VILIPENDIO ALLA BANDIERA

17 January 2017

di Fabrizio Paladini

Due ragazzi italiani sono stati fermati in Thailandia perché, ubriachi, hanno strappato alcune bandiere thai e sono stati ripresi dalle telecamere di sorveglianza. Fin qui, nulla di cui stupirsi, ma la cosa che più fa riflettere viene dopo: costretti dalla polizia a chiedere scusa in un video (che andrebbe fatto vedere a tutti i bulletti) nel quale dicono: "Ci dispiace, abbiamo sbagliato, non conoscevamo la legge. Da noi, in Italia, la bandiera non è tanto importante". Ecco, questo è il punto che risulta essere grave, e da cui dipende una buona parte del declino che colpisce l'Italia. Non c'è amore, non c'è orgoglio, non c'è senso dello Stato. La colpa di tutto è sempre degli altri. Un ragazzo americano o tedesco o francese o cubano avrebbe mai detto: "Da noi la bandiera non è tanto importante"? Non si insegna a difendere il Paese e non si punisce chi lo offende quotidianamente con le piccole e diffuse corruzioni, con le evasioni, con le arroganze. Quella dei due "stupidelli" in Thailandia è una piccola, ma esemplicativa storia di come questo meraviglioso Paese arranchi e non trovi vie d'uscita. Non serve essere moralisti, ma non è più sopportabile vedere un Paese, che dovrebbe, e potrebbe, essere a ben altri livelli di considerazione, sprofondare ogni giorno di più nelle piccole sabbie mobili dei piccoli tornaconto personali e non c'è mai qualcosa che si avvicini all'interesse della collettività. Amen.

(ndr): in Italia esiste il reato di vilipendio alla bandiera punito con la reclusione fino a due anni.

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