Origini inglesi e navali del Palermo calcio15/2/2019
Origini inglesi e navali del Palermo calcio15/2/2019
di Giovanni Curatola
I COLORI. “Ammaliato dalle esibizioni di football fornite negli spazi fangosi del porto dagli equipaggi delle navi inglesi che frequentemente scalavano Palermo, alla fine dell’800 un mix di notabili locali e inglesi mise su la prima società calcistica cittadina. Le maglie (rosse) arrivarono dall’Inghilterra con la prima nave utile. Senonché un temporale che fece un po’ ballare l’imbarcazione, comportò che queste maglie si sporcassero di carbone, stivato accanto ad esse. Il loro successivo lavaggio, in città, ebbe l’effetto di scolorire il rosso in rosa più di quanto non servì ad eliminare il nero del carbone. Risultato: un rosa-nero del tutto casuale, che all’inizio giocoforza, poi ufficialmente, fu adottato da quella che sarebbe diventata la prima squadra cittadina”. A me qualcuno da piccolo l’ha raccontata così. E anche se la realtà è ben diversa (i colori importati dall’Inghilterra erano blu e rossi perché quelli della bandiera britannica, solo successivamente mutuati in rosanero, “i colori del dolce e dell’amaro – si legge in una lettera di Giuseppe Airoldi del 1905 - proprio come i risultati altalenanti della squadra”), mi piace ancora fingere di credere a quel racconto, più stuzzicante, esotico, leggendario.
PRIME PARTITE E PRIMO DERBY. Ad ogni modo, il calcio in città ha davvero origini sul finire dell’800. Origini inglesi e…navali. Ed è su iniziativa del viceconsole britannico in città De Garston e del rampollo della nobiltà locale Ignazio Majo Pagano, detto “Gnazeddu”, che da una costola di un sodalizio sportivo inglese del 1897 dedito al cricket, al tennis e all’ippica, il 1° novembre 1900 in un locale di via Mariano Stabile n.126 si fonda l“Anglo-Palermitan Athletic Foot-ball Club”. La sede è nella villa Carini, dentro il Giardino Inglese, e il campo (il primo in città) lo si ricava presto da una spianata proprio di fronte, in via Notarbartolo angolo via Villa Sperlinga (oggi via Petrarca). La città, a quel tempo, praticamente finisce lì: oltre via Notarbartolo è tutto giardini e campagne. Il primo pallone se l’è portato Majo Pagano dall’Inghilterra, e la prima partita ufficiale si gioca neanche 2 mesi dopo, domenica 30 dicembre alle ore 14.00. Il battesimo del Palermo avviene davanti oltre 400 spettatori (nella tribunetta allestita in fretta e furia spiccano molti esponenti della nobiltà palermitana) e all’ombra di due grandi bandiere: una italiana e una inglese. Palermitani e inglesi sono i giocatori del Palermo (chiamiamolo già così), mentre totalmente inglese il team avversario, che vince 5-0. Segue, rinfresco collettivo nella dirimpettaia sede del Palermo. “Negli anni dell’avvio – si legge in “90 anni in rosanero” dello storico palermitano Vincenzo Prestigiacomo – il calcio palermitano era uno sport d’élite, sia per i praticanti che per gli spettatori. Gli incontri costituivano episodi legati agli arrivi, peraltro frequenti, di navi battenti bandiera inglese”. E’ difatti contro gli ufficiali anglosassoni dello yacht “Caterina Walker” che il 3 aprile 1901 l’”Anglo-Palermitan Athletic Foot-Ball Club” segna il suo primo gol (finirà 1-1) in una gara ufficiale. Due settimane dopo (18 aprile) è la volta del primo derby siciliano. Nel capoluogo arriva il Club Messina, e davanti a 1.000 spettatori paganti (1 lira a biglietto, incasso poi devoluto ai barcaioli disoccupati) s’impone il Palermo per 3-2. Il rinfresco che a fine gara accomuna vincitori e vinti sarà un rituale ripetuto nei derby successivi fra Palermo e Messina. La città dello Stretto, va sottolineato, fino al disastroso terremoto del 1908 che la raderà al suolo è la seconda città dell’isola, per importanza e popolazione. Catania fra l’altro non ha ancora una squadra di calcio degna di questo nome, sicché quella dei primi derby siciliani (caratterizzati quasi tutti da fair-play in campo e rivalità accesa ma civile sugli spalti) è una storia che corre unicamente sull’asse Palermo-Messina.
PRIMA TRASFERTA A MESSINA. Il 25 febbraio 1902 i palermitani battono l’equipaggio scozzese dell’“Erin”, yatch del miliardario del the Thomas Lipton, presente al match ed ammaliato dalla città al punto da istituire negli anni a venire un trofeo annuale, la “Coppa Lipton” appunto, da disputarsi fra il Palermo e altre poche squadre del Meridione (Messina e Napoli su tutte, poi Lazio). Intanto a fine anno il console De Garston torna in Inghilterra, la società cambia nome in “Palermo Sport Club”, si rinnova l’assemblea dei soci, la presidenza onoraria del club è data al cavalier Giuseppe Whitaker e quella effettiva a Majo Pagano. Proseguono frattanto le amichevoli con gli equipaggi inglesi che transitano al porto. I più prestigiosi, quelli del 22 febbraio 1904 contro l’“Aurania” (che s’impone per 1-0) e del 24 marzo contro l’“Mousoon” (vince il Palermo 1-0). Il 5 aprile è la volta della prima trasferta della storia del sodalizio palermitano. C’è da ricambiare la visita al Messina dopo il primo derby di qualche anno prima, e in riva allo Stretto si impongono i padroni di casa per 3-2. L’anno si chiude poi il 17 novembre con la prima stracittadina. Affronta il Palermo (venendone strapazzato per 8-0) il Villa Filippina, una delle tante squadre minori che stanno sorgendo in città parallelamente all’interesse generale sempre crescente per il football. (continua 1 - 3)
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