Charles Atlas per la prima volta a Milano28/3/2021
di Gaia Dallera Ferrario
Il lavoro di Charles Atlas (St. Louis, Missouri, 1949) vive di danza, performance e media da quasi quattro decenni. Il progetto espositivo allestito presso la Fondazione ICA di Milano, a cura di Alberto Salvadori e sviluppato in collaborazione con l’artista stesso, riporta i momenti salienti della sua ricerca.
Nato e cresciuto a Saint Louis nel Missouri, Charles Atlas si trasferisce a New York negli anni Settanta per dedicarsi all’attività di filmmaker. Inizia così a collaborare con la Merce Cunningham Dance Company, diventandone filmmaker in residence. Tra il 1974 e il 1983 Atlas sviluppa con il danzatore e coreografo Merce Cunningham un nuovo linguaggio ibrido che i due hanno definito media-dance o dance for camera, in cui le coreografie sono concepite ed eseguite specificatamente per la videocamera che, muovendosi in sincronia con il corpo danzante, rompe la tradizionale staticità delle riprese. Nel 1983 Atlas lascia la compagnia di Cunningham per approfondire la sua pratica artistica, collaborando spesso con artisti differenti. Tra le principali collaborazioni si ricordano quelle con danzatori, musicisti e poeti tra cui Karole Armitage, Michael Clark, DANCENOISE, Dougas Dunn, Nam June Paik, Yvonne Rainer e Marina Abramovi? e più di recente, quelle con Mika Tajima, Anohni e Lady Bunny.
La prima opera è The Waning of Justice, con la drag Lady Bunny che parla scandita da un eterno ritorno di tramonti mentre un timer calcola il tempo impiegato dal sole per scomparire all’orizzonte. Seguono le installazioni Blue Studio: Five Segments e Channels/ s, realizzate con Merce Cunningham; Hail the New Puritan, film girato con il danzatore e coreografo Michael Clark; Ex-Romance, con Karole Armitage; The Legend of Leigh Bowery, documentario sul fashion designer e performer omonimo. L’esposizione si chiude con la videoinstallazione Turning Portraits realizzata insieme all’artista Anohni.
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