Siamo noi quel treno17/6/2019
Siamo noi quel treno17/6/2019
Testo di Martina Boselli
PH Credits: Martin Neuhof
“Siamo fragili.
Questi anni ci hanno scavato a fondo.
Sulle nostre paure e insicurezze avremmo potuto costruire grattacieli interi, e invece, abbiamo preferito distruggere tutto. L’amore da solo non basta.”
L’amore da solo non basta.
Questa è la consapevolezza che ho acquisito con gli anni, quando pur mettendoci il cuore, vedevo le persone andare via una ad una.
All’inizio restavo ferma così a lungo a guardare la porta dalla quale erano usciti, che perdevo di vista quelle che si erano aperte alle mie spalle.
Già, perché quando qualcuno si allontana dalla nostra vita, non sta davvero finendo qualcosa, in realtà, sta appena iniziando. Impieghiamo sempre troppo tempo a capirlo. E lasciamo che il tempo scorra intorno a noi, ma non per noi.
È sbagliato.
Dovremmo iniziare a pensarci come a dei treni.
Se il treno ha un guasto, necessita di essere riparato il prima possibile per poter ripartire. Invece, noi no. Ci ripromettiamo che dobbiamo cambiare, lavorare su noi stessi, abituarci ad un’assenza, andare avanti per la nostra strada, ma non lo facciamo mai. Non subito almeno.
E cominciamo a lamentarci, a prendercela con il destino, ci diciamo che abbiamo qualcosa di sbagliato insito in noi, perché tutto va sempre storto. Sembra di rivivere la scena di un film già visto, dove a cambiare sono solo i protagonisti. Ci releghiamo da soli nel deposito. Accumuliamo polvere, ruggine, il motore inizia a fondersi e a non volerne più sapere di fare una nuova tratta.
Quando finisce qualcosa, finiamo anche noi. E invece, dovremmo smettere di posarci al capolinea.
Dovremmo ripartire subito. Immediatamente.
A volte l’amore nei confronti degli altri non basta. Ma nei nostri confronti, sì. È da lì che parte tutto.
Quando ho capito di essere io il treno della mia vita, ho iniziato a vedere chi mi circonda come a dei semplici passeggeri che dovevano tenermi compagnia per un po’. E osservandoli, parlandoci anche solo una volta, mi avrebbero sicuramente insegnato qualcosa di più su me stessa.
Quando ho iniziato a capire che tutti coloro che salgono sul mio treno non sono lì per caso, ma per un motivo ben preciso, un motivo che riguarda me e me soltanto, ho cominciato a respirare più serenamente, a non avere più paura di essere preferita ad un altro treno, a lasciar salire tutti, prendendomi solo il buono delle esperienze condivise.
Non ci credo più a chi mi dice “forse eravate giusti, ma nel momento sbagliato”.
Non ci credo perché so che non esistono momenti adatti o completamente sbagliati. Perché so che la vita è solo un continuo prendere scelte: o fuori o dentro. O con me o senza me. O bianco o nero. O resti o te ne vai.
Esistono scelte per qualunque cosa. E quelle scelte le prendiamo solo ed unicamente noi.
Quando succede, mettiamo in conto che, inevitabilmente, lasceremo qualcosa fuori.
Per me esistono solo le persone che si mettono in gioco e quelle che non lo fanno, perché non ne hanno assolutamente voglia.
Ci sono le persone che decidono di affrontare il viaggio e quelle che restano a guardare le porte scorrevoli del treno standosene sul ciglio della banchina.
Le persone sono un viaggio da affrontare, ma il treno, lo stiamo guidando noi.
Andiamo avanti fino alla prossima fermata. Sempre. Anche quando qualcuno ha deciso di scendere.
Quando ho iniziato a capirlo davvero, ne ho fatti di viaggi incredibili e ne ho visti di posti meravigliosi. Non mi è più importato che non ci potessi più tornare, ciò che conta è esserci stata almeno una volta.
“Siamo fragili.
Questi anni ci hanno scavato a fondo.
Siamo passati come treni sulle nostre paure e le nostre insicurezze, ce le siamo lasciate alle spalle e abbiamo visto quel che c’era da vedere.”