Gli altri siamo noi: Bullismo etico

24 October 2024

"Biancaneve e i Sette Verticalmente Svantaggiati" potrebbe essere il titolo di un best seller per bambini in un futuro non così distante e distopico.

A pensarci bene, questa è la rappresentazione di un nuovo conflitto che si sta facendo strada, e a noi spettatori non resta che rifletterci. Mi riferisco alle acute e, in un certo senso, sarcastiche osservazioni emerse nel nuovo libro di Luca Ricolfi, intitolato "Il follemente corretto", edito da La Nave di Teseo. Sociologo e politologo non certo nuovo al mondo della scrittura, indaga un conflitto contemporaneo che si sta insinuando nelle nostre arene quotidiane: quello tra chi brandisce l'arma del politicamente corretto e chi, dall'altro lato, tenta di reagire, spesso in maniera disorganizzata e sorprendentemente impreparata. È, in effetti, una questione di attitudine anche questa.

Si tratta di un conflitto spietato, che prende di mira, purtroppo, una categoria innocente e indifesa: gli eufemismi. "Non devi dire 'negro', è meglio dire 'nero'; non devi dire 'cieco', è preferibile 'non vedente'...". Ma il colpevole è noto, e non si nasconde affatto: parlo della Lobby del Bene, formata da individui che si riconoscono per certi tratti peculiari. Sono menti aspre e senza scrupoli, determinate a imporre la loro visione rivisitata del mondo a tutti gli altri, senza mezze misure. Chi ha mai osato tanto? Questi individui, se ti capita di leggere qualche loro manifesto, sono gli stessi che decidono ("liberamente") quale pronome debbano usare gli altri per rivolgersi a loro.

È una dura battaglia, perché "gli altri" sono obbligati a ricordare e usare esattamente i pronomi giusti. Nessuno sa con certezza quanti pronomi e quante declinazioni esistano, e no, non possono "barare" scrivendo tutto su un bigliettino nel taschino. Abbiate pietà quindi, se vedete questi “altri” al supermercato, armati di elenchi scritti su piccoli foglietti piegati, o in giro per strada o in fila alla posta nascosti e impensieriti. Questa, è una forma di resistenza, un esercizio di memoria! È un conflitto spietato, quello di cui parlo: una pericolosa forma di bullismo etico che rischia di dividerci. Riflettiamoci, più spesso.

di Marika Prudenzano

Foto https://paroleedintorni.it

 

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