di Roberto Dall’Acqua
La filosofia politica di una Repubblica digitale a tutti gli effetti dovrebbe prevedere che tutti i servizi digitali siano gratuiti.
Email, PEC, Internet e servizi pubblici ad accesso gratuito (fascicolo sanitario, carta d’identità elettronica, spid).
Il cittadino non paga nulla per i servizi di pubblica utilità compresi il bollo auto, il rinnovo patente, i passaggi di proprietà tra veicoli e natanti.
I servizi digitali in blochain o “Internet delle cose” sono fruibili - indistintamente a tutti i cittadini residenti in Italia senza distinzione di sesso, religione, classe sociale, nazionalità - gratuitamente.
Al fine di fornire, e migliorare i servizi, periodicamente lo Stato trova le coperture adatte a porre in essere, gratuitamente, i suddetti servizi online.
Discutibile il proposito di impiantare - come succede già in America e in Scandinavia - chip sotto pelle utilizzabili come carta d’identità elettronica e altri documenti digitali. Migliore soluzione, presumibilmente, l’utilizzo di una chiavetta USB - fornita dallo Stato alla nascita del nuovo membro della comunità (anziché fornire il codice fiscale - al fine di contenere tutte le informazioni della carta elettronica. O, meglio ancora, una casella di Cloud Storage (una nuvola): dove archiviare dati personali e sensibili. Se in Italia l’utenza digitale è verosimilmente stimata sotto i 40 milioni di fruitori, dobbiamo pensare che, nel 2021, nel mondo ci saranno 30 miliardi di strumenti tecnologici (computer, smartphone, tablet, telefonini) con cui dialogare. In un universo liquido (come scrisse il sociologo-filosofo Zygmunt Bauman) in cui la frammentazione del linguaggio si sposa con quella del pensiero, è opportuno adottare politiche lungimiranti.
Anche perché diventeremo, se già non siamo, degli inforg, <<“organismi informazionali” reciprocamente connessi e parte di un ambiente informazionale (l’infosfera), che condividiamo con altri agenti informazionali, naturali e artificiali, che processano informazioni in modo logico e autonomo>>. Frammenti di un Uno individuale per passare a un Tutto partecipativo. Un passaggio, inesorabile dall’umanesimo, dove tutto è - o meglio era - personale e intimo, al datismo del 3.0 del terzo millennio, dove vince ogni esperienza legata alla condivisione pubblica.
Più servizi ai cittadini digitali, più servizi di qualità ad alto contenuto ed efficienza. Gratuiti. Affinché l’utilizzo del digitale non sia l’ennesima spelonca ricca del bottino dei più ricchi ma un servizio reso alla comunità. Tutta e indistinta. Un’utopia da realizzare affinché non sfoci in realtà distoniche, scollegate dal sociale, e specialmente dall’universo della vita quotidiana. Specialmente perché lo Stato Sovrano, senza confini - che corre attraverso le autostrade invisibili del web e travalica gli Stati stessi dell’Unione Europea - sia libero e indipendente - sovrano appunto - senza limiti e costantemente interconnesso.
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