Alessandra Dolci, magistrata della legalità
14 December 2025
Milano, cuore pulsante dell’economia italiana, nasconde oggi una minaccia meno visibile ma altrettanto pericolosa della criminalità tradizionale: la mafia che opera tra le pieghe delle imprese, dei cantieri, delle cooperative e degli appalti pubblici. A fronte di questo scenario complesso, una donna ha guidato - per lunghi anni - la lotta della giustizia con determinazione e lucidità: Alessandra Dolci, procuratore aggiunto alla Direzione Distrettuale Antimafia di Milano.
Originaria di Cremona, Dolci entra in magistratura nel 1986 e, lungo decenni di carriera, si distingue per coraggio, competenza e visione strategica. Prima di approdare a Milano, ha contribuito a indagini delicate come quelle di Tangentopoli a Monza, mettendo in luce la sua capacità di affrontare il crimine non solo con l’azione giudiziaria, ma anche con una profonda comprensione delle dinamiche economiche e sociali.
Dal 2018 guida la DDA di Milano, raccogliendo il testimone di figure storiche come Ilda Boccassini. Il suo approccio alla mafia è chiaro: oggi non si tratta più di uomini con la coppola che sparano per il controllo del territorio, ma di organizzazioni che riciclano denaro, aprono società di comodo, emettono fatture false e si infiltrano negli appalti pubblici. La mafia moderna, spiega Dolci, è soprattutto un fenomeno economico, capace di mimetizzarsi tra le imprese lecite e di piegare l’economia a scopi criminali.
Tra le inchieste più celebri coordinate da Dolci spicca “Crimine-Infinito”, operazione del 2010 che portò all’arresto di circa 300 esponenti della ’ndrangheta in Lombardia e Brianza, segnando una pietra miliare nella lotta alle mafie del Nord. Negli anni successivi, Dolci ha concentrato le indagini su appalti infetti, cooperative-fantasma e società prestanome, costruendo una rete investigativa che unisce precisione tecnica, conoscenza del territorio e capacità di anticipare le mosse delle organizzazioni criminali.
Dolci non si limita a perseguire i criminali: è anche voce autorevole nel dibattito pubblico, invitando istituzioni e cittadini a comprendere la metamorfosi della mafia e a riconoscere i pericoli invisibili che attraversano l’economia milanese. Con determinazione, sottolinea che la vera battaglia oggi passa dal contrasto ai reati economico-finanziari, dal monitoraggio delle imprese e degli appalti, fino al controllo del sistema creditizio.
Premiata con il Premio Nazionale Paolo Borsellino per la Legalità, Alessandra Dolci rappresenta una continuità essenziale nella magistratura antimafia del Nord. La sua figura non è solo quella di un magistrato rigoroso, ma di una donna che trasforma il lavoro quotidiano in passione, che affronta la criminalità con intelligenza, coraggio e uno sguardo sempre rivolto al futuro.
In un mondo in cui la mafia ha cambiato volto, Alessandra Dolci resta il baluardo di chi crede nella legge, nell’ordine e nella giustizia come strumenti concreti per difendere la società dai poteri occulti. La sua storia ci ricorda che la lotta alle mafie non è solo un atto di diritto, ma una missione di civiltà.
Da una decina di giorni, Alessandra Dolci ha terminato la sua carriera di magistrato.
di Giorgia Pellegrini e Roberto Dall'Acqua
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