Mariangela Ottonello - “Il casale dei tre pioppi”25/3/2021

Memoria per Mariangela Ottonello - “Il casale dei tre pioppi”

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Mariangela Ottonello - “Il casale dei tre pioppi”25/3/2021

di Roberto Dall’Acqua

Dopo la silloge di poesie, Mariangela Ottonello approda al romanzo. Un racconto avvincente e finemente descritto dall’autrice ligure.

 

“IL CASALE DEI TRE PIOPPI” - LA TRAMA

Silvia, vedova sessantenne, va a vivere da sola in uno splendido casale immerso nel verde della campagna toscana. L’incontro con Alexei, un architetto di Volterra, stravolge le sue abitudini, regalandole una seconda giovinezza. Avventure, colpi di scena, momenti romantici e vicende drammatiche si alternano fino all’epilogo inatteso. Narrata in prima persona, la storia si legge tutta d’un fiato come un diario segreto trovato per caso in un vecchio cassetto.

L’AUTRICE

Nata a Campo Ligure (GE) il 10 maggio 1961, ha iniziato a scrivere poesie nel gennaio del 1972. Si trovava costretta a letto a causa di un’ingessatura. E trasfigurò in versi la sua impazienza di tornare in forma. I suoi primi soggetti: il Natale, la natura e il suo fratellino di appena tre mesi. Ha frequentato l’Istituto Magistrale “Santa Caterina” di Ovada (AL). Si è sposata nel 1983 e da allora risiede a Masone (GE). Ha già pubblicato, presso Pluriversum Edizioni una silloge poetica dal titolo Un breve preludio d’eternità (2017).

Chapter I
 

MONOLOGO INIZIALE

La strada sterrata che sale dal paesino si snoda dolcemente lungo i fianchi della collina. Sulla cima la vista spazia tra il verde circostante per approdare a ovest in un avvallamento che racchiude una lama di mare scintillante. Oltre il cancello, si apre il giardino, con il vialetto di ghiaia, orlato di cespugli di oleandri. È così che si arriva al Casale Dei Tre Pioppi, la dimora che ho scelto per trascorrervi il resto della mia vita. Casualmente, nel corso di una vacanza in Toscana, giunsi nei pressi di questa costruzione rustica che pareva addormentata nel silenzio della campagna. Il cancello era aperto, ma non c’era nessuno, almeno così sembrava, visto che le finestre erano tutte chiuse.

 

«Buongiorno!»
La voce dell’uomo alle mie spalle mi fece sobbalzare.
«L’ho spaventata? Sono Alfredo, il custode della villa.»
«Piacere… Silvia Neviani.»
«I padroni vivono in Inghilterra, non vengono quasi mai, così mi occupo anche di curare il giardino. Ci sono i fichi, l’uva… li assaggi pure!»
«Grazie, ma non vorrei disturbare, ora me ne vado» risposi un po’ intimidita.
«Ma no, non si preoccupi. Visiti il podere, è molto bello qui, c’è una vista stupenda!»
«D’accordo… se insiste…»

 

Il posto mi piacque talmente che, trascorsi molti anni, ebbi voglia di rivederlo.
Fu con enorme sorpresa che trovai un cartello appeso al cancello con la scritta «VENDESI».
Lì vicino c’era la casetta del custode. Suonai il campanello e venne ad aprire una donna sulla settantina dal viso dolce e cordiale, con vivaci occhi neri.
«Buongiorno… mi chiamo Silvia. Ho visto che il casale è in vendita e volevo chiedere informazioni al custode.»
«Salve, sono Margherita, la moglie di Alfredo.» Sorrise, stringendomi la mano. «Venga dentro, si accomodi! Mio marito è sceso in paese per fare alcune commissioni, ma tra poco dovrebbe tornare».

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