Cinzia Brugnola e Silvia Beillard contro i “Cliché”
di Roberto Dall'Acqua
Una drammaturgia chiara ed efficace descrive come il nostro percorso esistenziale, segnatamente sul versante femminile, sia lastricato di mille modi di dire scontati.
Cinzia Brugnola interpreta una donna alle prese con i “Cliché” - per la regia di Silvia Beillard -che contraddistinguono la vita. Stereotipi dati per certi come “donne al volante pericolo costante” o l’invito fatto alle donne di non osare con vestiti troppo corti per non provocare.
La nostra brava attrice - forte di un’abile scrittura del testo - snocciola una serie di pregiudizi
a cui siamo legati da millenni. C’è, in questa opera teatrale, anche la contrapposizione uomo donna che si avverte, in alcuni passaggi, come quando il padre di due figlie femmine enuncia: “Ora ubbidite a me che quando sarete sposate ubbidirete ai vostri mariti”.
L’eterno dilemma di nascere donna o uomo comporta, nella nostra società, un ruolo difficile da abbattere o solo mutare.
Significativa la voce fuori campo di Jacopo Paoli e ben congegnate le musiche di Fabrizio Rabbolini.
Prova d’attrice maiuscola per Cinzia Brugnola ben diretta dalla sapiente Silvia Beillard, anche che ha partorito il testo.
Non vorrei, però, che anche questo commento finale sia un cliché. Perché lo scopo finale del testo - intrinseco in ogni passaggio dello spettacolo - è quello di affrancare le donne, e con loro tutti noi, dai pregiudizi.
Libera donna in libero stato verrebbe voglia di scrivere parafrasando la storia.
8 MARZO 2024
ORE 21.00
VIA MONTE SUELLO 9
Roberto Cajafa progetti per il teatro
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