Seabin, il “mangia-plastica” del futuro
31 July 2025
Estate significa mare, sole, vacanze, ma anche inquinamento: nei mesi di giugno, luglio e agosto nelle regioni costiere si stima un aumento del 30% della quantità di rifiuti presenti sulle spiagge e nelle acque rispetto al resto dell’anno.
La situazione è in grave peggioramento, come riporta l’indagine Beach Litter 2025 svolta da Legambiente, attraverso cui, monitorando 63 spiagge in tredici regioni, su un’area complessiva di 196.890 mq, sono stati raccolti e catalogati 56.168 rifiuti (una media di 892 rifiuti ogni 100 metri lineari). La plastica rappresenta quasi l’80% degli oggetti rinvenuti sulle 63 spiagge campionate e involucri per alimenti, mozziconi di sigaretta e cannucce sono gli scarti più comuni.
A questo problema prova a rispondere il progetto “Seabin”, un cestino “mangia-plastica” in grado di catturare fino al 70% dei rifiuti galleggianti. L’idea nasce dalle menti di due surfisti australiani, Pete Ceglinski e Andrew Turton, che, stanchi di vedere il mare sporco mentre cavalcavano le onde sulle tavole da surf, realizzarono un oggetto in grado di ripulirne le acque. Il suo funzionamento è semplice: il cestino, che lavora 24 ore su 24, resta a sfioro sull’acqua, ha una profondità di circa 80 cm ed è collegato a una pompa che crea un flusso d’acqua nel contenitore che porta con sé tutti i rifiuti. I detriti vengono poi raccolti in un sacchetto di fibra naturale e l’acqua viene filtrata e immessa nuovamente nell’ambiente.
Il progetto viene avviato in Australia nel 2014, ma negli anni successivi si è diffuso nel resto del mondo. In Italia Seabin è presente in più di 30 località da nord a sud, tra cui il porto di Capo d'Orlando (Sicilia) dove sono stati raccolti oltre 600 kg di rifiuti tra il 2021 e il 2023, a Varazze (Liguria) dove è stato installato il primo cestino con l’appoggio di Volvo Car Italia e a partire dal 2024 anche in Darsena a Milano (Lombardia). Molti di questi dispositivi sono stati introdotti grazie alla campagna PlasticLess, promossa da LifeGate nel 2020, una missione che ha visto tra gli altri anche la partecipazione di Coop, da sempre celebre per la sua lotta contro l’inquinamento da plastica. Il progetto ha portato alla Water Defenders Alliance, un’alleanza tra istituzioni, Comuni, enti di ricerca, porti e singoli cittadini, che ha lo scopo di provvedere alla difesa della acque, attraverso l’installazione di numerosi dispositivi “mangia-plastica”: Seabin, ma anche Trash Collec'Thor (altro apparecchio per la raccolta di rifiuti galleggianti) e Pixie Drone (un drone per la pulizia dei porti, introdotto per esempio a Genova). L’obiettivo? Ridurre l’inquinamento marino, ma anche e soprattutto sensibilizzare la gente comune su un problema tanto grande, quanto spesso ignorato.
di Alessia Folli
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News » ARCHITETTURE URBANE | Thursday 31 July 2025
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