammo, perchè entrambi dovevamo ritirare i passaporti.

Parlando dei viaggi che stavamo per fare, ad un certo punto timidamente lui mi chiese ”Ma perchè non vieni con me?”.

Io lo guardai fisso negli occhi e dopo appena qualche istante di esitazione, entusiasta gli risposi :

- Sì, perchè no!

E mi prese per mano. Fu questa la sua dichiarazione di amore.

Sì, perchè Sebastiano è stato il più grande amore della mia vita, la mia prima convivenza, la prima vera esperienza di relazione con l'altro sesso.

Siamo stati insieme per quasi cinque anni, a Roma in quella sua deliziosa casetta di via del Lavatore, vicino Fontana di Trevi.

Tutt'e due studenti alla Sapienza, nella facoltà di lettere, condividevamo la passione per la archeologia, in particolare la preistoria. E insieme fummo allievi di Salvatore Puglisi, grande e illustre professore che segnò la nostra formazione metodologica marxista negli studi storici.

Quel nostro primo viaggio fu l'inizio del nostro amore.

Voglio raccontare un episodio singolare di quell'incredibile avventura che da Palermo, attraverso l'Austria e l'Europa dell'Est, ci portò fino al Vicino Oriente, in Turchia, Siria e Libano. E poi di ritorno da Beirut, fino a Marsiglia e Genova, per mare in un piccolo cargo di appena 19 nodi.

Eravamo giunti a Praga, e dopo aver visitato un po' la città, stanchi per il lungo girovagare, ci fermammo in piazza San Venceslao, dove per protesta contro la censura di regime si era bruciato vivo Jan Palach, appena l'anno prima. Insieme ad un'altra coppia milanese, che avevamo conosciuto poche ore prima, depositati per terra i nostri zaini, c'eravamo seduti sul marciapiede con la schiena appoggiata alla recinzione di paletti costruita intorno alla statua del santo. Stanchi morti come eravamo, finimmo per addormentarci distesi, oltrepassando così con il mezzo busto la barriera. Fummo svegliati letteralmente a calci da quattro agenti di polizia, di cui due in borghese. Urlavano esagitati, senza che noi capissimo un sola parola, perchè parlavano in lingua ceca. Al ragazzo milanese scappò l'esclamazione "Ma che fascisti che sono!", frase questa che invece loro capirono benissimo e che immediatamente accentuò la loro ira. Insomma, per farla breve, ci arrestarono e portarono in questura, chiudendoci in una cella d'isolamento, per fortuna senza dividerci. Dopo qualche ora, ci fecero uscire e ci portarono nella stanza degli interrogatori. Parlando un po' di tedesco, riuscii a capire che l'arresto era dovuto all'accusa di "manifestazione non autorizzata"! Io protestai vivamente, dicendo loro che noi volevamo solo riposare e che non avevamo avuto altra scelta che sederci per terra, vista l'assenza di panchine. Aggiunsi che queste cose non sarebbero mai successe in nessuna altra città del mondo. Alla fine ci proposero un'alternativa: o pagavamo una multa, oppure dovevamo lasciare il paese con il foglio di via. Naturalmente, e poichè avevamo già visitato la città, ci rifiutammo di pagare e accettammo il foglio di via, che ci avrebbe peraltro permesso di uscire da quella che allora era la Cecoslovacchia senza spendere soldi, che scarseggiavano.

Ma chi era Sebastiano?

Chi lo ha conosciuto da vicino come me, ne rimaneva attratto per un carisma che senz'altro possedeva, derivato da una fermezza e solidità caratteriali e da una personalità estremamente equilibrata, calma, pacata e gentile. Non ricordo mai, ma proprio mai un suo atteggiamento aggressivo, una reazione di rabbia scomposta. Nemmeno quando, come accade a tutti, poteva essere contrariato da qualcosa di molto spiacevole. Sapeva, come ogni persona forte, tenere la mani in tasca, e reagire con savoir-faire ed aplomb in ogni situazione anche di conflitto.

Il sorriso dolcissimo e ironico, la compostezza e la discrezione del comportamento, il non eccedere mai nelle reazioni, nei gesti e nelle azioni. Quello sguardo che mi entrava dentro, come l'affetto di cui mi ha circondato sempre, anche dopo che le nostre strade si divisero. Perchè mai Sebastiano si dimenticò di me. Come io di lui. E tutte le volte che ci rincontravamo o ci sentivamo per telefono, era come ci fossimo lasciati il giorno prima. Quel grande amore, sebbene superato e trasformatosi in amicizia, ce lo portavamo dentro sempre, ci apparteneva insieme ai nostri ricordi, forse perchè il più significativo della nostra vita, in quanto vissuto negli anni di passaggio in cui da adolescenti diventammo adulti.

Una persona equilibrata, dotata di una forza di volontà e di una tenacia straordinarie.

Uno studioso instancabile, estremamente metodico nel suo lavoro, un eccellente lavoro di ricostruzione storica. Tantissime le iniziative e le opere cui ha dedicato la sua vita, mettendo la sua professione davanti a qualsiasi altra cosa.

Cito soltanto la creazione della Soprintendenza del Mare, istituita immaginando una realtà composita ed articolata ma interconnessa, che si occupasse cioè contemporaneamente di archeologia, anche subacquea, di storia, di arte, di etnoantropologia, di ambiente e paessaggio.

Un politico della sinistra riformista, che dialogava con tutti e, da abile organizzatore, prediligeva il “fare” alle prese di posizione ideologiche.

Lo dimostrano, solo per fare un esempio, queste sue parole in una intervista pubblicata nel numero 7-8 del 2017 della rivista “L'Impresa”, dove, parlando del Mediterraneo che contamina e corrompe, diceva:

<<È risaputo che una certa cerchia di poteri forti europei e mondiali fortemente legati alle speculazioni finanziarie tendano a ridurre, se non ad annullare, spazi di democrazia in favore delle oligarchie bancarie. È questa l’Europa della finanza che tenta di soverchiare e annullare l’Europa dei popoli pensata dai padri dell’Unione. È una battaglia dall’esito incerto dove gli ideali si confrontano e si scontrano con i poteri finanziari. In questa temperie il Mediterraneo è debole poiché i paesi rivieraschi hanno economie deboli e sono spesso divisi tra loro non riuscendo ad attuare una politica di cartello>>.

Un uomo, Sebastiano, che si è speso per la Sicilia con entusiasmo e passione ed anche se certamente discutibili possono apparire alcune sue scelte, la sua onestà e correttezza non possono essere messe in discussione da alcun fatto.

Ingiusta e beffarda la sua morte, avvenuta per una tragica fatalità, proprio poco dopo che aveva tenacemente e coraggiosamente vinto la sua battaglia contro il cancro.

Grazie Seb... per ciò che di te mi hai regalato e per tutto quello che hai fatto per la scienza e la nostra terra di Sicilia.

Sebastiano Tusa, Palermo 2 Agosto 1952 - Bishoftu (Etiopoia) 10 Marzo 2019

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