GIGI RIVA - L’ANIMA DEL CAGLIARI
23 January 2024
di Francesco Alessi
Per i Sardi Gigi Riva non era un calciatore. Era un semidio. Uno a cui perdonare tutto, uno che aveva vinto quell'unico scudetto nel 1970 ed era come se con lui il Cagliari ne avesse vinti 3 di fila. Anche se l'anno prima , nel 1969, c'era andato davvero molto vicino alla vittoria del primo scudetto. Una festa solo rimandata. L'Italia del 1970 la Nazionale del 4 a 3, quella Italia-Germania che tutti noi ricordiamo e che ricordano bene anche i Messicani, che ci hanno pure messo una targa presso lo stadio. Eh già, l'Italia, la nazionale con 6 undicesimi appartenenti al Cagliari tra cui lui, Rombo di Tuono, ma anche altri. Ma lui, lombardo di nascita, aveva scelto la Sardegna. L'aveva scelta, sì. Con quella curiosità tipica del settentrionale che abita quelle nebbie soffuse e umide di Varese e provincia e che d'un tratto il destino lo mette di fronte alla bellezza del sole e del mare. E lui si innamora, di questa terra. Difficile da capire, piena di contraddizioni, bellissima. Unica, sicuramente.
Diverse stagioni sempre con la stessa maglia, poi il ritiro e la lunga pensione da calciatore, ma non da dirigente del Cagliari. Anni e anni di lavoro, mister Ranieri e il triplo salto, dalla C alla A. Anche oggi che gli si da l'ultimo saluto c'è ancora lui in panchina. Segno di amore. Grande, smisurato. Entrambi gloria di questa città che li ha riempiti di affetto, ne ha plasmato vite e identità. Parlava come un sardo: "quando andavamo fuori a giocare ci chiamavano pastori e io mi arrabbiavo..." c'era dappertutto questa scritta, anche sulle foto con dedica sui traghetti per il continente.
Ma era anche tipo da battaglie, diverse ne aveva fatte: per lo stadio, i contrasti con la dirigenza, tutto quello che il fantasmagorico mondo del pallone dà per scontato, ma che scontato non è mai. Fu presenza costante, anche lì. Sempre a Cagliari, fra la sua gente. Lui che da ragazzo non si sarebbe mai immaginato di venire in quest'Isola.
Apprendo la notizia in una brutta e gelida serata di questo 22 gennaio che lo ha anche visto sorridere con i medici che avrebbero voluto operarlo d'urgenza, mancava solo il suo consenso. Non c'era molto tempo, ma questa volta Rombo di Tuono, abituato a quegli scatti fulminei in area poco prima del goal, voleva solo pensarci su una notte. La notte porta sempre consiglio. Invece stavano fischiando l'inizio di Italia-Germania lassù. Beckenbauer si era presentato qualche giorno prima, avrà completato il riscaldamento. Gli altri, molti, tutti schierati, qualche sostituzione, forse. Lui no, non poteva proprio mancare e adesso è in campo con gli altri. Non vedremo la partita in mondovisione, stavolta. E non si fa così, Rombo di Tuono.
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News » LE ANIME BELLE | Tuesday 23 January 2024
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