di Roberto Dall'Acqua
Ho intervistato Giorgia Palmucci, attrice versatile e saggia. Molto legata a Roma, dove è nata e cresciuta, ma innamorata dell'Australia dove risiedono parenti materni.
- Giorgia racconta le tue esperienze nel mondo dello spettacolo.
Per la mia formazione sono partita dal teatro, anche se ho avuto delle piccole esperienze cinematografiche prima di iniziare gli studi, da bambina, con un piccolo ruolo nel film “Balletto di guerra”, regia di Mario Rellini e più avanti ne “Il bambino cattivo”, per la regia di Pupi Avati. In seguito ho preso parte a diversi spettacoli teatrali, cortometraggi e qualche spot televisivo.
- Vivi a Roma, quali emozioni? C’è l’Australia nella tua vita?
Roma è una città con molte contraddizioni. E’ la mia città, dove sono nata e cresciuta e con la quale ho un profondo legame. Mi ha regalato opportunità e delusioni, meraviglie e tristezze, compagnie e solitudini. Come tutti i legami veri, ci sono momenti in cui riesce a nutrirmi e quasi a consolarmi, altri in cui me ne andrei senza tornare più. Sento l’Australia come quella parte di me più nascosta, presente ma non vissuta davvero. Metà della mia famiglia da parte di mia madre vive lì; ci sono stata due volte, l’ultima un paio di anni fa. E’ un posto dove so che tornerò altre volte e grazie ad alcuni parenti con cui sono in contatto quasi quotidianamente riesco a mantenere una parte del mio cuore e del mio pensiero sempre lì.
- Il tuo ricordo, personale o professionale, più emozionante?
Uno dei ricordi più pieni e belli che ho è la “parentesi” vissuta a Los Angeles, dove sono stata nel 2017 grazie a “Torno subito”, un progetto della Regione Lazio che mi ha dato l’opportunità di andare a studiare recitazione in inglese in una scuola lì. E’ stata un’esperienza che ha unito l’ambito professionale e quello personale. Ha aperto il mio Universo ad un ambiente diverso, con cultura e lingua differenti dalle mie, dove ho incontrato persone provenienti da altre parti del Mondo, studiato recitazione con approcci altri da quello italiano, vissuto momenti che mi accompagnano ancora oggi.
- Il tuo spettacolo del cuore (concerto, film, teatro, ecc.)?
Ogni forma d’arte mi ha regalato una piccola perla. Il cinema è l’ambito dal quale forse ho preso di più, con film che hanno contribuito ad alimentare un amore nei confronti di questo mestiere. Se dovessi scegliere tre titoli cinematografici che hanno accompagnato ognuno diverse fasi della mia vita, direi “I cento passi” nella mia pubertà, “Qualcuno volò sul nido del cuculo” nell’adolescenza e “Il cigno nero” che mi ha traghettato verso l’età cosiddetta adulta, per la storia che raccontavano, ognuna così straordinariamente sociale e umana, per la forza e la meraviglia con la quale gli attori hanno dato vita a quei personaggi.
- Il tuo futuro? Prossimi obiettivi?
Nel mio futuro ci sono obiettivi più “consapevoli”, che ho scelto o che mi sono capitati, come la messa in scena di uno spettacolo al quale sto collaborando con una collega attrice e regista e con un produttore teatrale e un piccolo progetto cinematografico “a distanza” ed altri che forse ancora ignoro ma che spero possano arrivare presto e sorprendermi.
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