Roberta Palopoli - “Tre per una. I crimini di Stuart Newell”19/11/2020
di Roberto Dall’Acqua
Roberta Palopoli è fine scrittrice che racconta storie originali e misteriose. “Tre per una. I crimini di Stuart Newell” (Castelvecchi Editore) - ultimo libro della scrittrice romana - ricorda, a tratti, le rarefatte atmosfere del mago dell’horror, Stephen King.
- Roberta come nasce il tuo amore per la scrittura? Parlaci del tuo ultimo libro...
Il mio amore per la scrittura è nato per caso, ma ho sempre trascorso molto tempo a leggere; la lettura aiuta molto a scrivere, a immaginare. Un giorno di qualche anno fa mi venne in mente la storia del mio primo romanzo, Mater Dolcissima, a cui sono molto legata, e decisi di raccontarla. Il secondo romanzo bussò da solo alla mia porta, immaginai il personaggio come se fosse lì, seduto sul mio divano. I miei personaggi sono creature vive..
- Sei psicologa? Ti aiuta questo nello scrivere?
Indubbiamente aiuta, sono allenata ad osservare le situazioni, le persone e soprattutto le loro reazioni agli eventi più o meno felici della vita.
- Come ti rapporti con i social? Li usi?
Sono nata nei migliori anni possibili, i social li considero dei mostri che possono essere al nostro servizio solo se manteniamo una mente salda. Cosa che molta gente non ha. E viene inghiottita dalla marea virtuale. Personalmente li uso per rimanere aggiornata, al passo, ma non li considero una miglioria alla nostra esistenza. Solo uno strumento.
- Il tuo ricordo, personale o professionale, più emozionante.
La nascita di mio figlio. Quell’emozione l’ho anche descritta, facendola vivere a un mio personaggio, in uno dei miei romanzi.
- Alejandro Jodorowski afferma: “Il tempo asciuga il superfluo e conserva l’essenziale. Che ne pensi?”.
Penso abbia ragione. Anche se mi permetto di aggiungere che dipende dall’epoca della vita in cui si inserisce “il tempo”. In gioventù è più facile dimenticare e creare nuovi ricordi; l’essenziale quasi sparisce, gli anziani spesso rimangono attaccati al passato, quindi il tempo non li aiuta.
Cioran, d’altro canto, afferma: “Quando un cane abbaia a un ombra mille cani ne fanno una realtà”. Che ne pensi?
Questo mi somiglia di più. Mi considero una outsider in senso mentale e di curiosità e l’appiattimento socio-culturale che contraddistingue questo momento storico, i fenomeni vacui, gli artisti incapaci che vengono idolatrati, sono la perfetta incarnazione triste di queste parole di Cioran.
- Come vedi il tuo futuro? Obiettivi personali e professionali
Attualmente vivo alla giornata, la pandemia ha portato incertezza, ma sicuramente, per chi saprà comprenderlo, porterà cambiamenti radicali necessari ad un sistema ormai al collasso. Cercherò di prendere al volo questa opportunità, nella confusione. Credo cambierò vita, forse posto. Sicuramente continuerò a scrivere nella speranza di regalare ai lettori viaggi piacevoli e momenti di evasione.
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