Natale a Carnaby Street17/12/2021

Memoria per Natale a Carnaby Street

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Natale a Carnaby Street17/12/2021

di Roberta Colombari

La bambina in punta di piedi, avvolta nel suo mantello rosso poggiava mani e naso sulla vetrina del negozio di giocattoli.

La mamma la prese per una mano e la tirò via.

 

«Andiamo, sbrighiamoci o perderemo l’autobus.»

 

«Mamma, l’hai vista la bambola nella vetrina ? E’ quella che mi piacerebbe ricevere a Natale.»

 

«Certo, certo, come no ! Costa troppo, accontentati di guardarla.»

 

La bambina, non capiva perché la mamma si preoccupasse del prezzo, visto che lei la bambola l’avrebbe chiesta a Babbo Natale, e lui non poteva certo rifiutare di portagliela, visto che si era comportata sempre per bene.

 

Dopo cena, si mise alla scrivania in camera sua e cominciò a scrivere la letterina a Babbo Natale.

 

Carissimo Babbo Natale, io sono Virginia e sono una bambina di 6 anni e mezzo. Oggi ho visto una bambola che mi piace molto e mi chiedevo se tu me la puoi fare avere per Natale. Sono stata sempre buona. Ho aiutato mamma nelle faccende e ho fatto sempre i compiti per la scuola. Mamma dice che la bambola è troppo cara ma io credo che tu ne potrai costruire una uguale a quella senza dover fare spendere soldi alla mia mamma.

Ti abbraccio con affetto

Tua affezionata Virginia.

 

Andò nel salotto, aprì la finestra e appoggiò la lettera sul davanzale. La notte gli angeli sarebbero venuti a prenderla per consegnarla a Babbo Natale.

 

Quella notte fece molto freddo, e cominciò a nevicare. Virginia, appena sveglia andò a controllare se la lettera fosse partita.

Dovette spostare lo strato di neve per accertarsi che non fosse rimasta li sotto a quel bianco mantello che ricopriva tutto il davanzale.

Contenta di non trovarla lì, si preparò per andare a scuola, felice di poter camminare sulla neve appena caduta.

La neve non restò a lungo perché il giorno dopo un sole splendente la sciolse tutta.

La signora del terzo piano, un’anziana donna che viveva sola, uscì sul balconcino per controllare i suoi vasi in cui coltivava fiori invernali. Il più bello era quello con la rosa di Natale. Spostò qualche piccolo mucchietto dineve che era rimasta tra le foglie, assestò un pochino la terra. In quel momento si accorse, di una busta che era rimasta incastrata tra il vaso e la ringhiera. La prese e la portò in casa, dove con l’aiuto di uno strofinaccio la asciugò per riuscire a leggere il destinatario.

 

Babbo Natale Polo nord

 

La girò e lesse anche il mittente.

 

Virginia Gray Carnaby Street 28 London

 

Elisabeth, si rese conto che quello era il suo indirizzo, e pensandoci bene, le venne in mente che al piano sopra di lei, abitavano una giovane con la sua bambina, la piccola si chiamava Virginia. Doveva essere stata lei a scrivere la lettera, e non si sa come era caduta sul suo balcone, forse la teneva in mano e le era sfuggita ? Comunque ora la lettera l’aveva lei, e decise di aprirla.

Per fortuna pur essendo un po’ bagnata, si riusciva ancora a leggere tutto e così Elisabeth seppe che la bambina desiderava tanto una bambola.

Certo, non sapeva quale fosse esattamente quella che le piaceva, ma decise che non era così importante, lei la bambola gliel’avrebbe potuta confezionare. Era molto brava a cucire e a lavorare a maglia. Prese da una vecchia scatola diversi scampoli di stoffa e dell’ovatta. In passato aveva cucito degli orsetti di pezza, per i bambini dell’asilo in cui insegnava. Disegnò un modello per il corpo della bambola, poi cucì i pezzi assieme riempiendoli con l’ovatta. Gli occhi li fece con dei bei bottoni blu brillanti. Ora avrebbe dovuto farle un vestito. Prese i ferri e della lana e si mise a lavorar la maglia fino ad ottenere un bel vestitino rosso. Alla fine con un gomitolo di lana gialla confezionò dei capelli che pose sulla testa della bambolina che stava diventando sempre più carina.

Una volta terminata la sua opera cercò una scatolina, ne prese una di un paio di scarpe che non metteva mai, era della misura giusta. Ci infilò la bambola e poi imballò con una bella carta dorata il pacco al quale aggiunse anche un bel nastro di raso. Soddisfatta del risultato posò il pacco sulla mensola sopra alla stufa.

I giorni passavano veloci, le vie della città erano illuminate a festa e i bambini sempre più buoni nella speranza di ricevere i più bei doni.

Virginia si coricò di buon’ora la notte della vigilia, la mamma le rimboccò le coperte e le disse che se per caso Babbo Natale non avrebbe trovato la bambola, avrebbe sicuramente scelto un bel regalo per lei che era una bambina molto giudiziosa.

La bambina si addormentò in fretta. La mamma le aveva comperato un paio di scarponcini nuovi perché quelli che aveva erano molto usati e la bimba tornava sempre a casa con i calzini umidi nei giorni di pioggia. Lei i pochi soldi che aveva li usava tutti per sovvenire ai bisogni suoi e della bambina, non gliene restavano per comperare una bambola che pur molto bella era troppo cara, e non le avrebbe scaldato i piedini.

Era assorta nei suoi pensieri quando sentì bussare alla porta. Chi poteva essere a quell’ora, era tardi per una visita. Andò ad aprire, e si trovò davanti la signora del piano di sotto, Elisabeth. Teneva in mano un pacchetto fatto con cura.

 

 

« Buonasera Susan, scusi per l’ora , volevo esser certa che Virginia dormisse. Le ho portato un pensiero per Natale. »

 

«Oh grazie Elisabeth, non doveva. E’ stata gentilissima Virginia ne sarà così felice »

 

«Lo spero, però le devo chiedere di non dirle che l’ho portato io. Guardi, sul bigliettino ho scritto –Da babbo Natale per Virginia.»

 

«Cosa fa domani ? Vuole venire a pranzo qui con noi, se non ha altri programmi?»

 

«Oh è molto gentile da parte sua, Susan, ma domani andrò a far compagnia a mia sorella a Brighton.»

 

Le due donne si salutarono. Elisabetta posò il regalo sotto l’albero di fianco a quello che aveva preparato lei.

La bambina sarebbe stata così felice l’indomani.

 

Alle prime luci del mattino la bimba si alzò, tirò le tende e guardò fuori dalla finestra per vedere se ci fosse la neve. Niente neve, solo qualche gocciolina di pioggia fine fine. Vide una anziana signora sul marciapiedi, lei si voltò e alzò gli occhi che incrociarono i suoi. Le sorrise e la salutò con la mano poi chiuse l’ombrello e salì sul taxi.

Virginia andò in salotto, e corse verso l’albero dove con suo stupore trovo non uno bensì due pacchetti.

 

«Mamma, mamma! Guarda ci sono due pacchi !»

 

«Lo vedo, e per chi saranno ?»

 

«C’è scritto per Virginia su tutti e due mamma.»

 

« E allora aprili, presto cosa aspetti.»

 

La bambina aprì il primo pacco con foga strappando tutta la carta. Ne estrasse una scatola nella quale c’erano un paio di scarponcini nuovi.

 

«Belli, veramente, e poi mi servivano.»

 

Susan sentì un po`di delusione nel tono della voce di sua figlia. La bambina se li provò e disse che le andavano alla perfezione.

Ora le restava da aprire il secondo pacco. Quando lo finì di scartare si trovò di nuovo davanti a una scatola da scarpe, e in cuor suo sperò che non fosse di nuovo un paio di stivaletti o di ciabattine. Alzò il coperchio sospirando e quello che vide la illuminò in viso. Si alzò in piedi sollevò la bambola di pezza e la mostrò alla mamma senza trovare le parole per esprimere tutta la gioia che sentiva.

La mamma, l’abbracciò e le chiese :

 

«Sei contenta tesoro ? Ha scelto bene babbo Natale ?»

«Oh mamma, certo che ha scelto bene, anzi benissimo.»

 

«Non è come quella che avevo visto in vetrina, ma è ancora meglio, perché quella là ce l’avranno tutte le mie amiche, tutte uguali. Questa invece l’avrò solo io, è unica ed è la più bella di tutte.»

 

Qualche giorno dopo Virginia incrociò la signora Elisabeth sulle scale.

 

«Ciao Virginia, come hai passato il Natale ?»

 

«Benissimo Elisabeth, ho ricevuto il regalo più bello del mondo, una bambola che nessun’altra bambina avrà uguale.»

 

«E come mai ne sei così sicura ? »

 

«Perché non l’ho mai vista nei negozi. E poi un pochino mi somiglia, io credo che babbo Natale l’abbia fatta fare su misura per me, e forse ne avrà fatte altre per altre bambine ma ognuna diversa.»

 

«Ah, ma che bella idea ha avuto babbo Natale, ha creato delle bamboline personalizzate somiglianti alle bimbe che l’hanno ricevute in dono.»

 

«Sì, proprio così hai capito bene, ciao Elisabeth, ora vado che Mary mi aspetta per giocare a casa sua.»

 

Elisabeth salì nel suo appartamento, e una volta rimasta sola, cominciò a pensare a questa idea delle bambole personalizzate. Forse la bambina le aveva dato un’idea grandiosa. Poteva confezionare bambole somiglianti alla loro mammina. Prese dal cassetto carta e forbici e si mise a fare qualche modello. Nelle giornate seguenti continuò a tagliare cucire e fabbricare fino ad avere tante bambole una diversa dall’altra. Da allora, Elisabeth confeziona bambole uniche e ogni Natale le va a distribuire, negli ospedali ai bambini malati. E nei centri per le famiglie bisognose. Ora tante bambine e bambini, eh si anche loro, perché ha fatto anche bambolotti che possano somigliare ai bambini che li scelgono.

Queste bambole e bambolotti oggi sono richiesti anche dai negozianti che ne hanno sentito parlare e li venderanno nel periodo Natalizio donando tutto il ricavato per aiutare chi ne ha bisogno.

Virginia è cresciuta e la sua bambola la conserva ancora e ora che è diventare mamma  di una bella bambina ne

ha voluta comperare una per la sua piccola Elisabeth.

 

Un giorno le racconterà che lei la signora che ha inventato quella collezione di bambole, le Only for you, l’ha conosciuta e la sua, che conserva ancora è stata proprio la prima di quelle fantastiche bambole di pezza.

 

Buon Natale da Only for you.

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