Grazie, il piacere è tutto mio: un inno all’orgasmo4/5/2019
Grazie, il piacere è tutto mio: un inno all’orgasmo4/5/2019
di Ilaria Cerioli
Per tante donne provare piacere è un vero e proprio privilegio. Sembra strano nel 2019 sapere che l’orgasmo è “quello sconosciuto”. Dalle testimonianze raccolte in rete e da parte di tante amiche con cui mi confronto grazie anche al blog Spocchiosamenteilare e le serate di Evulvendo, emerge che alcune donne difficilmente provano l’orgasmo durante i loro rapporti e poche sono quelle che dichiarano di praticare autoerotismo o frequentano sexy shop. Noi stesse ci dimentichiamo della nostra vagina. Tutti ne parlano (male), tutti ne abusano (ancor peggio), tutti la desiderano (purtroppo, una volta ottenuto l’accesso all’origine dumonde, mica sanno cosa farne!). Insomma l’organo sessuale femminile è da sempre oggetto di attenzione o per reprimere o per limitare o regolarizzarne la complessità. La fumettista svedese Liv Stromquist, autrice di un manuale della vagina “Il frutto della conoscenza”, Fandango 2017, con intelligente ironia, dimostra come questa sia ancora oggetto di imbarazzo, tanto da evitare di parlarne liberamente. Nel 2019 una donna che dichiara di praticare autoerotismo o semplicemente pretende la sua soddisfazione è considerata una donna emancipata! Mi chiedo perché non semplicemente una donna normale?Rompere i tabú non è facile: significa mettere in discussione millenni di pregiudizi che hanno relegato la donna al ruolo di madre o santa (le puttane, infatti, non rientrano nella classifica in quanto dalla notte dei tempi sono solo bottino e frutto di rapine). Io sono fortunata perché Ravenna, la mia città, ospita dal 24 aprile al 16 maggio, presso il Dock 61 la mostra “Il piacere è donna. Il diritto al piacere femminile in una mostra fotografica itinerante” organizzata da Arcigay di Ravenna e Rimini. Una mostra coraggiosa e intelligente non solo per aver scelto un argomento faticoso (soprattutto in un momento storico in cui le donne devono ridiscendere in piazza per difendere i loro diritti) ma anche per il fatto che le immagini sono state il momento finale di uno studio durato mesi che ha portato alla raccolta di testimonianze di donne di tutte le età e di tutti gli orientamenti sessuali. Dalla ricerca è emerso proprio la distanza tra le nuove generazioni e chi ha qualche anno in più. Tra chi ha ereditato dalle madri e dalle nonne la libertà di usare la pillola e lo considera un diritto acquisito e chi invece ancora manifesta in difesa della legge 194 perché avverte il pericolo di una deriva culturale. Come spiega Giulia Maglia, una delle organizzatrici dell’evento, alcune ragazze intervistate sono state vaghe nel raccontare cosa significa per loro il piacere, limitandosi ad una visione romantica e delicata. Interessante, invece, la concezione del piacere legata ad un contesto più trasgressivo come quello del BDSM dove la dominazione per alcune diventa un modo consapevole di vivere le relazioni. Oppure da non sottovalutare la toccante testimonianza di alcune trans, per le quali il piacere può essere difficile da soddisfare dopo una vita spesa in trasformazione. Durante la ricerca, è emersa anche la tematica di grande attualità del Revenge Porn. E la domanda che noi tutte ci facciamo è perché una donna che liberamente decide di praticare sexting deve poi sentirsi in colpa o temere che le sue foto siano di dominio pubblico? È sconcertante la cannibalizzazione che ancora avviene del corpo femminile anche in situazioni che dovrebbero restare nella sfera del privato. Se gli uomini hanno un rapporto più diretto con il loro organo sessuale, e in fondo il piacere significa possedere, per le donne invece c’è ancora questa confusione emotiva che per cui avere o ricevere piacere si confonde con il sentimento d’amore. Concludo con un accenno al mito di Tiresia, uomo trasformato in donna. Tornato come era in origine, disse a chi chiedeva che il piacere si divide in dieci parti, ma ahimè l’uomo ne prova una sola. La donna tutte e dieci.
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