Il calcio nella Berlino di ieri e di oggi28/1/2020

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Il calcio nella Berlino di ieri e di oggi28/1/2020

di Giovanni Curatola

Associ la parola calcio alla città di Berlino e subito ti viene in mente l’Herta. Ineccepibile. Per numeri, storia, blasone, potenziale economico e seguito di pubblico, la società bianco-blu è quella che più di tutte ha sempre rappresentato, ed oggi continua a farlo, la capitale tedesca nel mondo del pallone. A quasi tutte le grandi capitali europee, che convivono con più squadre all’interno del proprio tessuto urbano (Londra ne ha addirittura più di 10), Berlino non fa certo eccezione. In più, la singolare evoluzione storico-politica delle città dalla fine della II° guerra mondiale alla riunificazione del 1990 ha chiaramente condizionato come in nessun’altra parte al mondo il destino calcistico della città.

Intanto va premesso subito che, rispetto allo strapotere delle squadre della Westfalia (Schalke 04 negli anni del nazismo e Borussia Dortmund dal secondo dopoguerra) ma soprattutto della Baviera (Norimberga fra le due guerre mondiali e Bayern Monaco dagli anni ’60 ad oggi), Berlino città ha raccolto sempre e solamente le briciole degli scudetti altrui (solo 5 titoli nazionali sui 63 assegnati con la Germania unita, di cui l’ultimo risalente addirittura al 1931). Discorso a parte va fatto per il quasi mezzo secolo di Guerra Fredda (1945-90), in cui se Berlino Ovest è rimasta totalmente all’asciutto nei 44 campionati tedeschi occidentali (Bundesliga), negli altrettanti campionati di Oberliga (Germania Est) Berlino Est ha collezionato 16 titoli (10 la Dynamo Berlin e 6 la Vorwarts Berlin). Va però subito precisato che, al di là del Muro: 1) il campionato è sempre stato non solo condizionato, ma anche pesantemente manipolato dalla politica; 2) la Dynamo Berlin, in quanto squadra della STASI, “doveva” vincere in un modo o nell’altro, e così è puntualmente avvenuto; 3) l’unica squadra di un certo valore fuori Berlino era rimasta la Dynamo Dresda (8 titoli), poiché l’altra, la Vorwarts Lipsia (squadra della Polizia Popolare della Germania Est) fu d’ufficio “impacchettata” con giocatori, staff e dirigenti e trasferita a Berlino col nome di Vorwarts Berlin per dar lustro alla capitale.

Prendiamo ora brevemente in esame le singole squadre berlinesi, lasciando per ultime (non per importanza ma un criterio puramente geografico-politico), le 3 ricadenti a Berlino Est durante la Guerra Fredda:

Herta Berlin. E’ da sempre, come accennato, la massima espressione calcistica cittadina, oltre che tra le più antiche di Germania (1892). Gioca all’Olympiastadion, l’impianto più grande (75.000 posti) ed importante di tutta la Germania, costruito durante il nazismo e particolarmente caro all’Italia per avervici qui vinto le Olimpiadi del 1936 e i Mondiali del 2006. I bianco-blu vantano 2 scudetti (1929-30 e 1930-31) e, nella loro storia recente, null’altro che una presenza pressoché costante in massima serie (Bundesliga). Con oltre 50.000 supporters in media a partita, è la squadra più seguita della città.

Viktoria Berliner FC. Nata nel 1889, è la società berlinese più antica. Ha al suo attivo 2 scudetti vinti ad inizio secolo scorso (1907-08 e 1910-11). Dal dopoguerra la società azzurra è piombata nelle serie minori da cui non è riuscita più ad emergere. Oggi disputa il campionato dilettantistico (5° serie nazionale) e, come in passato, gioca nel piccolo “Friedrich Ebert Stadion”, vicino l’aeroporto di Tempelhof (quello del “ponte aereo” durante la Guerra Fredda). Per la categoria in cui milita, ha un discreto pubblico: 5.000 affezionati a partita.

Sportliche Vereingung Blue-Weiss. Club antichissimo (1890), ma di breve gloria: 1 scudetto nel 1904-05, poi anonimato in massima serie fino alla II° guerra mondiale. Nel dopoguerra, i bianco-blu sono sprofondati nelle serie minori (Regionalliga) senza più rialzarsi tranne un inaspettato ritorno in massima serie nel 1987, seguito da una bancarotta e una pronta ridiscesa nei campionati minori. Gioca allo “Sportplatz an der Rathausstraße” (quartiere Mariendorf, parte Sud di Berlino). E’ seguito da 1.000 tifosi, tanti quanti ne può contenere il suo piccolo stadio.

T.B. (Tennis Borussia) Berlin. Nata a inizio ‘900 come società di tennis, dal 1902 è approdata al calcio divenendo l’antagonista cittadina n.1 dell’Herta. Ha i colori (bianco-viola) e lo stemma (circolare con aquila prussiana al centro) personalmente più suggestivi delle altre squadre berlinesi. Dopo la guerra è diventata un’habitué della Bundesliga 2 (la nostra Serie B). Oggi è relegata fra i dilettanti ma il suo impianto (“Mommsenstadion” zona ovest della città, vicino l’”Olympiastadion”) registra ben 6.000 spettatori a partita.

Union Berlin. E veniamo alle squadre un tempo ricadenti nella zona Est di Berlino, e in quanto tali partecipanti alla Oberliga, la Serie A della Germania Est. I biancorossi dell’Union, nati nel 1906, sono di recente riapprodati in massima serie e rappresentano oggi la seconda forza calcistica cittadina dopo l’Herta. Non hanno mai vinto nulla, né prima della II° guerra mondiale né negli anni della Germania Est, dove peraltro sono stati i più acerrimi rivali della Dynamo Berlin e i loro tifosi i più refrattari all’ideologia comunista. Vantano oggi 22.000 spettatori a partita (l’intera capienza del loro “Stadion an der Alten Forsterei”, (zona Kopernik), una tifoseria calda che non di rado si auto-coinvolge per lavori allo stadio o altre iniziative benefiche, e il “Weinhachtssingen”: la sera dell’antivigilia di ogni Natale, i 22.000 affollano lo stadio non per una partita ma per cantare melodie natalizie, mangiare dolciumi e bere vin brulé: un evento di festa collettiva unico nel panorama calcistico mondiale. Meritano l’oscar della simpatia solo per questo.    

Dynamo Berlin.  La società di calcio più detestata nella storia di Germania è stata certamente quella bianco-bordeaux. Fondata nel 1953 e passata nel 1966 alla STASI (Ministero della Sicurezza della Germania Est), la Dynamo dovette da subito diventare per esplicita volontà del regime comunista di allora una più che valida alternativa cittadina alle squadre forti di Dresda e di Lipsia. E la cosa avvenne col trasferimento forzato dei migliori giocatori di altre squadre e con la pressoché sistematica corruzione (o semplice intimidazione) di arbitri e giocatori o dirigenti avversari. La strada che Partito e Governo della Germania Est fin lì spianarono alla Dynamo, dal 1978-79 si fece in ripida discesa, così con le buone (a volte) o con le cattive (più spesso), la Dynamo vinse ben 10 scudetti di fila. Crollato il comunismo prima e la stessa Germania Est subito dopo, priva del suo ombrello protettivo la squadra piombò di colpo nelle serie inferiori del campionato tedesco nuovamente unificato. Oggi disputa la Regionalliga (nostra Serie D), dov’è supportata da 10.000 spettatori a partita (è la 3° squadra più seguita di Berlino). Pur rimodernato, il suo stadio (“Friedrich Ludwing Jahn Stadion”, vicino la Bernauer-strasse dove passava il Muro) è ancora in grado di restituire scorci e ambientazioni degli anni della Guerra Fredda, della Stasi e della Dynamo pigliatutto.

Vorwarts Berlin (oggi Frankfurter Viktoria). Come già accennato, si trattava di una squadra di Lipsia forzatamente trasferita a Berlino (coi suoi colori giallorossi e la quasi totalità dei suoi giocatori) nel 1953, per dotare la capitale di una squadra forte quando ancora l’operazione Dynamo era lungi dal nascere. Nella capitale vinse 6 scudetti, ed è solo per questo che qui la menzioniamo. Con l’avvento della Dynamo Berlin, infatti, la squadra giallorossa fu trasferita a Francoforte sull’Oder, dove non vinse più nulla e dove gioca tuttora, nella serie minori del campionato tedesco riunificato.  

Infine, un accenno che sa anche di appello. Sulla Joachimsthaler-strasse, a pochi metri dalla stazione Zoologischer,  è esistito fino al 2009 il locale "Hanne am Zoo", divenuto per chi scrive uno degli irrinunciabili punti di riferimento nei primi tour berlinesi. Pub tutto a tema calcistico, con tavolini dentro porte di calcio, lampade a forma di pallone e gagliardetti, palloni, foto, sciarpe, e tv che trasmettevano le partite. Era frequentato non solo dai calciatori dell’Herta Berlin, ma anche da quelli di altre squadre. Buona birra,  personale simpatico, clima gioviale ma tutto sommato mai chiassoso. Trovarcelo chiuso, nell'inverno del 2010, fu un brutto colpo. Se nella capitale esista al giorni attuali qualcosa di simile, non è dato sapere. 

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