Como e Milano - In guerra tra loro21/3/2020

Memoria per Como e Milano - In guerra tra loro

Add your memory to the diary

Como e Milano - In guerra tra loro21/3/2020

di Giovanni Curatola
 
Se famosa e impressa in ogni libro di storia è la Guerra dei trent’anni”, che nel ‘600 mise contro Austria e Sacro Romano Impero Germanico da un lato e le alte potenze europee dall’altro, nel suo piccolo la storia lombarda annovera una meno nota Guerra dei dieci anni (o Guerra decennale) tra i comuni di Milano e quello di Como, che all’epoca dei fatti (XII secolo) comprendeva anche il Canton Ticino, oggi territorio svizzero. Entrambi i comuni erano sotto il dominio Tedesco del Sacro Romano Impero, ma l’un l’altro rivali per motivi commerciali, religiosi e soprattutto geo-politici. Entrambi infatti si contendevano il predominio dell’industria tessile su tutta l’area padana. La Diocesi di Como poi, rimanendo filo-papale, aveva sciolto ogni legame con l’Arcidiocesi di Milano da quando questa aveva appoggiato l’imperatore contro Papa Gregorio VII. A suon di scomuniche e annullamenti di elezioni ecclesiastiche, il contrasto religioso Milano-Como proseguiva da tempo. Infine, le due città vivevano una concorrenza anche sul piano militare giacché Milano, smaniosa di una sempre più autonomia dall’Impero, intendeva assicurarsi ciò che geograficamente rientrava nel commune comasco: il possesso e il controllo del lago di Como e soprattutto dei passi alpini ticinesi che dalla Svizzera scendevano in Lombardia, chiavi del commercio in Alta Italia e unici percorsi possibili per i tedeschi in caso di attacco. Como dal canto suo, il cui confine col commune di Milano correva ad inizio XII secolo tra i paesi di Fino Mornasco e Lomazzo (oggi qualche chilometro più giù, fra Rovello Porro e Rovellasca) mal sopportava che l’altro ramo del lago (quello di Lecco) rientrasse nel territorio Milanese e non suo.
 

Insomma, motivi perché quaesti contrasti sfociassero in aperta guerra ce n’erano a sufficenza, così nel 1118, un anno dopo che un terremoto aveva raso al suolo diverse zone della città comasca, questa imbracciò le armi per il controllo di Lecco. Nottetempo, le mogli dei nipoti del presule lecchese uccisi dai comaschi raggiunsero Milano per mostrare le vesti insanguinate dei morti e chiedendo giustizia e protezione. Così Milano decise per la guerra e i suoi soldati penetrarono in  territorio comasco fin sotto al Castel Baradello di Rebbio, dove a settembre avvenne la prima battaglia del conflitto (battaglia della Morsegna) e che ancor oggi a settembre Como ricorda con la rievocazione in costume del Palio. Nel frattempo, altri soldati milanesi entrarono a Como attraverso la val Mulini. “Avendone avuta notizia – riporta Wikipedia - alcuni comaschi si staccarono dalla battaglia che stavano sin lì vincendo e, passando per il Borgo di Vico, rientrarono in città, sorprendendo i nemici nel mentre si davano al saccheggio: assaliteli, riuscirono a metterli in fuga, facendo diversi priogionieri e circa 1.000 morti”. La fuga dei milanesi fece registrare una prima, netta, vittoria comasca. Tuttavia la diplomazia milanese coalizzò contro Como ben 9 comuni (Bellagio, Pavia, Crema, Brescia, Lugano, perfino Novara, Asti, Vercelli, Verona) oltre che l'Isola Comacina. Così quando la flotta comasca attaccò Bellagio, la guerra portata sul Lago divenne anche guerra navale. La flotta comasca vinse a Menaggio e all’Isola Comacina, mentre nel Lago di Lugano furono invece le navi luganesi, alleate di Milano, ad avere inizialmente la meglio. Poi però, per recuperare la flotta caduta in mano nemica, i comaschi trascinarono via terra con carri trainati dai buoi 2 navi fino al lago di Lugano. Quindi i battelli furono di note immersi nelle acque e caricati di Soldati. Raggiunta la flotta nemica alla fonda, la distrussero agevolmente contando sul fattore sorpresa. La flotta comasca attaccò con successo anche l'Isola Comacina, quindi i soldati attaccarono Varese.

In questa fase la guerra fu decisamente favorevole a Como, che con Milano siglò un accordo volto ad impedire un attacco militare diretto tra le due città. Era il 1122. Un altro successo militare Como l’ottenne alla rocca di San Martino, in territorio luganese, il cui castello pressoché inespugnabile a causa dell’impossibilità di un attacco frontale vista l’altura, fu preso grazie al bombardamento di pietre che i comaschi scagliarono dalla montagna vicina. Ai luganesi assediati, contro cui partì contemporaneamente un attacco terrestre, non rimase che arrendersi. Malgrado le molte vittorie, Como non piegò mai completamente e definitivamente la resistenza nemica, a cui aderì pure Cantù (l’unico scontro tra canturini e comaschi avvenne a Trecallo). Con la morte del vescovo-guerriero Guido Grimoldi, per Como cominciarono i guai, culminati nel 1127 con la violazione dell’accordo da parte di Milano e col secondo e decisivo assalto in forze delle sue truppe e dei loro alleati alla città lariana. Como fu così travolta, saccheggiata e in buona parte incendiata e distrutta. I comaschi superstiti vennero alloggiati in borghi di capanne. La “guerra decennale” finì così il 27 agosto di quell’anno, con Como che divenne tributaria (praticamente sottomessa) di Milano.

Per riacquistare l’indipendenza, la città lariana dovrà attendere 35 anni. Con l’arrivo in Italia di Federico Barbarossa, Como si mise sotto le sue insegne partecipando nel 1162 italiana all'assedio e alla distruzione di Milano. Il tradimento degli accordi siglati era rimasto sempre vivo nella mente dei comaschi, che resarono grati al Barbarossa quando questi, nel 1155, rientrando in Germania per domare una rivolta dei feudatari tedeschi sostò a Como rimanendo colpito dalla città, distrutta dai milanesi, e dalle misere condizioni in cui gli abitanti  versavano da anni. Ordinò così che la città, con le sue mura e le sue torri, venisse ricostruita. Quando (marzo 1159), il Barbarossa tornò in Italia, “Como lo accolse in tripudio, vennero organizzati tornei e festeggiamenti e gli vennero consegnate simbolicamente le chiavi della città. Venne salutato come il liberatore”. I comaschi colsero l’occasione per saldare i conti con Milano alleandosi con l’Imperatore Barbarossa contro Milano, che fu assediata per 2 anni da tedeschi e comaschi e infine rasa per buona parte al suolo. Como si ritroverà infine ancora alleata del Barbarossa ancora contro Milano ai successive tempi della “Lega Lombardae della battaglia di Legnano.

© RIPRODUZIONE RISERVATA copyright www.ilgiornaledelricordo.it

Add your memory to the diary


Il Giornale del Ricordo

Write your memory