Honecker: la strenua difesa del comunismo e del Muro6/12/2019

Memoria per Honecker: la strenua difesa del comunismo e del Muro

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Honecker: la strenua difesa del comunismo e del Muro6/12/2019

di Giovanni Curatola

Quando, nel 1992, l'ex capo del governo e della Difesa della Germania Est (RDT, Repubblica Democratica Tedesca) Erich Honecker fu portato alla sbarra, il Muro era crollato da oltre 2 anni, la Guerra Fredda era terminata e tutti i paesi dell'Europa orientale (Russia compresa) con rapidissimo effetto domino si erano affrancati dal comunismo. Malato irreversibilmente di cancro al fegato, Honecker difese se stesso al processo intentato contro di lui dalle potenze occidentali. Al di là di ogni valutazione politica, il testo della sua deposizione resta un documento imprescindibile per chi voglia capirne di più su quegli anni di stravolgimenti politici, economici, sociali e territoriali. Eccolo in versione quasi integrale. Può dividersi in 3 parti: nella prima l'imputato intende dimostrare come di processo politico del vincitore sul vinto si tratti, nel secondo difende il Muro e la sua funzione di argine a sciagure ben peggiori a suo dire evitate grazie ad esso, il terzo (la parte ad avviso di chi scrive più rilevante e, in buona parte, pure più attendibile) è un'accusa al liberal-capitalismo e una profezia sul futuro rimpianto che molti ex cittadini dell'est avrebbero provato per l'ex RDT.

UN PROCESSO POLITICO

“Difendendomi, non intendo certo attribuire a questo tribunale e a questo procedimento penale l'apparenza della legalità. La difesa del resto non servirebbe a niente, anche perché non vivrò abbastanza per ascoltare la vostra sentenza. La condanna che evidentemente mi volete infliggere non mi potrà più raggiungere. Basterebbe questo a dimostrare che il processo è una farsa. È una messa in scena politica. Nessuno, nelle regioni occidentali della Germania, ha il diritto di portare sul banco degli accusati o addirittura condannare i miei compagni coimputati, me o qualsiasi altro cittadino di quella Repubblica Democratica Tedesca che più di 100 stati avevano riconosciuto in termini di diritto internazionale. Questa Repubblica, che ora la Repubblica Federale Tedesca chiama stato illegale e ingiusto, è stata membro del Consiglio di Sicurezza dell'O.N.U. Non mi aspetto perciò da questo processo e da questo tribunale un giudizio politicamente e moralmente obiettivo della RDT. I giuristi più eminenti di questo paese giurano che il nostro processo altro non è che un normale processo penale, non un processo politico, non una messa in scena. Vengono arrestati i membri di uno dei più alti organismi statali del paese confinante e si dice che però la politica non c'entra niente. Si contestano ai generali della contrapposta alleanza militare le decisioni prese, ma si sostiene che la politica non c'entra niente. Quelle stesse personalità che ieri venivano ricevute con tutti gli onori come ospiti di stato e interlocutori degli sforzi congiunti per impedire che potesse mai più scaturire una guerra dal suolo tedesco, vengono oggi etichettate come criminali. Ma anche questo non avrebbe niente a che fare con la politica… Per me e, credo, per chiunque non sia prevenuto, è evidente che questo processo è politico, come solo può esserlo un processo contro la dirigenza politica e militare della RDT. Chi lo nega, mente. Mente per ingannare ancora una volta il popolo. Con questo processo si fa proprio ciò di cui noi veniamo accusati: ci si sbarazza degli avversari politici con i mezzi del diritto penale. Ma, naturalmente, secondo la legge…

Una cosa comunque è chiara: che tutti quegli uomini politici che un tempo mi chiedevano udienza ed erano felici di potermi a loro volta ricevere, non usciranno indenni da questo processo. Anche i bambini, in Germania, sapevano che degli uomini erano stati uccisi al Muro, e che tra i politici viventi il massimo responsabile del Muro ero io. Non ci sono perciò che 2 sole possibilità: o che i signori politici della RFT abbiano coscientemente, liberamente e persino avidamente cercato di avere rapporti con un assassino, o che essi coscientemente e con soddisfazione lasciano adesso che un innocente venga incolpato di omicidio. Di queste 2 possibilità nessuna torna a loro onore… Ammettiamo pure che né il signor Kohl, né gli altri ministri e dirigenti di partito della Repubblica Federale Tedesca siano ciechi (cosa che non mi sento affatto di escludere). Rimane, come scopo politico di questo processo, la volontà di discreditare totalmente la RDT, e con essa il socialismo in Germania. Il crollo della RDT e del socialismo in Germania e in Europa evidentemente ancora non gli basta. Devono eliminare tutto ciò che può far apparire questo periodo, in cui gli operai e i contadini hanno governato, in una luce diversa da quella della perversione e del delitto. La vittoria dell'economia di mercato (come chiamano oggi il capitalismo) deve essere assoluta, e così la sconfitta del socialismo. Si vuole fare in modo che quel nemico non si rialzi mai più…. Per i potenti della Repubblica Federale Tedesca il pericolo più grave è chiaramente il socialismo. E questo processo deve servire a prevenirlo, così come deve servire a prevenirlo tutta la campagna contro l’ormai scomparsa RDT, che deve essere marchiata come stato ingiusto e illegale. Le uccisioni al Muro non solo ci hanno colpito umanamente, ma ci hanno anche danneggiati politicamente. Più di ogni altro, io porto dal 1971 il peso della responsabilità politica del fatto che si è sparato contro chi cercava di attraversare senza autorizzazione il confine tra la RDT e la RFT. E’ una pesante responsabilità, certo. Dirò più avanti perché me la sono assunta. Ma intanto non posso fare a meno di sottolineare anche i mezzi che vengono utilizzati per cercare di diffamare la RDT: i morti al Muro. Questi morti devono servire, e servono, a rendere appetibile ai media questo processo, come altri in precedenza. Tra i morti mancano, però, le guardie di confine della RDT assassinate. Abbiamo e avete già visto come le immagini dei morti siano state oggetto di mercato, senza rispetto per la pietà e la decenza. Questi sono i mezzi con cui si fa politica e si crea il giusto clima. I morti servono a mostrare quanto la RDT e il socialismo fossero inumani, e anche a sviare l'attenzione dalla miseria del presente e dalle vittime dell'economia di mercato. Tutto ciò vien fatto democraticamente, legalmente, cristianamente, umanamente, per il bene del popolo tedesco. Povera Germania!

IL MURO

E ora entriamo nel merito. Ci accusano di omicidio come criminali comuni. Dato che personalmente non abbiamo ammazzato nessuna delle 68 persone la cui morte ci viene contestata, né abbiamo in qualche modo provocato la loro morte, ecco che l'accusa mi contesta di aver ordinato di rafforzare le opere di confine intorno a Berlino Ovest e gli sbarramenti di confine con la Repubblica Federale per rendere impossibile il passaggio… di aver partecipato alle decisioni di costruire ulteriori sbarramenti di mine a strappo, di migliorare il sistema di sicurezza del confine e l'addestramento all'uso delle armi da parte delle guardie confinarie per impedire gli sconfinamenti. Mi si contesta di aver dichiarato che bisognava far ricorso senza scrupoli alle armi da fuoco, cosa peraltro non vera. Le accuse contro di me, o contro di noi, si riferiscono dunque a decreti del Consiglio Nazionale della Difesa, decreti di un organo costituzionale della RDT. Oggetto del procedimento è dunque la politica della RDT, sono le decisioni prese per difendere e preservare la RDT come Stato. Questo procedimento serve a criminalizzare questa politica. La RDT deve essere marchiata come Stato illegale e ingiusto, e tutti coloro che l'hanno servita devono essere bollati come criminali… Qui non solo si prosegue la Guerra Fredda, ma si vogliono gettare le fondamenta di un'Europa dei ricchi. L'idea della giustizia sociale dev’essere soffocata una volta per tutte. Bollarci come assassini serve a questo... Se voi oggi sedete in giudizio contro di noi, lo fate come tribunale dei vincitori contro i vinti. Questo fatto è espressione dei rapporti di forza reali, ma non può pretendere validità giuridica, né costituire un atto di giustizia. Basterebbero questi argomenti a dimostrare l'illegalità dell'accusa.

Ciascuno è padrone di rendersi ridicolo di fronte alla storia a proprio piacimento, ma la costruzione del Muro fu decisa a Mosca il 5/8/1961 in una riunione degli Stati del Patto di Varsavia. In quella alleanza tra i paesi socialisti la RDT era un membro importante, ma non la potenza guida. Dato che noi - già detto - di persona non abbiamo ammazzato nessuno, né abbiamo direttamente ordinato di ammazzare nessuno, l'azione omicida viene ravvisata nella costruzione del Muro, nell'averlo tenuto in piedi e nell'imposizione del divieto di lasciare la RDT senza autorizzazione statale. E naturalmente questo non c'entrerebbe affatto con la politica! Tutti noi che avevamo a quell'epoca responsabilità di governo nei paesi del Patto di Varsavia prendemmo quella decisione politica collettivamente. Non lo dico per scaricarmi dalle mie responsabilità attribuendole ad altri; lo dico soltanto perché così è stato, e sono convinto che quella decisione di allora fosse giusta, e tale sarebbe rimasta finché non fosse terminato lo scontro tra USA e URSS. Quella decisione politica e i convincimenti che la dettarono costituiscono appunto l'oggetto di questo processo. Voi ritenete che quella decisione politica fosse sbagliata, e considerate me e i miei compagni responsabili penalmente per i morti ammazzati al muro. Ebbene, io vi dico che la decisione che voi ritenete giusta avrebbe causato migliaia o milioni di morti. Di questo ero e sono tuttora convinto, e credo ne siano convinti anche i miei compagni. E’ per questa convinzione politica che ci troviamo qui davanti a voi, e voi ci condannerete perché avete un'opinione politica diversa dalla nostra.

Come e perché si sia giunti alla costruzione del Muro non sembra che interessi la pubblica accusa. Su questo l'accusa non spende una parola. Cause e circostanze vengono del tutto ignorate, la catena degli avvenimenti storici viene arbitrariamente spezzata. Honecker ha costruito e tenuto in piedi il muro. Stop. Questa è la rappresentazione semplicistica che i giuristi tedeschi riescono a dare della storia. Quel che gli interessa è che i comunisti siano bollati da criminali, e come tali condannati. I tedeschi in realtà sono perfettamente in grado di sapere come si è arrivati al Muro, e conoscere le ragioni per cui al Muro si è sparato. Ma poiché l'accusa si comporta come se costruire muri e farvi ammazzare gente fosse una caratteristica peculiare del socialismo e come se singoli "delinquenti" come me e i miei compagni ne portassero intera la responsabilità, mi vedo costretto a riassumere la storia che ha portato al Muro.

Non appena Hitler fu messo a capo del governo, la Germania conobbe il suo primo miracolo economico. La disoccupazione era vinta; i titoli Volkswagen andavano bene e l'animo ardente del popolo portava a scacciare e assassinare gli ebrei. Il popolo tedesco in maggioranza era felice e contento. Quando scoppiò la guerra mondiale, e le fanfare annunciavano le guerre lampo contro Polonia, Norvegia, Danimarca, Belgio, Olanda, Lussemburgo, Francia, Yugoslavia, Grecia, l'entusiasmo non conobbe più confini. I cuori di quasi tutti i tedeschi battevano all'unisono con il loro cancelliere, il più grande di tutti i tempi. Nessuno immaginava che l'impero millenario sarebbe durato solo 12 anni. Quando, nel 1945, tutto fu ridotto in macerie, la Germania si trovò non padrona del mondo ma totalmente dominata dagli Alleati. La Germania fu divisa in 4 zone. Non c'era assolutamente libertà di trasferirsi da una zona all'altra, nemmeno per gli emigrati tedeschi che volevano ritornare in Germania dagli USA. Negli USA c'erano piani che prevedevano la divisione perpetua della Germania, e per effetto della Guerra Fredda proclamata dagli USA nel 1947, la Germania fu divisa per un lungo periodo in 2 parti. Come si vede, questa divisione non fu opera dei comunisti, ma degli Alleati occidentali. La costituzione della RDT seguì in un secondo tempo, e fu la conseguenza logica della costituzione della RFT. Ormai si erano formati due diversi Stati tedeschi. Ma la RFT non aveva nessuna intenzione di riconoscere la RDT e stabilire con essa rapporti pacifici. La RFT pretendeva anzi di essere l'unica rappresentante di tutta la Germania e di tutti i tedeschi. Con l'aiuto degli Alleati proclamò un embargo economico e cercò per quella via di isolare la RDT economicamente e politicamente. Una politica di aggressione senza guerra: questa fu la forma che la Guerra Fredda assunse sul suolo tedesco. Fu questa politica che portò al Muro. Dopo l'ingresso della RFT nella NATO, la RDT aderì al Patto di Varsavia. I due Stati tedeschi si fronteggiarono così come Stati membri di alleanze militari ostili. La RFT era più forte della RDT per numero di abitanti, potenza economica, legami politici ed economici. Grazie al piano Marshall e al pagamento di minori riparazioni, dovette inoltre sopportare le conseguenze della guerra in misura ridotta. Disponeva di maggiori ricchezze naturali e di un territorio più ampio. Sfruttò questa molteplice superiorità in tutti i modi, ma soprattutto promettendo ai cittadini della RDT vantaggi materiali se abbandonavano il loro paese. Molti cittadini della RDT non resistettero a questa tentazione… La RDT e gli Stati alleati del Patto di Varsavia vennero a trovarsi in una situazione difficile… Questa politica produsse nel 1961 una situazione di tensione in Germania che metteva in pericolo la pace mondiale. L'umanità si trovò sull'orlo di una guerra atomica. Questa era la situazione quando gli Stati del Patto di Varsavia decisero la costruzione del Muro. Nessuno prese quella decisione a cuor leggero. Perché divideva le famiglie, ma anche perché era il segno di una debolezza politica ed economica del Patto di Varsavia rispetto alla NATO che poteva essere compensata solo con mezzi militari. Politici eminenti fuori della Germania riconobbero dopo il 1961 che la costruzione del Muro aveva diminuito la tensione nel mondo. Franz Josef Strauss scrisse nelle sue memorie: "Con la costruzione del Muro, la crisi poteva però dirsi non solo sotto controllo ma effettivamente chiusa”… Approvando la costruzione del Muro, né io né i miei compagni ci siamo macchiati di alcuna colpa, non solo dal punto di vista del diritto, ma neanche da un punto di vista morale e politico. Ed è il caso di notare che adesso molti tedeschi sia dell'ovest che dell'est vedrebbero volentieri una riedizione del Muro.

Ci si deve anche chiedere che cosa sarebbe successo se avessimo agito come l'accusa dà per scontato che avremmo dovuto fare: cioè se non avessimo eretto il Muro, se avessimo consentito a chiunque di lasciare la RDT, segnando così spontaneamente la resa della RDT già nel 1961. Non c'è bisogno di particolare fantasia per capire quali effetti avrebbe prodotto una politica siffatta. Basta considerare quel che è successo nel 1956 in Ungheria e nel 1968 nella Repubblica Socialista Cecoslovacca. Le truppe sovietiche, tra l'altro già presenti, sarebbero intervenute anche nella RDT nel 1961, esattamente come avevano fatto negli altri paesi.  L'acutizzazione della crisi che avremmo provocato se ci fossimo attenuti al modello che l'accusa ritiene essere l'unico politicamente, moralmente e giuridicamente fondato, avrebbe comportato il rischio di una 3° guerra mondiale. Noi non abbiamo voluto, e non potevamo correre questo rischio. Se questo per voi è un crimine, pronuncerete voi stessi la vostra condanna di fronte alla storia con la vostra sentenza. Se ci condannerete per le nostre decisioni politiche del 1961 - e io penso che lo farete - la vostra sentenza sarà non solo priva di ogni fondamento giuridico, non solo emessa da un tribunale di parte, ma anche una sentenza che ignora totalmente consuetudini politiche e comportamenti di quegli stessi paesi che godono del vostro massimo rispetto come Stati di diritto. In questo contesto non voglio certo, né potrei elencare tutti i casi in cui negli ultimi 28 anni sono state prese decisioni politiche che hanno avuto un costo di vite umane, perché non voglio abusare del vostro tempo e della vostra sensibilità. E nemmeno potrei ricordarmeli tutti. Ne voglio menzionare soltanto alcuni:

Nel 1963, l'allora presidente degli Stati Uniti Kennedy decise di inviare truppe nel Vietnam per far la guerra fino al 1975 contro i vietnamiti che combattevano per la loro libertà e indipendenza. Questa decisione, che comportava una violazione eclatante dei diritti dell'uomo e del diritto internazionale, non ha mai ricevuto la minima critica. I presidenti degli USA non sono mai stati portati davanti a un tribunale, e il loro onore non ha subito la minima macchia per quella guerra. Nel 1981 l'Inghilterra fece intervenire le sue truppe contro l'Argentina per mantenere le isole Falkland come colonia per l'impero. La "lady di ferro" si assicurò in quel modo una vittoria elettorale, la sua immagine non ne fu minimamente offuscata, neanche dopo la fine delle sue fortune, e nessuno pensò di accusarla di omicidio. Nel 1983 il presidente Reagan ordinò alle sue truppe di occupare Grenada. Non c’è persona che goda di maggior rispetto in Germania di questo presidente americano. Evidentemente le vittime di questa impresa era giusto che fossero ammazzate. Nel 1986 Reagan fece bombardare in un'azione punitiva Tripoli e Bengasi, senza chiedersi se le sue bombe avrebbero colpito colpevoli o innocenti. Nel 1989 il presidente Bush ordinò di portare via da Panama, con la forza delle armi, il generale Noriega. Migliaia di panamensi innocenti furono uccisi. Ma per il presidente americano ciò non ha comportato la minima macchia, figurarsi un'accusa di omicidio. L'elenco potrebbe continuare. Anche solo menzionare la condotta inglese in Irlanda potrebbe sembrare ineducato. Sugli effetti che le armi della Repubblica Federale Tedesca producono tra i curdi della Turchia o tra i neri del Sudafrica si pongono interrogativi retorici, ma nessuno fa la conta dei morti e nessuno chiama per nome i colpevoli. Ognuno può agevolmente fare un confronto tra queste scelte e quella di erigere un Muro. Ma voi direte che non potete né dovete decidere in merito alle azioni di altri paesi, e che tutto questo non vi riguarda. Ma la RDT è esistita a motivo della contrapposizione tra i due blocchi, e credo che le azioni politiche possano essere giudicate soltanto nel loro contesto. Se voi chiudete gli occhi su quel che è successo nel mondo fuori dalla Germania dal 1961 al 1989, non potete pronunciare una sentenza giusta.

DIFESA DEL COMUNISMO E DELLA RDT

Ma anche se vi limitate alla Germania, mettendo a confronto le scelte politiche dei due Stati tedeschi, un bilancio onesto e obiettivo non può che andare a vantaggio della RDT. Chi nega al proprio popolo il diritto al lavoro o il diritto alla casa, come avviene nella RFT, mette in conto che molti si sentano negare il diritto all'esistenza e non vedano altra soluzione che togliersi la vita. La disoccupazione, la condizione dei senza tetto, l'abuso di droghe, i crimini per procurarsi la droga e la criminalità in genere sono frutto della scelta politica dell'economia di mercato. Anche scelte apparentemente neutre dal punto di vista politico, come i limiti di velocità sulle autostrade, sono determinate non da politici liberamente eletti ma dai padroni che non sono stati eletti da nessuno. Non sono io la persona che possa fare un bilancio della storia della RDT. Il bilancio sarà tratto in futuro e da altri. Ma io ho speso la mia esistenza per la RDT e dal 1971 ho avuto una responsabilità rilevante per la sua storia. E, giunto alla fine della mia vita, ho la certezza che la RDT non è stata costituita invano. Essa ha rappresentato un segno che il socialismo è possibile, e che è migliore del capitalismo. Si è trattato di un esperimento che è fallito, e bisognerà analizzare le ragioni per cui è fallito. Sicuramente ciò è accaduto anche perché noi responsabili in tutti i paesi socialisti europei abbiamo commesso errori che potevano essere evitati. Sicuramente è fallito perché i nostri avversari erano ancora troppo potenti. Ma le esperienze storiche della RDT, insieme a quelle degli altri paesi ex socialisti, saranno utili nei paesi socialisti ancora esistenti e serviranno al mondo futuro. Chi si è impegnato con il proprio lavoro e con la propria vita per la RDT, non ha vissuto invano. Un numero sempre maggiore di persone dell'est si renderanno conto che le condizioni di vita della RDT li avevano deformati assai meno di quanto la gente dell'ovest non sia deformata dall'economia di mercato, e che nei nidi, negli asili e nelle scuole i bambini della RDT crescevano più spensierati, più felici, più istruiti, più liberi dei bambini delle strade e delle piazze dominate dalla violenza della RFT. I malati si renderanno conto che nel sistema sanitario della RDT, nonostante le arretratezze tecniche, erano dei pazienti e non oggetti commerciali del marketing dei medici. Gli artisti comprenderanno che la censura, vera o presunta, della RDT non poteva recare all'arte i danni prodotti dalla censura del mercato. I cittadini constateranno che anche sommando la burocrazia della RDT e la caccia alle merci scarse non c'era bisogno che sacrificassero tutto il tempo libero che devono sacrificare ora alla burocrazia della RFT. Gli operai e i contadini si renderanno conto che la RFT è lo Stato degli imprenditori (cioè dei capitalisti), e che non a caso la RDT si chiamava Stato degli operai e dei contadini. Le donne daranno maggior valore, nella nuova situazione, alla parità e al diritto di decidere sul proprio corpo di cui godevano nella RDT… Molti capiranno anche che la libertà di scegliere tra i partiti è solo una libertà apparente. Si renderanno conto che nella vita di tutti i giorni, specialmente sul posto di lavoro, avevano assai più libertà nella RDT di quante ne abbiano ora. Infine, la protezione e la sicurezza che la piccola RDT, così povera rispetto alla RFT, garantiva ai suoi cittadini non saranno più minimizzate come cose ovvie, perché la realtà quotidiana del capitalismo si incaricherà adesso di far capire a tutti quanto fossero preziose.

Il bilancio della storia della RDT è diverso da quello che ci viene presentato dai politici e dai mass media. Voi vorreste trasformare il processo contro di noi in un processo di Norimberga contro i comunisti. Ma questo tentativo è condannato al fallimento. Nella RDT non c'erano campi di concentramento, non c'erano camere a gas, sentenze politiche di morte, tribunali speciali, non c'erano Gestapo né SS. La RDT non ha fatto guerre e non ha commesso crimini contro l'umanità. La RDT è stata un paese coerentemente antifascista, che godeva di altissimo prestigio internazionale per il suo impegno in favore della pace. Il processo contro di noi "pezzi grossi" della RDT deve servire di risposta a quanti dicono "se la prendono con i pesci piccoli, i grossi invece li lasciano scappare". II processo serve a costruire la base per bollare la RDT come Stato ingiusto e illegale. Uno Stato governato da "criminali" e "omicidi" del nostro calibro non può che essere illegale e ingiusto. Di noi si dice che siamo dei dinosauri incapaci di rinnovarci, verso l'esterno si fa invece mostra di grande flessibilità. A Gorbaciov viene attribuita la cittadinanza onoraria di Berlino e magnanimamente gli si perdona di aver elogiato i cosiddetti tiratori del Muro. All'interno invece il vecchio alleato di Gorbaciov viene messo sotto processo. Gorbaciov e io siamo stati entrambi esponenti del movimento comunista internazionale… Le mie considerazioni terminano qui. Fate dunque quello che non potete fare a meno di fare".

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