Santa Lucia è onorata da tutti i Cristiani come la protettrice dei ciechi e al Sud, specie in Puglia, e si dedicano tanti falò in svariati paesini che rappresentano una ricorrenza molto sentita.
Falò grandissimi sovrastano nelle piazze o nei centri storici e donano calore ai passanti conferendo al tutto anche un’aura di fede e di misticismo.
E’ per questo che anche io la sera del 12 dicembre ho deciso di fare un giro nel mio paese, Putignano, e gustarmi le tanto incandescenti faville dedicate alla Santa. Accanto ai fuochi diverse bancarelle dove la gente banchetta con polpette, porchetta e vin brulé. L’atmosfera natalizia è infarcita anche di luminarie e di varie decorazioni con babbi natale e angioletti.
Siamo ormai nel cuore dell’Avvento e ci sentiamo tutti più incline alla carità e alla bontà. O almeno così sembra. La gara all’acquisto di piccoli pensierini e regali si fa più ardita ma Santa Lucia ci ricorda sempre di commemorare i più svantaggiati, i ciechi che vivono il mondo attraverso gli odori, i sapori, i rumori.
A tal proposito mi viene in mente un riferimento letterario: la cecità dello scrittore portoghese Saramago che, seppur ateo, ha ben descritto la condizione di cecità e quanto questo implichi un rispetto per gli ipovedenti.
Si narra della storia di una donna che riuscirà a riscattare gli altri abitanti della sua città dalla pestilenza della cecità intesa metaforicamente come non riguardo verso il prossimo.
Del resto tutti noi quotidianamente possiamo mancare a questo compito e a Natale siamo chiamati a rettificare la nostra condotta.
Che spettacolo comunque vedere Putignano incendiarsi di amore e spirito altruista! Godetevi le foto!
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