di Daniela Dall'Acqua
Questa cappella gentilizia fu edificata per decisione del conte Stefano Porro sul finire del XIV secolo come cappella funeraria situata accanto al castello della famiglia; una lapide presente nell’abside ne fissa la costruzione al 1369.
L’Oratorio è tuttora di proprietà della famiglia Porro Schiaffinati, la quale ha stipulato con il Comune di Lentate sul Seveso una concessione d’uso, che prevede la gestione del bene da parte dell’Ente fino al 2035 per fini culturali.
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L’Associazione Amici dell’Arte di Lentate sul Seveso ha voluto raccontare proprio la leggenda di Santo Stefano, seguendo la narrazione degli affreschi presenti nella cappella e facendosi accompagnare nella loro scoperta dai personaggi stessi della storia del Santo e dai personaggi vissuti nel Milletrecento.
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Ci introduce nella storia il monaco domenicano Pietro Calò, autore nella prima metà del Trecento, di un Legendario, raccolta di vite di santi, diffuso in vari monasteri, tra cui il convento domenicano di Sant’Eustorgio a Milano.
Gli affreschi dell’Oratorio si ispirano proprio alla “Legenda” scritta da Pietro Calò “Sulla nascita di Santo Stefano” per il racconto della vita del Santo fino al momento dell’inizio della sua attività nella comunità di Gerusalemme insieme agli Apostoli. Da quel momento la narrazione segue il racconto degli Atti degli Apostoli e del Legendario di un altro illustre domenicano, il monaco Giacomo Da Varagine che scrisse a metà del Milleduecento la raccolta di vite di santi, dal titolo “Legenda Aurea”.
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Ma i legami dell’Oratorio di Lentate con la basilica di Sant’Eustorgio a Milano non sono costituiti solo dalla presenza nella biblioteca di una copia del Legendario di Pietro Calò.
Nella basilica visse l’inquisitore Pietro da Verona nel Milleduecento, la cui uccisione è legata anche alla storia della famiglia Porro; nella basilica si trova la cappella della famiglia Visconti, affrescata nel XIV secolo dallo stesso Maestro che lavora qui a Lentate negli affreschi dell’abside.
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Santo Stefano in persona ci racconterà la sua storia, con l’intervento nel racconto della madre e di Giuliana, la vedova del console di Costantinopoli a Gerusalemme, Alessandro.
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Un pubblico speciale assisterà alla rappresentazione: il conte Stefano Porro con la sua famiglia.
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Il racconto sarà accompagnato
da canti del repertorio gregoriano, tratti dalla liturgia dedicata al Santo nel culto cattolico,
da improvvisazioni di canto armonico o difonico, di tradizione asiatica,
e da alcuni particolari strumenti sonori.
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Tutti i partecipanti - gli attori, i tecnici, i cantanti, gli organizzatori, i costumisti, gli autori - hanno realizzato questo lavoro volontariamente e con passione, per creare un ulteriore strumento di valorizzazione di questo Oratorio, che costituisce un importante patrimonio artistico nazionale, inserendosi nel filone delle architetture gotiche nobiliari lombarde e della pittura di derivazione giottesca.
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