Esperanto, la lingua del futuro
12 June 2016
di Roberto Dall'Acqua
Quante volte ti è capitato di voler conoscere una persona, di volere scambiare con lei parole ma hai desistito. E non perché sei timido ma solo perché la lingua, che non conosci, è per te un ostacolo. Il Giornale del Ricordo ha intervistato Ermigi Rodari, segretario del Circolo Esperantista Milanese, proprio per rispondere a questa domanda e per evadere alcuni quesiti riguardanti il "problema linguistico".
1) Cos'è l'esperanto e cosa si propone?
L'esperanto è una lingua internazionale ausiliaria che si propone di diventare la seconda lingua di tutti risolvendo finalmente, in modo più semplice, razionale e definitivo, il millenario problema della comunicazione fra genti che parlano lingue diverse. Finora invece ci si è sempre arrabattati ricorrendo alla lingua del paese in quel momento più dominante in chiave economica e quindi politica, militare, ecc. il greco, il latino, lo spagnolo con Carlo V, il francese di Napoleone, l'inglese grazie ora agli Stai Uniti (se fosse per l'Inghilterra oggi esso già sarebbe in inesorabile declino)….Altrimenti in futuro, quando anche gli USA, come la storia e G.B. Vico insegnano, tramonteranno saremo costretti a ricorrere alla lingua del nuovo stato egemone: oggi il pronostico è per la Cina, la cui lingua è anche difficile per gli altri, ma da sempre il subordinato deve adeguarsi a chi comanda.
2) L'Esperanto oggi. Limiti e potenzialità.
Potenzialmente ha tutti i requisiti per essere la soluzione vincente: una lingua strutturalmente ottima e completa, tecnicamente adatta per ogni necessità di espressione. La sua assoluta razionalità la rende di facile apprendimento. Inoltre è una lingua neutra, di tutti e di nessuno, e quindi non legata alle sorti di un popolo. Ma in questo stanno proprio i suoi limiti: nel non avere alle spalle il sostegno diretto e indiretto di una nazione, che invece trae dall'uso della propria notevoli vantaggi politici e specialmente economici. Finora si è sempre parlato la lingua del padrone in quel momento storico.
3) Come si supera l'egemonia della lingua inglese?
Una bella domanda.. Finora l'egemonia di una lingua è sempre stata progressivamente superata dall'avvento di un nuovo padrone. C'è solo da sperare che a livello internazionale si avverta la necessità di risolvere il problema con una soluzione razionale e definitiva. E' più facile che ciò possa avvenire in un immancabile momento storico di transizione, quando una nuova potenza sta scalzando la potenza finora dominante. Improbabile durante il periodo trionfante di quest'ultima.
4) A livello politico di governi nazionali e, ora, di UE cosa è come si sta muovendo la F.E.I. (Federazione Esperantista Italiana) ed il movimento esperantista internazionale?
Cercando di sensibilizzarli al problema. Già in parecchi Stati, Italia compresa, sono stati presentati diversi progetti di legge a favore dell'introduzione dell'Esperanto con risultati scarsi, tranne qualche eccezione. L'Esperanto non muove interessi economici, non ha lobby alle spalle, non è un serbatoio di voti elettorali. Nei governi vi sono altre priorità: di solito la fine del periodo di legislatura arriva prima che l'iter parlamentare del progetto si concluda. Più frequente qualche riconoscimento di facciata anche se talvolta di significativa importanza. Come quello dell'UNESCO che ne riconosce l'importanza e l'utilità e ne raccomanda la diffusione e l'insegnamento.
5) Rodari, diamo un po' di numeri: quanti sono gli Esperantista in Italia e nel mondo?
Non lo so e nessuno seriamente può dirlo. Una vera statistica non c'è e le cifre che corrono si basano su parametri di rilevamento di diversa impostazione. Inoltre, oltre a coloro che lo parlano, bisognerebbe in qualche modo tenere conto di coloro che lo sono idealmente…. magari precisando di essere pronti ad apprenderlo appena fosse raggiunto un certo livello di diffusione e di ufficiale riconoscimento. Certamente i parlanti sono alcuni milioni e l'importante è che essi sono presenti, sia pure con densità diverse, in tutte le parti del mondo
6) Esistono produzioni letterarie proprie, opere originali in esperanto, o solo letteratura tradotta di altre lingue?
Esistono entrambe le categorie ed ognuna con n numero considerevole di opere, a dimostrazione che il mondo esperantista è più vasto di quanto possa sembrare.
7) La Babele linguistica è superabile è fonte di fratellanza tra i popoli: qual'è la visione esperantista?
E' ovvio che un esperantista sia convinto che la Babele linguistica sia superabile!
Come pure è ovvio che la difficoltà a comunicare e dialogare è una delle barriere che aumentano la divisione fra i popoli. Quindi nell'Esperanto vi è anche un aspetto idealistico: avvicinare le genti e così favorire la fratellanza e la pace.
8) Memorie, ricordi: cosa evocano queste parole per Ermigi Rodari?
Sono esperantista da molto tempo e questo mi ha consentito di avere amici in tutto il mondo, di conoscerlo di più e meglio, di vivere esperienze quasi sempre positive che ti lasciano un bel ricordo. Impossibile riassumere tutto in poche righe.
9) <<Lo scorrere del tempo consuma il superfluo e conserva l'essenziale>>: traducilo in chiave Esperantista.
Ciò che vale ed è giusto è comunque un traguardo da tenere sempre presente e da cercare di raggiungere con doveroso impegno.
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News » INTERVISTE | Sunday 12 June 2016
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