Fatima, la mia prima figlia1/7/2010

Memoria per Fatima, la mia prima figlia

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Fatima, la mia prima figlia1/7/2010

di Francesca Cristiano

Si diventa madri nel momento stesso in cui scopri di esserlo, o ancora prima. Quel figlio immaginario destinato a diventare una calda realtà tangibile da annusare, guardare, coccolare, accogliere, è già stato partorito. ..e ne senti già il profumo. E’ l’attesa. Ho sognato di accarezzare, cullare, allattare il mio piccino giorno e notte ed ero felice. Il mio corpo facevo spazio, dentro l’anima e nel cuore ho fatto spazio, fuori di me c’era già un posticino tutto speciale per lui o lei. Gli antichi saperi nascosti nel profondo del mio intimo, lentamente affioravano e mi segnavano per sempre come a prepararmi a saper essere uno scrigno custode di un dono speciale, unico e irripetibile. I giorni passavano lentamente, dopo aver scoperto di essere in attesa, avevo deciso di starmene a casa tranquilla, non volevo perdermi nessun attimo di quel prodigio che avveniva dentro di me, miliardi e miliardi di cellule sempre al lavoro in una scintilla microscopica. Ho cominciato così a documentarmi, il suo papà mi regalò un libro sulla gravidanza e cominciai a leggere, leggere e innamorami, di lui o di lei, della maternità e dei bambini. “Ti desideravo così tanto, ma il tuo papà era troppo timido, lui aveva bisogno di fare un passetto in più per guardare bene il panorama, non riusciva a vedere quello che vedevo io: le colline che scivolavano giù a picco nel mare piene di vita che allattavano la vita stessa. Per questo motivo ne era molto risentito, eppure, bastava un passetto in più per potersi affacciare tutti insieme dalla splendida terrazza sulla vita. La mattina 1° luglio 2010, hai deciso di volare via molto presto lasciando vuoto il mio grembo e le mie braccia, ma nonostante tutto ero diventata madre per sempre. Un giorno ti ho sognato come un piccolo baco da seta, triste...molto triste..e mi hai salutata con la purezza e l’ innocente che ti contraddistingue. Finalmente ti conoscevo bene, eri la mia bimba e sei volata via, Fatima, senza farti abbracciare, lasciando il vuoto dentro di me e intorno a me”. Oggi, madre del suo splendido fratellino, grazie ai saperi antichi e innati che ogni donna porta dentro di se, ascoltando le altre donne, amiche e sorelle, con minuziosa maestria ho potuto rammentare ciò che si era rotto. Nuovi pensieri che mi hanno pervasa, pensieri che hanno preso slancio dai pensieri delle altre hanno dato modo di darle un posto nella nostra casa. Primogenita angelo speciale che veglia su di noi, perché ogni bambino, un bambino alla volta, ha il suo posto e tale deve rimanere. Non ci sono sostituti e non ci sono sussidiari quando la madre ama ogni figlio in modo univoco e speciale. Questo è la mia prima esperienza di maternità e la dedico a tutte le mamme speciali che hanno un bambino o più bambini nel cielo, angeli sempre presenti che vegliano su di noi e sui nostri figli chiamati a percorrere le strade di questo mondo e i cui sorrisi ci riempiono di gioia.

Ciao Fatima, da Giuseppe, Cinzia e Luigino (detto Bisino) mamma e papà.

Fatima, Milano 2010

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