di Valeria Abate
Si è spento all’età di 91 anni, nella sua Biella che lo aveva adottato, Giovanni Liguori. Palermitano di nascita, classe 1922, Giovanni Liguori detto Gianni è mancato all’affetto dei suoi cari lo scorso 10 gennaio 2016. Una giovinezza nella sua amata Sicilia che, nell’immediato primo dopo guerra, lo ha visto crescere tra le viuzze di Palermo. La seconda guerra mondiale soprese Gianni Liguori ormai giovane uomo. All’età di vent’anni, prima che il secondo conflitto mondiale portasse ovunque paura e distruzione, Gianni Liguori lasciò Palermo per trasferirsi al Nord Italia in cerca di lavoro. Lo trovò a Biella, in uno dei tanti maglifici cittadini. E proprio a Biella, proprio in quel maglificio, Gianni Liguori trovò l’amore oltre al lavoro. Per quel palermitano appena arrivato in città, fu un colpo di fulmine. L’amore sbocciato tra un filato e l’altro si coronò nel matrimonio e nella nascita di due figli, Agostino e Annamaria. I due figli, nati a cinque anni uno dall’altra, furono la gioia più grande per la famiglia Liguori. Nati dopo la guerra, furono il simbolo della speranza e della voglia di andare avanti dopo tutto quello che era successo. Gianni Liguori e sua moglie avevano vissuto la paura dei bombardamenti in una città che diventò il fulcro della Resistenza in Piemonte. Resa geograficamente inespugnabile dalle colline che la circondano, Biella era stata teatro di intense lotte partigiane e di fatti sanguinosi legati alla guerra civile anche nel periodo post bellico. Poi tutto era finito, lasciando dietro una scia di distruzione e di tanta voglia di ricostruire. Gianni Liguori e sua moglie iniziarono col costruire la loro famiglia. Nel 1956 la nascita di Agostino e, cinque anni dopo, anche la nascita di Annamaria. Figli cui Gianni Liguori dedicò la sua intera esistenza. Le passioni di Gianni Liguori erano tante e lui le coltivava quotidianamente. Amava le lunghe passeggiate e, ancora di più, amava uscire per portare a passeggio il suo cane non di razza. Era un grande tifoso della Biellese e non passava domenica che Gianni Liguori non commentasse la partita di calcio. Sport diverso, invece, ha saputo appassionare il figlio Agostino, oggi maestro di tennis a Biella. Ma, più di ogni altra cosa, Gianni Liguori amava il mare: calmo o in burrasca, piccole onde sulla spiaggia o grandi cavalloni sulle scogliere. Cresciuto tra quei paesaggi da cartolina che solo le spiagge di Palermo sanno regalare, Gianni Liguori sentiva la mancanza del mare. Tutti sapevano di quelle sue fughe da Biella, solitamente nel mese di settembre, per godersi l’arrivo dell’autunno nella ligure Alassio. Un paesaggio diverso dalla sua Palermo, ma una cittadina che Gianni Liguori aveva scoperto negli anni e che portava nel cuore. Per Alassio, Gianni Liguori partiva da solo. Lasciava la moglie e la figlia in città e scendeva in Liguria, a respirare quell’aria di mare che sapeva scaldargli il cuore. La sua persona mancherà a tutti. Mancherà il suo accento biellese marcatamente meridionale, mancherà la sua voglia di mare, mancherà il vederlo passeggiare con il suo cane, mancherà il suo tifo per la Biellese. Ma, soprattutto, mancherà il marito e il padre che Gianni Liguori era stato per la sua famiglia.
Giovanni (Gianni) Liguori, Palermo 1925 - Biella 2016
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