Anna, la migliore zia del mondo1936-2010

Memoria per Anna, la migliore zia del mondo

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Anna, la migliore zia del mondo1936-2010

di Giovanni Curatola

In ricordo di Anna Curatola

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L’idea mi era venuta a Milano, durante una di quelle mie incursioni estive che ti lasciavano perplessa, perché in effetti uno che abbandona anche per poche ore la frescura di montagna per andarsi a prendere il caldo asfissiante della metropoli semideserta ad agosto, tanto normale non deve poi essere… Così quel giorno quel tuo nipote poco normale decise di regalarti un vassoietto d’argento facendoti incidere al centro la dedica: “Alla migliore zia del mondo”. Che eri mia zia lo diceva l’anagrafe, ma che oltre a quello saresti diventata anche amica, sorella, complice (spesso) e consigliera (sempre), non era scritto da nessuna parte. Un legame unico, solido, come solo gli affetti più profondi e genuini sanno essere.

Al di là e al di sopra della parentela. Eri buona, cara zia. Tanto. Troppo. Ne approfittavo anch’io. Quando ti tenevo sveglia perché piombavo a casa tua nel cuore della notte o ripartivo ancora col buio. Quando (anche da più grande) facevo i capricci per mangiare, e tu accontentavi i miei gusti, non facendomi mai mancare ad esempio quelle sottili cotolette panate di cui ancora ricordo l’odore. Quando ti facevo preoccupare perché tardavo e non c’erano telefonini. Quando da te pranzi e cene non avevano orari perché quel tuo “nipote giramondo”come mi chiamavi, andava, veniva, tornava, poi ri-usciva. Quando adeguavi la spesa al supermercato, i tuoi spostamenti e i tuoi impegni alle mie esigenze. Quando con nonna Anna (tua madre) o i miei genitori mettevi la pezza a una mia marachella, difendendomi anche quando non lo meritavo. Approfittavo della tua bontà, sì, ma sempre senza scaltrezza e alla luce del sole. Sapevo di potermelo permettere perché sapevo l’affetto che mi legava a te era ampiamente ricambiato, perché mi consideravo (e mi consideravi) il tuo nipote preferito e le tante risate insieme (in famiglia ma anche noi due soli), le lunghe conversazioni sugli argomenti più disparati, le mie tante venute su al nord (dove anche per altri motivi e in altri luoghi restava casa tua il campo-base e tu il perno centrale), centinaia di telefonate Palermo-Milano e viceversa durante l’anno (anche senza avere nulla da dirci ma solo per il piacere di sentirci) ne erano la quotidiana testimonianza. Ho sempre sostenuto che le cose materiali possono dare al massimo contentezza, perché la vera felicità la regalano solo le persone, ed a radicarmi giorno per giorno questa convinzione eri principalmente tu. Perché tante vacanze, anche quelle vostre qui a Palermo e che anche per me diventavano tali, sono indelebili nella memoria perché tu le hai valorizzate. Tanti momenti insieme li abbiamo vissuti in letizia e spensieratezza perché le nostre risate li hanno colorati. La tua casetta nel bosco di montagna è diventata per me la casa dei sogni è perché, al di là dell’oggettiva bellezza naturale e della cerchia di amici fattami, tu e i tuoi figli (miei cugini) l’avete impreziosita col vostro calore. E la terrazza di quella casa, quella terrazza sul bosco circondato da alberi fitti che regala di per se la quiete dell’anima, sono stati le innumerevoli e lunghe chiacchierate, mangiate di torta margherita e giocate a carte, al fresco pomeridiano o alla luce delle candele di citronella la sera, a farne per me un luogo unico, incomparabile, un paradiso terrestre. Ci ho portato mio figlio lo scorso settembre. Tu c’eri. Non l’ho detto a nessuno, ma ti ho vista lì, in quell’angolo della terrazza vicino la scala esterna che d’estate riempivi di fioriere e dove tanto amavi sederti. E lì la prossima volta so di ritrovarti. Non è finita, non credere di essertela svignata… D’accordo, non dovrai più aspettarmi tardi, farmi una cotoletta o essere da me svegliata in piena notte per sapere se mi sono fatto bene la barba (me lo rinfacciavi sempre, ricordi?). Ma parleremo ancora. Magari ridendo. Chiacchiereremo di politica, della nostra famiglia, di tutto... proprio come prima. Perché il tuo “nipote giramondo” ha sempre bisogno dei tuoi consigli. E tu sei troppo dolce perché io ti lasci tranquilla...  

Anna Curatola, Palermo 2 Agosto 1936 - Milano 26 Febbraio 2010

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Daniela

Anna, sì, proprio una vera guerriera dell'anima!

Roberto Dall'Acqua

Anna è stata guerriera dell'anima. Un giorno qualsiasi del 1998 la sentenza di Anna, bellissima anima dal cuore profondo e dedito all'amore per i suoi cari, fu chiara e secca: un nodulo al seno. Riecheggiano chiare e sincere le parole della dottoressa: “E' questo lo scopo della prevenzione: sentirsi dire in tempo che qualcosa non va”. Lei non ebbe paura, era una guerriera Anna e, così, fece fronte all'intervento e alle successive cure chemioterapiche, con la meravigliosa tenacia che la contraddistingueva. Il male però, si sa, è tenace e non si arrende mai e, anche questa volta, insidioso e subdolo, porta via con sé - in un freddo ma terso 26 febbraio 2010 - anche lo spirito vitale della guerriera dell'anima Anna. Una stella che per la sua famiglia non smetterà mai di splendere, un canto di passero armonico che non andrà a esaurirsi mai, una luce che non si spegnerà. Questa era Anna: un'anima leggera che non abbandonerà mai di riflettersi e e risplendere. Bella e fresca come il mare della Sicilia amata che le diede i natali. Isabella

Il Giornale del Ricordo

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