"IL SENSO DELLA VITA", DIECI ANNI DELLA BAND GHOST
19 November 2016
di Carolina Polo
Per festeggiare i primi dieci anni di carriera, i GHOST, band romana, dei fratelli Magistri, ha composto un nuovo cd di inediti "IL SENSO DELLA VITA". Già ai primi posti delle classifiche, l'album vanta collaborazioni del calibro di Ornella Vanoni e Enrico Ruggeri e molti altri.
- Com'è nata la collaborazione tra due grandi della musica come Ornella Vanoni e Enrico Ruggeri?
Abbiamo avuto la possibilità di proporre all'etichetta delle collaborazioni in sala di registrazione, come per farci una sorta di regalo per questi dieci anni di carriera. Durante i nostri Tour avevamo già avuto esperienze di questo tipo con grandi della musica italiana, ma mai per un disco. Sinceramente non ci saremmo mai aspettati delle figure di una tale importanza! Abbiamo preparato dei brani da proporre alle relative etichette, ma fino a che non si hanno risposte, nulla è mai certo; la risposta è risultata entusiasta, come ci avessero preso per mano e accompagnato in questa splendida avventura. Ci hanno messo davvero il cuore.
- In tutti i brani trattate la tematica dell'amore, perché? Il mio giornale si occupa molto della relazione con la morte, che percezione avete invece di quest'ultima?
L'amore è il cuore della vita a 360°. É il sentimento che permette di dare più emozioni e dare un senso alla vita. Non a caso, abbiamo deciso di intitolare il nuovo album "Il senso della vita"; dare un senso alla vita con cose semplici. Il nostro messaggio è questo. La morte è un sentimento che si vive con paura, già parlarne spaventa un po'; se si cerca però, di vivere apprezzando i valori semplici della vita stessa, ogni giorno abbiamo modo di donare qualcosa con positività e sorriso. La musica lo permette più di tante altre cose, perché ha un modo diretto, non ha età, colore politico o religione: unisce. Ogni giorno di vita vissuto può così far giungere al momento della morte con più serenità. Questo l'abbiamo forse compreso quando quel momento l'abbiamo sfiorato in passato.
- Avete un luogo particolare dove componete, vi ricorda qualcosa?
Comporre è anzitutto un modo per ricordare la propria terra, il tuo DNA. Quando scriviamo, principalmente a casa, ricordiamo esperienze vissute; appunti di vita, scritti durante un viaggio o in treno, vengo poi tradotte a casa, in uno studio, questo è il nostro mondo. Assumono una radice profonda, dove si uniscono immagini e fotografie raccolte per l'Italia con il sapore del quotidiano. É così che diamo un senso al nostro modo di comunicare, lo rendiamo personale.
- Che ruolo assumono memoria e ricordo nei vostri brani?
In "Ho difeso il mio amore", cover fatta anche dai Nomadi, riaffiora il ricordo di quando eravamo bambini, di nostro padre che suonava melodie, strimpellate dopo cena, e noi che stavamo ad ascoltare. Dare valore a cose semplici, per questo abbiamo scelto questo pezzo inglese. Rappresenta il ricordo della quotidianità.
- Avete una figura a voi cara scomparsa alla quale pensate mentre componete e che vorreste ricordare?
Alex: Sì assolutamente, ce ne sono diverse, ma la prima è senza dubbio mio nonno. Non ha potuto vivere il nostro rapporto con la musica, ma mi ha contagiato con la mia più grande passione, il sax. Mi ha lasciato una serie di raccolte in vinile, tra cui Charles Parker. Da quando è scomparso, ho così iniziato ad ascoltarli, questo mi ha spinto ad iniziare a suonare questo strumento che mi ha trasmesso da subito un brivido.
Enrico: Una persona molto importante è Fabiana, una nostra fan, ma anche una ragazza che ha lavorato con noi, ci è sempre stata vicina. É purtroppo scomparsa anni fa, e ha potuto vivere solo la prima parte della nostra carriera. Tutto ciò che abbiamo vissuto con lei, viaggi e momenti, mi ispirano sempre. Ci piace un po' pensare sia il nostro angelo che ci protegge.
Per ascoltare il nuovo album: https://itunes.apple.com/it/album/il-senso-della-vita/id1162093091?ign-mpt=uo%3D2
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News » INTERVISTE | Saturday 19 November 2016
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